Juventus-Manchester City 2-0: Vlahovic-McKennie, Guardiola si inchina a Motta

Di Gregorio provvidenziale nel primo tempo, nella ripresa la vincono Gatti e Thiago. Si rivede anche Douglas Luiz
Koopmeiners sbaglia ancora, i tifosi Juve si fanno sentire. E Danilo...

L'impronosticabile stagione del primo Motta continua, arrivando finalmente a colorare di bianconero una pagina importante e segnata sul calendario da inizio stagione: il faraonico City di Guardiola si piega allo Stadium, Pep si inchina e continua a vivere la crisi peggiore della sua carriera, Thiago riapre tutti i giochi Juve, emotivi e di competizione. Una serata da Champions giocata da Champions, vinta da squadra e tecnico in maniera eccezionale, andando di nuovo oltre ai problemi come la botta alla caviglia che ha praticamente azzoppato Conceicao a inizio partita, non permettendogli di fare la differenza appieno. Ma Di Gregorio ha stoppato Haaland e Vlahovic ha fatto il Trezeguet, con un gol all'unica occasione pulita avuta, e come dice Ancelotti: il portiere ha parato, l'attaccante ha segnato. E la Juve ha vinto.

Di Gregorio salva alla Buffon su Haaland

La Juve si vede negare un angolo, per un fuorigioco sbandierato in maniera errata dall'assistente, e un calcio di punizione dal limite dell'area che solo Turpin non vede e che costa a Conceicao una caviglia girata e la paura di una sostituzione, alla quale il portoghese prova a resistere tornando in campo. Doku è la spina nel fianco di Savona e di Motta, da lui arrivano le azioni più pericolose - provvidenziale Locatelli a chiudere lo specchio su una palla velenosa messa in mezzo - Yildiz quella di Guardiola: destro secco da fuori area che sibila vicino al palo di Ederson e azione in solitaria - controllo al volo eccezionale - e folata in area fermata solo dall'intervento di tre difensori. Partita sempre bloccata sullo 0-0 ma al City basta un secondo, De Bruyne per Haaland, a tu per tu con Di Gregorio, tocco sotto e tutto fatto ma il portiere della Juventus tiene a galla i suoi con la manona alzata alla Buffon a togliere il gol. È l'highlight principe del primo tempo, con la Juve molto confusa e pasticciona nella trequarti offensiva.

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Gatti spacca il tempo, Vlahovic la sblocca

Gundogan spaventa lo Stadium nei primi minuti, ma a passare è la Juventus: parte tutto dai piedi di...Gatti, che esce dalla difesa palla al piede come un Cannavaro d'antan - o come fece Kalulu con la Lazio - e imposta una ripartenza che va a chiudere in mezza rovesciata in area, acrobazia splendida che Ederson respinge. Ma l'azione non è finita, Yildiz pennella e Vlahovic schiaccia di testa, Ederson si fa scappare il pallone quel tanto che basta per farlo entrare in porta dopo otto minuti della ripresa. Per Dusan è il quarto gol in Champions in cinque partite giocate, a ridosso dei grandi bomber europei.

Loca-Koop diga, Motta legge la partita: la chiude McKennie!

Il City si risveglia d'orgoglio più che di manovra: Bernardo accelera, Doku entra in continuazione in area, Locatelli e Koopmeiners si ergono a pilastri della difesa e respingono tutto il respingibile. E quando non ci pensano loro, ci pensa Di Gregorio che vola sotto l'incrocio a togliere il pari a Gundogan. Juve schiacciata che resiste, ma fino a quando? Motta prova a risvegliare i suoi, cambi made in Usa con Weah e McKennie per Conceicao e Thuram quando mancano poco più di venti minuti. E Thiago legge bene, alla Allegri diranno i detrattori, perché con Koop e Loca diga difensiva McK può scatenarsi e al 75' apre e chiude l'azione del raddoppio, sfruttando proprio il cross del compagno di nazionale coordinandosi in maniera perfetta: è delirio Stadium, è 2-0 al Manchester City. Finale con Mbangula per Yildiz e il redivivo Douglas Luiz per Vlahovic, il brasiliano torna a essere la chiusura a doppia mandata della partita che Motta utilizzava a inizio campionato per blindare il risultato: sua l'ultima palla addomesticata in area bianconera per togliere al City anche l'ultima speranza. E per la Juve, a 11 punti con due partite ancora da giocare, tutto è aperto.

CHAMPIONS LEAGUE, LA CLASSIFICA AGGIORNATA

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L'impronosticabile stagione del primo Motta continua, arrivando finalmente a colorare di bianconero una pagina importante e segnata sul calendario da inizio stagione: il faraonico City di Guardiola si piega allo Stadium, Pep si inchina e continua a vivere la crisi peggiore della sua carriera, Thiago riapre tutti i giochi Juve, emotivi e di competizione. Una serata da Champions giocata da Champions, vinta da squadra e tecnico in maniera eccezionale, andando di nuovo oltre ai problemi come la botta alla caviglia che ha praticamente azzoppato Conceicao a inizio partita, non permettendogli di fare la differenza appieno. Ma Di Gregorio ha stoppato Haaland e Vlahovic ha fatto il Trezeguet, con un gol all'unica occasione pulita avuta, e come dice Ancelotti: il portiere ha parato, l'attaccante ha segnato. E la Juve ha vinto.

Di Gregorio salva alla Buffon su Haaland

La Juve si vede negare un angolo, per un fuorigioco sbandierato in maniera errata dall'assistente, e un calcio di punizione dal limite dell'area che solo Turpin non vede e che costa a Conceicao una caviglia girata e la paura di una sostituzione, alla quale il portoghese prova a resistere tornando in campo. Doku è la spina nel fianco di Savona e di Motta, da lui arrivano le azioni più pericolose - provvidenziale Locatelli a chiudere lo specchio su una palla velenosa messa in mezzo - Yildiz quella di Guardiola: destro secco da fuori area che sibila vicino al palo di Ederson e azione in solitaria - controllo al volo eccezionale - e folata in area fermata solo dall'intervento di tre difensori. Partita sempre bloccata sullo 0-0 ma al City basta un secondo, De Bruyne per Haaland, a tu per tu con Di Gregorio, tocco sotto e tutto fatto ma il portiere della Juventus tiene a galla i suoi con la manona alzata alla Buffon a togliere il gol. È l'highlight principe del primo tempo, con la Juve molto confusa e pasticciona nella trequarti offensiva.

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