Yildiz da quell'obbligo di Allegri al consiglio di Huijsen: le tappe del rientro Juve

Kenan pronto e tirato a lucido per Tudor: nessuna distrazione e allenamenti personalizzati pure in ferie

Il destino nelle proprie mani. Una pallina di materiale plastico a cui dare la forma che più si preferisce, attraverso la totale abnegazione in quello che si fa e, soprattutto, nel lavoro quotidiano. A Kenan Yildiz sarà semplicemente – e fortunatamente – capitato di nascere con un talento speciale, ma questo non basta. Non si spiega solo così che a 20 anni si indossi la maglia numero 10 della Juventus, che da bambino un brand globale come Adidas decida di metterti sotto contratto, che i top club europei facciano a gara per averti tra le loro fila. Si spiega con la consapevolezza di essere speciale, tanto forte quanto lo è la tensione al miglioramento, la lunga rincorsa a voler essere il migliore.

Il ritorno a casa

Nulla è lasciato a caso lungo il percorso, nemmeno le ferie estive. Ogni tappa ha una sua spiegazione, un filo logico da seguire per arrivare mentalmente e fisicamente pronti al 24 luglio, il giorno in cui la stagione di Yildiz ripartirà con la maglia bianconera indosso. Finiti gli sforzi mondiali, il classe 2005 è tornato nella sua città natale, Ratisbona, in Germania. Dopo aver toccato le stelle, si scende giù per riprendere confidenza con le proprie radici, da tenere salde, da ricordare sempre. Perché sono queste a impedire che, come un palloncino gonfiato ad elio e sfuggito dalle mani di un bambino, si prenda il volo senza una direzione stabilita, trascinato dalle correnti. La casa di famiglia, insieme alla famiglia, e poi gli amici di sempre. Quelli che avranno dato le prime forme alle ambizioni di Kenan, lodandone il talento messo in mostra nei campetti e nei cortili della città bavarese, e che oggi lo riaccolgono da superstar, mentre continuano le loro vite, solo parzialmente messe in mostra dai larghi riflettori che seguono ogni movimento di Yildiz.

Relax per Yildiz

Dopo la Germania, un passaggio a Torino. Un ritocco all’acconciatura dal barbiere di fiducia, in un quartiere non troppo lontano dall’Allianz Stadium. Di questi tempi, l’immagine è un aspetto tutt’altro che secondario. E poi chissà se, tra una battuta e un’altra, non si sia ricordato chi per primo lo obbligò ad abbandonare il taglio lungo: Massimiliano Allegri. Quasi duemila chilometri dopo, ecco il trasferimento nel sud della Spagna, a Marbella. Lì dove è di casa il suo grande amico Dean Huijsen, sfidato solo poche settimane prima al Mondiale per Club. Svago, relax e gite in barca con il centrale del Real Madrid e la sua famiglia: un quadretto molto simile, se non fosse per lo sfondo alle loro spalle, a quanto si era soliti vedere dalle parti di Vinovo quando i due condividevano sogni, speranze e un posto nella rosa della Juve Under 19.

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Juventus

Tudor lo aspetta alla Continassa

Come dicevamo, però, nulla è lasciato al caso e il pensiero è fisso al campo, al calcio, alla crescita personale. Guidato da un’impresa locale – che di recente ha servito anche Marcus Rashford -, a Yildiz è stato concesso uno spazio riservato all’interno del Marbella Football Center, lo stesso utilizzato ogni estate da Huijsen. Facile immaginare da chi sia arrivato il suggerimento. Lavoro fisico e tecnica individuale per lui: dribbling secchi ai paletti, ricezione con spalle alla porta e poi conclusioni potenti nello specchio, con un portiere che non può far altro che osservare il pallone infilarsi sotto la traversa o in mezzo all’incrocio. Infine, dopo gli ultimi giorni di ferie, riecco la Continassa, dove il 24 luglio inizierà il raduno sotto la guida di Igor Tudor. Si torna a fare sul serio, con negli occhi l’obiettivo di restare con continuità sui livelli mostrati al Mondiale e senza nessuna distrazione. Anche il discorso rinnovo è già indirizzato: scadenza 2030 e ingaggio da circa 4 milioni a stagione. Nulla che richieda particolare attenzione da parte sua, semmai giusto una firma.

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Il destino nelle proprie mani. Una pallina di materiale plastico a cui dare la forma che più si preferisce, attraverso la totale abnegazione in quello che si fa e, soprattutto, nel lavoro quotidiano. A Kenan Yildiz sarà semplicemente – e fortunatamente – capitato di nascere con un talento speciale, ma questo non basta. Non si spiega solo così che a 20 anni si indossi la maglia numero 10 della Juventus, che da bambino un brand globale come Adidas decida di metterti sotto contratto, che i top club europei facciano a gara per averti tra le loro fila. Si spiega con la consapevolezza di essere speciale, tanto forte quanto lo è la tensione al miglioramento, la lunga rincorsa a voler essere il migliore.

Il ritorno a casa

Nulla è lasciato a caso lungo il percorso, nemmeno le ferie estive. Ogni tappa ha una sua spiegazione, un filo logico da seguire per arrivare mentalmente e fisicamente pronti al 24 luglio, il giorno in cui la stagione di Yildiz ripartirà con la maglia bianconera indosso. Finiti gli sforzi mondiali, il classe 2005 è tornato nella sua città natale, Ratisbona, in Germania. Dopo aver toccato le stelle, si scende giù per riprendere confidenza con le proprie radici, da tenere salde, da ricordare sempre. Perché sono queste a impedire che, come un palloncino gonfiato ad elio e sfuggito dalle mani di un bambino, si prenda il volo senza una direzione stabilita, trascinato dalle correnti. La casa di famiglia, insieme alla famiglia, e poi gli amici di sempre. Quelli che avranno dato le prime forme alle ambizioni di Kenan, lodandone il talento messo in mostra nei campetti e nei cortili della città bavarese, e che oggi lo riaccolgono da superstar, mentre continuano le loro vite, solo parzialmente messe in mostra dai larghi riflettori che seguono ogni movimento di Yildiz.

Relax per Yildiz

Dopo la Germania, un passaggio a Torino. Un ritocco all’acconciatura dal barbiere di fiducia, in un quartiere non troppo lontano dall’Allianz Stadium. Di questi tempi, l’immagine è un aspetto tutt’altro che secondario. E poi chissà se, tra una battuta e un’altra, non si sia ricordato chi per primo lo obbligò ad abbandonare il taglio lungo: Massimiliano Allegri. Quasi duemila chilometri dopo, ecco il trasferimento nel sud della Spagna, a Marbella. Lì dove è di casa il suo grande amico Dean Huijsen, sfidato solo poche settimane prima al Mondiale per Club. Svago, relax e gite in barca con il centrale del Real Madrid e la sua famiglia: un quadretto molto simile, se non fosse per lo sfondo alle loro spalle, a quanto si era soliti vedere dalle parti di Vinovo quando i due condividevano sogni, speranze e un posto nella rosa della Juve Under 19.

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Tudor lo aspetta alla Continassa