Giraudo, parla l'avvocato: "Sarebbe una svolta clamorosa"
“La nostra richiesta è che la legge che regola l'ordinamento sportivo, che impedisce un controllo giurisdizionale, venga mandata come questione pregiudiziale di giustizia europea, in quanto noi riteniamo che sia palesemente in contrasto coi principi del diritto europeo” - così l’avvocato Amedeo Rosboch, al termine dell’udienza presso la prima sezione ter del Tar del Lazio. “Sarebbe una svolta clamorosa - prosegue - perché una volta che la Corte di giustizia europea dovesse dichiararla incompatibile coi principi dell'ordinamento italiano dovrebbe porre dei rimedi e consentire a chi subisce un provvedimento di natura sanzionatoria di poter ricorrere a un giudice per ottenere l'annullamento del provvedimento non solo avere una tutela risarcitoria. Tempi per una sentenza? Un mese, due mesi”. Poi conclude: “Speriamo che il Tar ritenga che questa legge sia incompatibile col diritto europeo e che quindi rimandi alla Corte di Giustizia di Lussemburgo. Ottimisti? Sì, sempre per definizione”.
"Una cosa mai vista. Chiara violazione del diritto europeo"
“Non sarebbe una cosa bella se una cosa così la facesse la Fifa, ma quando è uno stato membro fondatore questo non si può. C'è una legge dello Stato italiano che impedisce a milioni e milioni di italiani di arrivare a un giudice che possa annullare una decisione di una associazione di imprese come la federazione sportiva. E lo stesso per migliaia e migliaia di società, di club” - così Jean-Louis Dupont, avvocato del pool di Antonio Giraudo, al termine dell’udienza. Poi prosegue: “Questa è una cosa inaudita, mai vista, unica. È un capolavoro, che noi vogliamo questionare dove si deve questionare e io sono convinto che questi giudici faranno il loro lavoro, facendo il rinvio pregiudiziale a Lussemburgo: è l’unica cosa che si può fare”.
Infine conclude: “Questo processo del signor Giraudo cominciò nel 2006, poi 2011. Sono passati quasi venti anni. Ma è uno scherzo? Una persona ha un diritto a essere giudicata in un tempo ragionevole. Venti anni è una vita. E perché non è possibile oggi avere la parola finale di questa storia? Perché c'è una legge che impedisce di potere avere un giudice che dice sì o no. Qua c'è un giudice che può dire ‘hai ragione, questa decisione della Figc non è bella. Ti do un po' di soldi’. Ma io non posso annullare tutto questo. Questa è una violazione del diritto europeo. La più chiara che ho visto nella mia carriera. E' stata completamente distrutta la professionalità forse del più importante e più capace dirigente sportivo italiano, senza avere la possibilità di rimediare a questo”.