TORINO - La Juventus, a costo di scendere a compromessi e nonostante la riluttanza a riconoscersi delle colpe nel merito, ha sanato all’alba dell’estate la propria posizione con la giustizia italiana. Il patteggiamento andato in scena riguardo il secondo filone d’inchiesta della Procura Federale, infatti, ha permesso al club bianconero di mandare in archivio ogni discorso extra-campo in Serie A e di guardare alla prossima stagione senza la Spada di Damocle delle eventuali, ulteriori, sanzioni sulla testa. Uno scenario che, a differenza della società e anche della maggior parte degli apicali di allora, non riguarda invece l’ex presidente Andrea Agnelli, ancora impegnato nella battaglia legale per difendere la sua innocenza, riscattare la propria immagine e – chissà – per tornare quanto prima attore protagonista.
Agenda fitta
Il percorso nell’alveo della giustizia da parte del numero uno della Juventus dal 2010 allo scorso gennaio, lasso di tempo in cui ha posato in bacheca la bellezza di 19 trofei, è teoricamente scandito da date precise: il 27 giugno appuntamento davanti al Tribunale Federale Nazionale per l’udienza relativa alle manovre stipendi, l’11 luglio replica invece al Tar del Lazio per il ricorso in merito all’inibizione incassata sul fronte plusvalenze. Già: solo teoricamente, però. L’agenda di Agnelli, nei prossimi giorni, è destinata a subire delle modifiche sostanziali.