Juve, i non miglioramenti e il fattore tempo
Caressa domanda: “È stato un bias cognitivo pensare che arrivato Motta la Juve avrebbe cominciato a giocare un calcio spettacolare?". Di Canio risponde: “Al di là dell’espressione tecnico-tattica, ho detto subito che a me non convinceva la questione degli acquisti che erano pronti per poter competere per vincere il titolo. Al di là di tutte le problematiche: staff, giocatori e metodologia nuovi, è arrivato un giocatore dalla Fiorentina, ad esempio (Nico Gonzalez, ndr) dove lottava per arrivare ottavo, che nelle partite decisive, nelle finali, è sempre mancato. Può essere un bel giocatore, lo vedi che fa belle giocate. Ma lo puoi fare per 36 partite su 38 ed essere decisivo sempre? Lo stesso Koopmeiners, nonostante abbia vinto l’Europa League lo scorso anno e abbia fatto annate importanti, non è abituato, e poi ci sono le difficoltà di inserirsi in un quadro tattico diverso. Inoltre giochi con Yildiz che è giovane, a subentrare c’è Mbangula. Non voglio dire che questa squadra sia da decimo posto, ma non la vedevo già ad inizio anno: l'avevo inserita terza o quarta in un'ipotetica classifica. Poi le difficoltà di non trovare la quadra ha fatto il resto e sta facendo il resto. Magari cambierà tutto, ma non vedo luce nel breve termine”. Bergomi si dice d'accordo: “Il tuo discorso mi piace perché ha un filo logico, ma tutte le componenti si aspettavano di più. Società, allenatore, giocatori e anche i tifosi. Quando le aspettative sono così alte... Tra l'altro quand'è che Motta si fa espellere per la prima volta? Col Bologna: lì comincia a capire che c’è del nervosismo e che le cose non vanno. Io sottolineo sempre che l’assenza di Bremer sia pesante, non fa tutto però lui e Cabal… Poi vai in rotta con Danilo, ti rimangono sempre gli stessi, si sta adattando parecchio. Ma analizziamo il gol preso nel derby: il giocatore del Torino che va sull’esterno è 3 contro 1, prima non si facevano mai saltare. Quella partita era perfetta per la Juve, che fa fatica con le squadre che stanno dietro, il Torino invece è andato a prenderli alti”. Di Canio ancora: “Sono molli. Thuram è lì davanti, non c’è la fame. Quella situazione dove prendono gol denota anche poca personalità. Ci sono state 2-3 ripartenze dove si poteva far male: Koopmeiners in un’occasione prova lo scavinetto invece di fare un passaggio deciso per mandare il compagno in porta, c’è anche timore”.
Marchegiani prova a trovare elementi che giustifichino il momento Juve o comunque su cui puntare: “Voglio trovare cose positive nel percorso. Squadra rinnovata, quando serviva continuità son mancati calciatori per diverso tempo: Nico è stato fuori, l’assenza di un’alternativa a Vlahovic lo costringe ad adattare un giocatore in quel ruolo e questo rallenta i meccanismi. Inoltre non ha ancora perso, che è un risultato. La cosa che non va bene secondo me è che è una squadra che dall’inizio dell’anno non è cresciuta. Al di là dei numeri, delle difficoltà di alcuni momenti, in questa squadra non c’è un giocatore che in questo periodo è migliorato. Cambiaso ha cominciato benissimo… Ora è fuori? Magari non sta ancora tanto bene”. Di Canio però incalza nuovamente: “Se vogliamo trovare tutte le scusanti allora va bene e non dicamo nulla. Ma non è migliorato niente: ci sono squadre che hanno cambiato giocatori, abbassato il livello tecnico, penso a Fiorentina o Lazio, hanno cambiato tutto e facciamo elogi perché si vede l’impronta dell’allenatore. Alla Juve ci sono dei problemi, non vediamo nulla: se non hai preso l’alternativa a Vlahovic è un problema. Fa parte di una scelta condivisa da allenatore e società: tutto quello che diciamo a livello tecnico, tattico, di leadership, è frutto di scelte e per ora miglioramenti non si vedono. Domani magari nascerà un fiore meraviglioso. Alla Juve non c’è tempo? Vero, e noi la giudichiamo per il percorso di adesso. Se i 12 pareggi fossero arrivati in rimonta, come con l’Inter, si andava a trovare l’aspetto positivo. Invece si fa rimontare anche da squadre piccole”. A chiudere è Bucciantini: “Il tempo c’è se vedi una crescita, anche se la classifica è quella, ma la classifica l’ha fatta sull’inviolabilità del primo mese. La questione è che la Juve non è migliorata, quindi il tempo te lo senti un po’ sfuggire. Bonucci ha detto una cosa: ad Arteta gli hanno dato anni all’Arsenal: quando rinnovi tanto… E la Juve oggi, rispetto agli altri rinnovamenti fatti, non ha più quel vantaggio della proprietà sulle altre proprietà”.