Inchiesta Prisma, il dispositivo della Corte
La Corte, si legge nel dispositivo, "dichiara l'incompetenza del tribunale di Torino e ordina la trasmissione degli atti al pubblico ministero presso il tribunale di Roma. L'estratto della sentenza va immediatamente comunicato a cura della cancelleria al giudice che ha rimesso la questione". La Cassazione ha deciso dopo che il Gup di Torino, Marco Picco, lo scorso 10 maggio aveva sollevato la questione sulla competenza territoriale del procedimento legato all'inchiesta Prisma. Il procedimento riguarda come noto, i bilanci della Juventus dal 2018 al 2021, il rinvio a giudizio era stato chiesto dai pm Marco Gianoglio e Mario Bendoni, che si erano detti fiduciosi di mantenere il caso a Torino, la cui procura ha eseguito l'intera indagine culminata con le perquisizioni del 2022. Indagati la Juventus come persona giuridica e 12 tra dirigenti ed ex dirigenti del club, tra cui Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Fabio Paratici e Maurizio Arrivabene. La Procura di Torino, che dopo la decisione della Cassazione si è trincerata dietro un eloquente "no comment", contestava i reati di false comunicazioni sociali, ostacolo all'esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza, manipolazione del mercato.
La decisione della Corte di Cassazione
La Corte di Cassazione ha deciso, dopo l'eccezione sollevata dagli avvocati difensori dei manager della Juventus indagati per falso in bilancio, di spostare al Tribunale penale di Roma l'eventuale processo che verrà incardinato. La richiesta dei legali era stata motivata facendo notare ai magistrati della Suprema Corte che sebbene l'ipotesi di reato contestata agli indagati si era verificata a Torino, la Borsa si trova a Milano e i relativi server a Roma. I giudici, accogliendo la richiesta delle difese, hanno stabilito dunque che la competenza territoriale debba essere trasferita nella Capitale. Il verdetto è arrivato in tarda serata, dopo un'udienza camerale della Quinta Sezione Penale.