TORINO - La sfida che attende Thiago Motta è semplice e complessa insieme: isolare la squadra dalle voci e che la circondano, e che riguardano lui per primo, e convincere il gruppo ad affrontare le prossime dieci giornate come se non ci fosse un domani. Contro tutto e tutti fuori e soprattutto dentro. Che poi non è detto che per lui “un domani” ci sia comunque, a prescindere dai risultati, alla Juventus. Il barometro della Continassa tende al brutto, addirittura alla tempesta nel caso in cui a Firenze non si veda una reazione dopo l’arrendevolezza contro l’Atalanta. Ecco, forse questi segnali potrebbero garantire una chance di riconferma a Motta che, lo ricordiamo, ha ancora due anni di contratto ed era stato scelto con convinzione per avviare il mitico progetto, quella convinzione che si è pian piano assottigliato da gennaio in avanti.
Firenze decisiva: in pole Magnanelli
Tanto che, appunto, Firenze è diventato uno snodo fondamentale: in caso di debacle la scelta sarà drastica. Con due opzioni alternative: un traghettatore a tempo o un tecnico che possa già avviare il motore in vista del Mondiale per club e della prossima stagione, senza dimenticare ovviamente la linea del Piave della qualificazione Champions. Nel primo caso, il candidato più forte è Francesco Magnanelli, ora alla Primavera, in vantaggio su Max Brambilla, che deve portare a termine l’ottimo lavoro alla Next Gen, Magnanelli, peraltro, l’anno corso era già nello staff di Allegri e quindi conosce le dinamiche della prima squadra. Ma attenzione, perché se la scelta dovesse diventare di prospettiva, c’è un tecnico che può sedere fin da subito sulla panchina bianconera...