Sognando Platini! Il pensiero fisso dei tifosi Juve e l’ipotetica telefonata…

La gente bianconera lo vede come dirigente ideale per difendere il club. Pesa l’amarezza per le vicende con cui l’hanno incastrato nei tribunali svizzeri

Il popolo juventino sogna il ritorno del Re. È una lunga onda emotiva, che si è increspata una settimana fa, nel giorno dell’assoluzione definitiva di Michel Platini dalle storiacce con cui avevano cercato di incastrarlo in Svizzera. Così la fine dell’incubo di Platini è coincisa con l’inizio del sogno dei tifosi: rivederlo dentro la Juventus, con un ruolo dirigenziale, averlo come rappresentante del club, difensore della fede, ma - trattandosi pur sempre di Platini - con compiti offensivi. Se ne parla e se ne posta parecchio nella bolla bianconera. Se ne parla di meno nei più ristretti ambienti di società e proprietà. E Michel medesimo sembra proprio sia stato totalmente sincero nel dichiarare pubblicamente che non aspira a nessun altro tipo di ruolo nel calcio, sia in un club che all’interno di qualche istituzione. Dopo le dichiarazioni, a caldo, fuori dal tribunale, agli amici più stretti lo ha ribadito nei giorni successivi, pieni di sollievo e ancora un po’ di amarezza, quella che, probabilmente, rappresenta il freno più grande per qualsiasi aspirazione di ritorno nel calcio.

 

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Platini-Juve: più amore che nostalgia

Ha quasi settant’anni, ha un glorioso passato da atleta e una carriera da dirigente che è tornata a brillare, ora che è stata ripulita dagli ultimi schizzi di fango; vive a Cassis, in un meraviglioso angolo di Costa Azzurra e sa benissimo di essere ancora molto amato, se non proprio venerato, dal popolo bianconero. Se n’è reso conto a novembre, quando si è concesso uno dei rari bagni di folla nello Juventus Club siciliano di Santa Lucia del Mela, dove, davanti a un palazzetto pieno di tifo transgenerazionale, ha ripercorso quei cinque anni a Torino, cinque dei più begli anni della sua vita e della storia del club. C’era molto amore nelle sue parole, ma non quella nostalgia struggente che può spingerti di nuovo lì, questa volta senza maglietta fuori dai calzoncini, ma con la cravatta bene allacciata. Ci sono vicende che segnano nel profondo e possono farlo in modo più profondo ancora dieci anni di una guerra giudiziaria che lo ha, tecnicamente, estromesso dal mondo del calcio, con la profonda consapevolezza di essere innocente e la cristallina certezza che si trattava di una strategia per tenerlo a distanza di sicurezza dal potere. 

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Platini e quel rapporto con Elkann e Agnelli

Insomma, in questo momento, Platini non è intenzionato a tornare nel calcio. Ha molti spunti su come i calciatori dovrebbero muoversi per contare di più nel loro mondo, ma sembra mancare dell’urgenza che sente il politico con un’idea da applicare. E la Juventus, per ora, preferisce tifarla. Chissà se qualcosa potrebbe cambiare di fronte a una telefonata di John Elkann (con cui c’è un sincero legame d’affetto, così come forte è anche il rapporto con Andrea Agnelli). Platini non è mai stato un garibaldino, quindi forse non gli uscirebbe un "obbedisco", ma il richiamo della famiglia, quella famiglia, non potrebbe lasciarlo indifferente. Il richiamo o, meglio, la chiamata, però, non c’è stata. Almeno per ora. E non se ne percepisce l’imminenza dalle parti di Exor. Forse perché, proprio in virtù della conoscenza, John è conscio delle remore di Michel a tornare nel mondo del calcio; forse perché questo non è tempo di progetti (lo è più di esami, ma è un’altra storia). Quindi l’onda continua a sciabordare sui sentimenti del tifo juventino, titillandolo con l’idea di rivedere il Re. Cosa che fa un certo effetto per chi ha più di quarant’anni ed esercita comunque un discreto fascino per i più giovani. Certo, si divertirebbero tutti nel rivederlo dietro i microfoni a tagliuzzare qualsiasi dibattito con la katana della sua ironia. 

 

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Il popolo juventino sogna il ritorno del Re. È una lunga onda emotiva, che si è increspata una settimana fa, nel giorno dell’assoluzione definitiva di Michel Platini dalle storiacce con cui avevano cercato di incastrarlo in Svizzera. Così la fine dell’incubo di Platini è coincisa con l’inizio del sogno dei tifosi: rivederlo dentro la Juventus, con un ruolo dirigenziale, averlo come rappresentante del club, difensore della fede, ma - trattandosi pur sempre di Platini - con compiti offensivi. Se ne parla e se ne posta parecchio nella bolla bianconera. Se ne parla di meno nei più ristretti ambienti di società e proprietà. E Michel medesimo sembra proprio sia stato totalmente sincero nel dichiarare pubblicamente che non aspira a nessun altro tipo di ruolo nel calcio, sia in un club che all’interno di qualche istituzione. Dopo le dichiarazioni, a caldo, fuori dal tribunale, agli amici più stretti lo ha ribadito nei giorni successivi, pieni di sollievo e ancora un po’ di amarezza, quella che, probabilmente, rappresenta il freno più grande per qualsiasi aspirazione di ritorno nel calcio.

 

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