Monza, Palladino si racconta: chiamata Galliani, Juve, Europa e futuro

L'esempio del Sassuolo, l'Europa a pochi punti e i protagonisti: l'allenatore biancorosso ha parlato a Dazn Heroes
Monza, Palladino si racconta: chiamata Galliani, Juve, Europa e futuro© ANSA

Emozioni, aneddoti e i segreti di una stagione storica. Dalla Primavera alla prima squadra con la consapevolezza e l'incoscenza di poter dire la sua. A Monza Raffaele Palladino ha trovato una società pronta ad accogliere le sue idee di calcio e a dargli fiducia incondizionata sin dal primo momento. Dopo la salvezza raggiunta con largo anticipo e aver ottenuto la prima storica licenza Uefa, l'allenatore biancorosso si è concesso un'intervista a Dazn nel programma Heroes intervistato dall'amico Alessandro Matri. 

Aneddoti, Galliani, Berlusconi e l'esordio con la Juve

Riavvolgere il nastro della stagione e tornare al 18 settembre, o meglio a qualche giorno prima. Il Monza ha deciso di esonerare Stroppa e affidare la panchina a Palladino, in quel momento tecnico della Primavera. Scelta inusuale per certi versi, ma voluto e condivisa da Galliani e Berlusconi: "Era un lunedì mattina e io stavo preparando un allenamento della squadra Primavera. Galliani mi chiama alle 9 di mattina e mi dice: 'Secondo me devi essere tu l'allenatore della prima squadra. Però dobbiamo superare la prova del Presidente, stasera ti porterò ad Arcore'. Io ero un po' imbarazzato, Berlusconi non l'avevo mai visto né conosciuto, l'adrenalina iniziò a salire. La sera siamo andati a casa del presidente, è stato un momento molto bello ed emozionante e lì è partito tutto. In quel momento loro hanno capito la voglia che avevo dentro. Quando mi hanno chiesto quando avrei voluto cominciare, se dopo la Juve o subito, io risposi subito perché avevo davvero tanta voglia. Mi dissi: 'E' un treno da prendere al volo, una grande occasione, e me la voglio giocare sin da subito'. Penso ci sia stata da parte mia anche un po' di sana incoscienza, ma avevo un sano entusiasmo". L'esordio la vittoria e dell'andata e poi quella del ritorno con l'aneddoto della cravatta: "Nella partita dell'Allianz Galliani mi diss che se avessimo fatto risultato mi avrebbe regalato la sua cravatta, siccome io poco prima gli dissi che mi piaceva tanto. Ora la tengo qui in ufficio".

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Europa, futuro, modello Sassuolo e finale di stagione 

Un finale di stagione importante per il Monza. Tre partite per capire quale sarà la posizione finale in Serie A. Un occhio all'Europa, ma non per Palladino: "Abbiamo fatto un grande campionato, non era facile da neopromossa. In tanti si chiedono come sarà possibile ripeterlo il prossimo anno. Intanto prendiamoci ciò che è stato fatto. Non parliamo di Europa, adesso. L'ho detto, vogliamo finire bene. I ragazzi sono stati incredibili e abbiamo ancora qualcosa di storico che potremmo scrivere". Tra il finale di stagione e il futuro suo sulla panchina del Monza: "Vogliamo finire bene e lavorare possibilmente per la prossima stagione: tutto ciò che verrà avremo modo di definirlo con la società". Poi i modelli da seguire: "Il Sassuolo vogliamo prenderlo come esempio. Sono una realtà importante in Serie A, il primo anno hanno fatto tanti acquisti e poi si sono consolidati e hanno dato continuità".

Carlos Augusto, Pessina, Di Gregorio, Ciurria e Machin

Dal campo ai singoli, Matri ha indicato alcuni nomi tra i protagonisti di questo Monza e Palladino ne ha sottolineato l'importanza nel gruppo: "Io credo Carlo Augusto abbia tutto per diventare un top player. Merita di giocare in un top club, di giocare la Champions League e anche di essere chiamato dalla Nazionale. Lui è preciso e attento, quest'anno è cresciuto tanto e ha alzato il livello. Giocatore unico". Dal terzino brasiliano a Ciurria e Machin: "Sono felice per Patrick perché è un ragazzo d'oro e gli vogliono tutti bene. Io lo uso ovunque, per me è un jolly e può fare qualsiasi cosa: è molto intelligente. Machin era un anarchico, innamorato del pallone. Lo abbiamo provato in diverse posizioni, ma penso quella giusta per lui sia proprio in mezzo perché ci può dare qualità e quantità". Poi il capitano Matteo Pessina: "L'ho conosciuto a Spezia. Percepivo già maturità in lui. Per me è un secondo allenatore in campo e lo coinvolgo anche in certe scelte tecnico tattiche". A chiudere l'importanza di Di Gregorio: "Lui è molto bravo coi piedi e per la costruzione dal basso che chiedo io è perfetto. Dopo gli errori riesce a resettare subito e ripartire. Se abbiamo raggiunto grandi obiettivi il merito è anche suo". 

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Emozioni, aneddoti e i segreti di una stagione storica. Dalla Primavera alla prima squadra con la consapevolezza e l'incoscenza di poter dire la sua. A Monza Raffaele Palladino ha trovato una società pronta ad accogliere le sue idee di calcio e a dargli fiducia incondizionata sin dal primo momento. Dopo la salvezza raggiunta con largo anticipo e aver ottenuto la prima storica licenza Uefa, l'allenatore biancorosso si è concesso un'intervista a Dazn nel programma Heroes intervistato dall'amico Alessandro Matri. 

Aneddoti, Galliani, Berlusconi e l'esordio con la Juve

Riavvolgere il nastro della stagione e tornare al 18 settembre, o meglio a qualche giorno prima. Il Monza ha deciso di esonerare Stroppa e affidare la panchina a Palladino, in quel momento tecnico della Primavera. Scelta inusuale per certi versi, ma voluto e condivisa da Galliani e Berlusconi: "Era un lunedì mattina e io stavo preparando un allenamento della squadra Primavera. Galliani mi chiama alle 9 di mattina e mi dice: 'Secondo me devi essere tu l'allenatore della prima squadra. Però dobbiamo superare la prova del Presidente, stasera ti porterò ad Arcore'. Io ero un po' imbarazzato, Berlusconi non l'avevo mai visto né conosciuto, l'adrenalina iniziò a salire. La sera siamo andati a casa del presidente, è stato un momento molto bello ed emozionante e lì è partito tutto. In quel momento loro hanno capito la voglia che avevo dentro. Quando mi hanno chiesto quando avrei voluto cominciare, se dopo la Juve o subito, io risposi subito perché avevo davvero tanta voglia. Mi dissi: 'E' un treno da prendere al volo, una grande occasione, e me la voglio giocare sin da subito'. Penso ci sia stata da parte mia anche un po' di sana incoscienza, ma avevo un sano entusiasmo". L'esordio la vittoria e dell'andata e poi quella del ritorno con l'aneddoto della cravatta: "Nella partita dell'Allianz Galliani mi diss che se avessimo fatto risultato mi avrebbe regalato la sua cravatta, siccome io poco prima gli dissi che mi piaceva tanto. Ora la tengo qui in ufficio".

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