Motta appeso a un filo, Gasp verso la Roma: panchina Juve, sale un altro nome

Soluzione di emergenza con un traghettatore o di prospettiva: il destino del tecnico passa per Firenze

TORINO - La sfida che attende Thiago Motta è semplice e complessa insieme: isolare la squadra dalle voci e che la circondano, e che riguardano lui per primo, e convincere il gruppo ad affrontare le prossime dieci giornate come se non ci fosse un domani. Contro tutto e tutti fuori e soprattutto dentro. Che poi non è detto che per lui “un domani” ci sia comunque, a prescindere dai risultati, alla Juventus. Il barometro della Continassa tende al brutto, addirittura alla tempesta nel caso in cui a Firenze non si veda una reazione dopo l’arrendevolezza contro l’Atalanta. Ecco, forse questi segnali potrebbero garantire una chance di riconferma a Motta che, lo ricordiamo, ha ancora due anni di contratto ed era stato scelto con convinzione per avviare il mitico progetto, quella convinzione che si è pian piano assottigliato da gennaio in avanti. 

Firenze decisiva: in pole Magnanelli

Tanto che, appunto, Firenze è diventato uno snodo fondamentale: in caso di debacle la scelta sarà drastica. Con due opzioni alternative: un traghettatore a tempo o un tecnico che possa già avviare il motore in vista del Mondiale per club e della prossima stagione, senza dimenticare ovviamente la linea del Piave della qualificazione Champions. Nel primo caso, il candidato più forte è Francesco Magnanelli, ora alla Primavera, in vantaggio su Max Brambilla, che deve portare a termine l’ottimo lavoro alla Next Gen, Magnanelli, peraltro, l’anno corso era già nello staff di Allegri e quindi conosce le dinamiche della prima squadra. Ma attenzione, perché se la scelta dovesse diventare di prospettiva, c’è un tecnico che può sedere fin da subito sulla panchina bianconera...

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Il nome più in pole di Gasperini e Pioli

...Roberto Mancini. I contatti con l’ex ct, ora senza contratto dopo l’avventura alla guida della Nazionale saudita, ci sono già stati e sono in fase molto avanzata. Il profilo piace per l’esperienza, il carisma, la capacità di lavorare con i giovani e, appunto, la disponibilità immediata. Una candidatura, la sua, in vantaggio rispetto a tutte le altre, a cominciare da quella di Gian Piero Gasperini con il quale non ci sono stati contatti diretti e che, soprattutto, si sta avvicinando sempre più alla Roma tanto che i suoi rappresentanti hanno intrattenuto, anche recentemente, dialoghi con il ds giallorosso Ghisolfi (con il quale si sarebbe già discusso di mercato: attenti a Abu Francis del Cerce Brugge). Certo, su di lui l’attenzione va mantenuta, così come su Stefano Pioli, che non sarebbe per nulla contrario all’idea di tornare in Italia dopo la parentesi araba. 

Le opzioni Xavi, Conte e Tudor

Così come si deve tenere d’occhio anche la situazione di Xavi, anche lui senza squadra e dunque subito disponibile. A svantaggio dell’ex Barça, però, gioca la mancata conoscenza della Serie A che lo costringerebbe a un periodo di adattamento e la Juve, adesso, ha meno tempo che mai da concedere. L’altra figura immanente è quella di Antonio Conte, che però è legato da un contratto con il Napoli e, soprattutto, potrebbe mettere in discussione molti equilibri dirigenziali alla Continassa. Altra scelta “semplice” è quella che porta a Igor Tudor che, però, non scalda i bianconeri. Motta, intanto, lavora e non è certo il tipo che si arrende alle difficoltà o che si fa schiacciare dalle voci. Certo, il fatto che si metta subito in discussione dall’interno “il progetto” fa riflettere lui per primo e dovrebbe far pensare in generale a come, per l’ennesima volta, il focus si concentri sempre e solo sull’allenatore. Ma tant’è. 

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TORINO - La sfida che attende Thiago Motta è semplice e complessa insieme: isolare la squadra dalle voci e che la circondano, e che riguardano lui per primo, e convincere il gruppo ad affrontare le prossime dieci giornate come se non ci fosse un domani. Contro tutto e tutti fuori e soprattutto dentro. Che poi non è detto che per lui “un domani” ci sia comunque, a prescindere dai risultati, alla Juventus. Il barometro della Continassa tende al brutto, addirittura alla tempesta nel caso in cui a Firenze non si veda una reazione dopo l’arrendevolezza contro l’Atalanta. Ecco, forse questi segnali potrebbero garantire una chance di riconferma a Motta che, lo ricordiamo, ha ancora due anni di contratto ed era stato scelto con convinzione per avviare il mitico progetto, quella convinzione che si è pian piano assottigliato da gennaio in avanti. 

Firenze decisiva: in pole Magnanelli

Tanto che, appunto, Firenze è diventato uno snodo fondamentale: in caso di debacle la scelta sarà drastica. Con due opzioni alternative: un traghettatore a tempo o un tecnico che possa già avviare il motore in vista del Mondiale per club e della prossima stagione, senza dimenticare ovviamente la linea del Piave della qualificazione Champions. Nel primo caso, il candidato più forte è Francesco Magnanelli, ora alla Primavera, in vantaggio su Max Brambilla, che deve portare a termine l’ottimo lavoro alla Next Gen, Magnanelli, peraltro, l’anno corso era già nello staff di Allegri e quindi conosce le dinamiche della prima squadra. Ma attenzione, perché se la scelta dovesse diventare di prospettiva, c’è un tecnico che può sedere fin da subito sulla panchina bianconera...

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