Thuram, lo 'schiaffo di Tudor' e l'incubo razzismo: "Cosa mi disse una donna"

Il centrocampista bianconero risponde simpaticamente all'allenatore amico del padre Lilian, ma si lascia andare anche a ricordi dolorosi: "Avevo 13 anni e..."

"Prima di fare il competitivo con loro devo vincere qualcosa". Ha scherzato così Khephren Thuram circa il rapporto con il fratello Marcus e, soprattutto, con papà Lilian. Piedi per terra e testa sulle spalle, d'altronde l'educazione dell'ex difensore francese va proprio in questa direzione. Cresciuto in Italia, nato in Emilia, prima del trasferimento a Torino e ancora in Francia. Da lì è partito il suo percorso per diventare calciatore prima di approdare alla Juventus nell'estate scorsa. Un acquisto azzeccato, forse l'unico di questa stagione, perchè in campo è sempre stato tra i migliori in campo dei suoi. Giocatore dotato di un'ottima fisicità ma anche di qualità tecniche importanti, la Serie A gli calza a pennello: "Un campionato di alto livello" ha sottolineato a La Stampa.

 

Thuram, siparietto Tudor e la sfida con Marcus

Khephren Thuram ha parlato del rapporto con il fratello: "Sono il fratello piccolo, non è il caso di lanciare le provocazioni. Marcus è fiero di me,io sono felice per lui, mio padre è davvero contento di vederci esprimere al meglio. Prima di fare il competitivo devo vincere qualcosa, se ci provo ora mi surclassano". E sul campionato: "Qui, io e mio fratello, ci inseriamo bene. Marcus parla l'italiano perfettamente e io sto migliorando. Il calcio qui è diverso, unico: molto più tattico rispetto agli altri, un gioco che esalta l'intelligenza. Torino mi ha riempito d'amore, in Francia la gente pensa molto di più a se stessa". 

E il siparietto con Tudor e le parole in conferenza: "Io non c’ero quando hanno avuto questa conversazione. Posso solo rassicurare Tudor: mai avuto bisogno di uno schiaffo". Il centrocampista bianconero è andato come ospite nel liceo francese, frequentato dal fratello Marcus, dove ha potuto parlare a giovani tifosi e appassionati di calcio per trasmettere loro valori importanti sulla lotta contro il razzismo, diventata negli anni una questione di famiglia con papà Lilian da sempre in prima linea sull'argomento. Soprattutto per aver subito episodi di questo tipo nei suoi trascorsi in Francia. Una testimonianza che può aiutare a combattere e provare a debellare questa piaga della società difficile da estirpare. 

 

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Thuram, la Juve e la lotta al razzismo

Proprio a margine dell'evento ha parlato di alcuni episodi: "Sono rimasto in Italia fino ai 4 anni, non ricordo bene. In Francia il razzismo l’ho incrociato. Temo non ci sia un posto specifico dove incontrarlo, è un atteggiamento che ci troviamo davanti. Ho avuto anch’io le mie brutte esperienze... Avevo 13 anni credo: mio padre mi ha lasciato davanti a casa, ero senza chiavi, aspettavo mia madre lì sotto e facevo su e giù di fronte al portone. Una donna è rimasta a fissarmi e vedendo che non me ne andavo mi ha urlato: ‘Torna da dove vieni'. E io sul serio non ho capito. Non siamo tanto distanti da quando una persona come me non poteva usare gli stessi bagni di una come lei o sedersi in un bus. Ma abbiamo altre leggi, evolviamo e questo conta".

E ancora: "Quella sensazione, la fitta, quando vedi il razzismo per quello che è: assurdo. Mio padre mi aveva spiegato come mi sarei sentito ed è andata proprio così. Non dovrebbe succedere, capiterà ancora. Papà mi ha aiutato ad affrontare il problema, magari io ho dato una mano a qualcun altro". E in questo il calcio può essere un aiuto importante: "Alla Juve si parla spesso di come è meglio combattere il razzismo. Bisogna trovare una comunicazione efficace e reazioni forti. Bisogna opporsi e denunciare, sono bestialità inaccettabili. Qualsiasi episodio va portato alla luce per stabilire una soglia di vergogna collettiva". 

 

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

"Prima di fare il competitivo con loro devo vincere qualcosa". Ha scherzato così Khephren Thuram circa il rapporto con il fratello Marcus e, soprattutto, con papà Lilian. Piedi per terra e testa sulle spalle, d'altronde l'educazione dell'ex difensore francese va proprio in questa direzione. Cresciuto in Italia, nato in Emilia, prima del trasferimento a Torino e ancora in Francia. Da lì è partito il suo percorso per diventare calciatore prima di approdare alla Juventus nell'estate scorsa. Un acquisto azzeccato, forse l'unico di questa stagione, perchè in campo è sempre stato tra i migliori in campo dei suoi. Giocatore dotato di un'ottima fisicità ma anche di qualità tecniche importanti, la Serie A gli calza a pennello: "Un campionato di alto livello" ha sottolineato a La Stampa.

 

Thuram, siparietto Tudor e la sfida con Marcus

Khephren Thuram ha parlato del rapporto con il fratello: "Sono il fratello piccolo, non è il caso di lanciare le provocazioni. Marcus è fiero di me,io sono felice per lui, mio padre è davvero contento di vederci esprimere al meglio. Prima di fare il competitivo devo vincere qualcosa, se ci provo ora mi surclassano". E sul campionato: "Qui, io e mio fratello, ci inseriamo bene. Marcus parla l'italiano perfettamente e io sto migliorando. Il calcio qui è diverso, unico: molto più tattico rispetto agli altri, un gioco che esalta l'intelligenza. Torino mi ha riempito d'amore, in Francia la gente pensa molto di più a se stessa". 

E il siparietto con Tudor e le parole in conferenza: "Io non c’ero quando hanno avuto questa conversazione. Posso solo rassicurare Tudor: mai avuto bisogno di uno schiaffo". Il centrocampista bianconero è andato come ospite nel liceo francese, frequentato dal fratello Marcus, dove ha potuto parlare a giovani tifosi e appassionati di calcio per trasmettere loro valori importanti sulla lotta contro il razzismo, diventata negli anni una questione di famiglia con papà Lilian da sempre in prima linea sull'argomento. Soprattutto per aver subito episodi di questo tipo nei suoi trascorsi in Francia. Una testimonianza che può aiutare a combattere e provare a debellare questa piaga della società difficile da estirpare. 

 

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...
1
Thuram, lo 'schiaffo di Tudor' e l'incubo razzismo: "Cosa mi disse una donna"
2
Thuram, la Juve e la lotta al razzismo