“38 Scudetti e tre stelle”: la verità della Juve in faccia all’Inter

Ambiente caldissimo già prima della partita, sui maxi schermi il “segno” della società bianconera

TORINO - Si è riaccesa la rivalità, e ancor prima che si accendesse la sfida. Juventus-Inter non è stata assolutamente una partita come le precedenti, si è percepito dall’umore dello Stadium, dalla carica sugli spalti. Dalla coreografia e dalle bandiere, bianche e nere, piene d’orgoglio. E pure da com’è stato caricato il tifo. Diversamente, ed evidentemente. Tutto è iniziato con una frase che non lascia spazio a interpretazioni, facendosi guidare facilmente dalla malizia: a pochi istanti dal fischio d’inizio, la voce dello speaker si è levata infatti in maniera chiarissima. Recitando: "38 Scudetti, tre stelle, migliaia i cuori, milioni i nostri tifosi nel mondo che aspettano il fischio d’inizio. Undici i nostri ragazzi in campo per dare tutto fino alla fine". Numeri importanti, numeri che raccontano una storia e una ferita dolorosissime - Calciopoli non si dimentica mai - e ancora aperta in alcuni punti nevralgici. Numeri che parlano inoltre della distanza da quelli che oggi sembrano più forti, e che un tempo, neanche troppo distante, venivano affrontati senza alcun timore reverenziale.

 

Juve, la carica dello Stadium nella sfida contro l'Inter

Naturalmente, la risposta dello Stadium è stata di ovazione assoluta: dagli spalti sono piovuti applausi, cori, incitamento, la grande emozione di una sfida carica di significato così come di adrenalina. Che no, non è calata neanche con il primo tempo, e nemmeno con le occasioni enormi della squadra di Inzaghi, evidentemente caricata da un ambiente bollente e da una chicca chissà se notata dagli stessi giocatori - per tifosi e addetti ai lavori, invece, nessun dubbio - sul tabellone ai lati dello Stadium, le tre stelle a campeggiare di fianco al cronometro, rigorosamente su tutte le azioni di gioco trasmesse.

 

 

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I calciatori della Juve scaldano lo Stadium

Eh, altra punturina. O punturona. Dipende dai punti di vista. Di sicuro, i salti a fine partita, lo stadio che si svuota lentamente, Conceicao che corre verso uno spicchio finendo in mutande con appena 2 gradi, regalano scene d’altri tempi, e nessuno le avrebbe immaginate ieri sera considerati i rapporti di forza. Qualcosa è cambiato e lo si è intuito sin dall’inizio: dall’approccio e ancor più dalla reazione, del pubblico come dei calciatori. Dai gesti degli stessi giocatori: Veiga, Conceicao, persino Koopmeiners a incitare tutti e più volte. Gli abbracci di Thiago Motta nel finale sono la ciliegina su una torta impegno e passione come ingredienti principali, la risposta alle critiche e magari pure alla paura, che non è mancata. Oltre ai tre punti, a prescindere da tutto, la Juve si porta dietro in particolare i sorrisi di chi è arrivato allo Stadium senza sapere cosa aspettarsi: si è trovato difeso, nell’orgoglio e nello spirito. E si è trovato finalmente in sintonia con il progetto.

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TORINO - Si è riaccesa la rivalità, e ancor prima che si accendesse la sfida. Juventus-Inter non è stata assolutamente una partita come le precedenti, si è percepito dall’umore dello Stadium, dalla carica sugli spalti. Dalla coreografia e dalle bandiere, bianche e nere, piene d’orgoglio. E pure da com’è stato caricato il tifo. Diversamente, ed evidentemente. Tutto è iniziato con una frase che non lascia spazio a interpretazioni, facendosi guidare facilmente dalla malizia: a pochi istanti dal fischio d’inizio, la voce dello speaker si è levata infatti in maniera chiarissima. Recitando: "38 Scudetti, tre stelle, migliaia i cuori, milioni i nostri tifosi nel mondo che aspettano il fischio d’inizio. Undici i nostri ragazzi in campo per dare tutto fino alla fine". Numeri importanti, numeri che raccontano una storia e una ferita dolorosissime - Calciopoli non si dimentica mai - e ancora aperta in alcuni punti nevralgici. Numeri che parlano inoltre della distanza da quelli che oggi sembrano più forti, e che un tempo, neanche troppo distante, venivano affrontati senza alcun timore reverenziale.

 

Juve, la carica dello Stadium nella sfida contro l'Inter

Naturalmente, la risposta dello Stadium è stata di ovazione assoluta: dagli spalti sono piovuti applausi, cori, incitamento, la grande emozione di una sfida carica di significato così come di adrenalina. Che no, non è calata neanche con il primo tempo, e nemmeno con le occasioni enormi della squadra di Inzaghi, evidentemente caricata da un ambiente bollente e da una chicca chissà se notata dagli stessi giocatori - per tifosi e addetti ai lavori, invece, nessun dubbio - sul tabellone ai lati dello Stadium, le tre stelle a campeggiare di fianco al cronometro, rigorosamente su tutte le azioni di gioco trasmesse.

 

 

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