Conte-Juve, effetto domino: decide Allegri ma tutto dipende da...Inzaghi

La verità dopo la finale di Champions: il tecnico livornese resta in attesa, mentre il patron azzurro prende tempo e prova a rilanciare per tenere Antonio. E la Vecchia Signora non ha fretta...

TORINO - Sta per decollare il mercato degli allenatori, più che mai ricco di novità: sono tante le panchine che possono cambiare e il toto tecnici riguarda i top club della Serie A. Tutto ruota attorno alla... finale di Champions. Perché dalla decisione di Simone Inzaghi sul futuro (con la sontuosa offerta araba sulla quale riflettere) si innescherà la catena degli allenatori in una sorta di effetto domino. Massimiliano Allegri è il principale nome per sostituire Antonio Conte sulla panchina del Napoli in caso di divorzio consensuale, ma lo stesso Max aspetta di capire cosa può succedere in casa Inter, qualora Inzaghi - ora comprensibilmente concentrato solo sulla finale di Monaco di Baviera - dovesse cedere alle tentazioni arabe, senza dimenticare, per quanto riguarda le valutazioni di Allegri, la variabile Milan, che sta sondando altre piste ma non ha ancora preso una decisione definitiva. Così Aurelio De Laurentiis deve temporeggiare, guardando alle mosse di Allegri ma al tempo stesso pure provando a convincere Conte a proseguire l’avventura ai piedi del Vesuvio: ieri si è consumato il faccia a faccia che, per tanti, avrebbe dovuto essere risolutivo, ma che invece si è rivelato essere una tappa interlocutoria.

De Laurentiis-Conte: un summit da 4 ore

Il summit è durato circa quattro ore: la delegazione del Napoli ha fatto visita a Leone XIV, il nuovo papa, in Vaticano e poi si è recata presso l’abitazione di De Laurentiis a Roma. Oltre a Conte e al patron degli azzurri, c’erano altre due figure apicali della dirigenza del Napoli: l’ad Maurizio Chiavelli e il ds Giovanni Manna. L’incontro è cominciato attorno alle ore 13, a pranzo, ed è terminato poco prima delle ore 17: Conte di fatto si è preso del tempo per riflettere in famiglia, confermando di non avere accordi con altri club; dalla sua De Laurentiis si è detto pronto ad accontentare l’allenatore sul mercato. In sostanza, nonostante la visita in Vaticano, non c’è stata... la tanto attesa fumata, bianca o nera che sia. Resta una generale fase di attesa, per così dire di studio, prima di scatenare una vera e propria tempesta sulle panchine di Serie A.

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Juventus

Juve-Conte, nessuna fretta

Del resto Conte non ha fretta e la Juventus nemmeno. Il club bianconero ha già annunciato che il tecnico incaricato di guidare la squadra al Mondiale per Club sarà lo stesso che l’ha condotta al quarto posto utile per la qualificazione in Champions: Igor Tudor (che piace pure all’Atalanta per il post Gasperini). Dopo le reazioni a caldo, il tecnico ha fatto sapere tramite l’agente che porterà avanti la missione: del resto il prolungamento del contratto che lo lega alla Juventus ha spostato la scadenza dell’intesa al giugno 2026. Dalle parti della Continassa non c’è l’intenzione di forzare la mano né tantomeno l’idea di fare uno “sgarbo” al Napoli: si resta in attesa delle mosse di Conte e solo se l’allenatore dovesse liberarsi, allora la Juventus andrebbe ad accelerare per il ritorno del tecnico campione d’Italia a Torino, città che negli anni è diventata una seconda casa per l’allenatore leccese.

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Per Conte ore di riflessioni

Conte, in ogni caso, non vorrebbe separarsi male dal Napoli e dalla città di Napoli, anche perché la famiglia si è trovata molto bene (e anche in questi giorni sta spingendo per provare a convincerlo a restare dopo la clamorosa impresa da scudetto). Sono ore di riflessione dunque, un po’ per tutti, pure per De Laurentiis: se da un lato cerca di convincere Conte a cimentarsi con un’altra impresa, quella di condurre gli azzurri in Champions League, dall’altra ha individuato in Allegri il profilo ideale per proseguire il percorso vincente. Tuttavia il tecnico livornese, come scritto, sta aspettando di capire se succederà qualcosa a Milano, per la precisione dalle parti di Viale della Liberazione...

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TORINO - Sta per decollare il mercato degli allenatori, più che mai ricco di novità: sono tante le panchine che possono cambiare e il toto tecnici riguarda i top club della Serie A. Tutto ruota attorno alla... finale di Champions. Perché dalla decisione di Simone Inzaghi sul futuro (con la sontuosa offerta araba sulla quale riflettere) si innescherà la catena degli allenatori in una sorta di effetto domino. Massimiliano Allegri è il principale nome per sostituire Antonio Conte sulla panchina del Napoli in caso di divorzio consensuale, ma lo stesso Max aspetta di capire cosa può succedere in casa Inter, qualora Inzaghi - ora comprensibilmente concentrato solo sulla finale di Monaco di Baviera - dovesse cedere alle tentazioni arabe, senza dimenticare, per quanto riguarda le valutazioni di Allegri, la variabile Milan, che sta sondando altre piste ma non ha ancora preso una decisione definitiva. Così Aurelio De Laurentiis deve temporeggiare, guardando alle mosse di Allegri ma al tempo stesso pure provando a convincere Conte a proseguire l’avventura ai piedi del Vesuvio: ieri si è consumato il faccia a faccia che, per tanti, avrebbe dovuto essere risolutivo, ma che invece si è rivelato essere una tappa interlocutoria.

De Laurentiis-Conte: un summit da 4 ore

Il summit è durato circa quattro ore: la delegazione del Napoli ha fatto visita a Leone XIV, il nuovo papa, in Vaticano e poi si è recata presso l’abitazione di De Laurentiis a Roma. Oltre a Conte e al patron degli azzurri, c’erano altre due figure apicali della dirigenza del Napoli: l’ad Maurizio Chiavelli e il ds Giovanni Manna. L’incontro è cominciato attorno alle ore 13, a pranzo, ed è terminato poco prima delle ore 17: Conte di fatto si è preso del tempo per riflettere in famiglia, confermando di non avere accordi con altri club; dalla sua De Laurentiis si è detto pronto ad accontentare l’allenatore sul mercato. In sostanza, nonostante la visita in Vaticano, non c’è stata... la tanto attesa fumata, bianca o nera che sia. Resta una generale fase di attesa, per così dire di studio, prima di scatenare una vera e propria tempesta sulle panchine di Serie A.

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