Mbangula, l'addio spiegato a cuore aperto: "Perché lasciare la Juve mi ha fatto bene"

L'ala classe 2004 è diventata un punto fermo del Werder Brema: sognando il Belgio, rivela i motivi della separazione dai bianconeri

Cambiare ha fatto bene, parola di Samuel Mbangula. L'ex attaccante della Juve, trasferitosi questa estate in Bundesliga al Werder Brema, ha parlato della sua esperienza bianconera direttamente dal ritiro del Belgio U21. Una parentesi, quella juventina, iniziata nel settore giovanile fino alla Next Gen. Poi, lo scorso anno, l'esplosione in prima squadra con tanto di rete all'esordio: le pressioni su di lui, per ammissione del diretto interessato, sono d'improvviso aumentate a dismisura. Nonostante ciò il classe 2004 sembra essere rimasto legato al mondo bianconero, vista la sua presenza all'Allianz Stadium in occasione dell'ultimo Juve-Milan. L'inizio dell'avventura in Germania, intanto, promette bene: 3 assist e 2 gol in 5 gare di Bundes, l'ultimo proprio prima della sosta.

Mbangula: "Juve, ci si aspettava tutto"

Mbangula si è così espresso a RTBF dal ritiro di Tubize: "Cambiare aria mi ha fatto bene. Alla Juve, dopo un inizio travolgente, si era insinuata una certa paura di fallire. Ero passato da una situazione in cui non ci si aspettava nulla da me a un'altra in cui ci si aspettava tutto da me. È una fase che bisogna attraversare nella propria carriera. Oggi mi metto meno pressione perché ho capito che non serve a nulla".

La scorsa estate il trasferimento in Bundesliga: "È bello ritrovare spazio in un campionato il cui stile di gioco mi si addice di più. Ci sono più spazi, si gioca di più. In Serie A era più chiuso, più tattico. In Germania si dà spazio al collettivo, ovviamente, ma anche alle individualità. Il mister (Horst Steffen) mi ha detto di non preoccuparmi, che avrei avuto la libertà di cui avevo bisogno".

Il sogno Belgio

Con le prestazioni tra Werder Brema e U21, Mbangula spera di guadagnare un posto con la nazionale maggiore del Belgio. L'ex Juve è però consapevole della forte concorrenza nel ruolo, viste le tante ali tra cui può scegliere il ct Rudi Garcia: "È vero che il Belgio produce molti più ali di qualità rispetto ad altre nazioni. I giocatori che ci hanno fatto sognare, che abbiamo guardato durante tutta la nostra infanzia, erano ali. È logico che vogliamo imitarli. Il talento non manca in Belgio, purtroppo o per fortuna, si sviluppa in quel ruolo. Da parte mia, posso contare sulla mia versatilità. Il mio ruolo principale è quello di ala, ma posso giocare come numero 10 dietro l'attaccante o anche come centrocampista centrale e in altre posizioni. Quindi non ho paura della concorrenza".

Come convincere Garcia? Mbangula risponde così: "Continuo a mettermi alla prova quando vengo in Under 21. A un certo punto, sarà il momento di tornare in prima squadra. O forse no. Non lo so. Ho fiducia in me stesso, nei piani di Dio e vedremo come andrà...", racconta serenamente Mbangula, che sottolinea come non sia "ossessionato" dalla partecipazione alla prossima Coppa del Mondo.

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