Pagina 3 | De Laurentiis: “Giuntoli mi ha nascosto che era juventino, certe cose non le tollero”

"Ci vedremo dopo la Supercoppa e vi racconterò tutta la verità". E' stato di parola Aurelio De Laurentiis che ha convocato una conferenza stampa a Castel Volturno dove ha trattato diversi argomenti. C'è stata grande attesa per le sue parole, dopo che la stessa è stata annunciata dal presidente del Napoli. Tra i temi il numero uno azzurro ha parlato dell'addio di Spalletti, di quello di Giuntoli dove ha tirato una bordata all'ex uomo mercato dei partenopei ora alla Juve: "Certe cose non le tollero". Poi il mercato, Garcia e il momento della squadra.

Napoli, la conferenza di De Laurentiis

Aurelio De Laurentiis ha preso parola in conferenza stampa e ha spiegato i vari motivi della frase detta a dicembre dopo Monza: "Questa situazione è tutta colpa mia". Ecco la sua spiegazione: "Qui siamo in una famiglia. Devo considerare il parterre napoletano una bella famiglia. Dopo aver vinto lo scudetto non posso coltivare la cultura del dubbio perché fa male al fegato e fa male al cervello. Devo dare atto a Umberto Chiariello perché ha azzeccato la sequenza delle cose anche se ultimamente non sono d'accordo con lui. Certe cose non è sempre possibile dirle e recitarle mentre accadono perché si pensa che si possano risolvere. Soltanto alla morte non c'è rimedio. Io avevo fatto bene il contratto a Spalletti, gli avevo fatto lo stesso di Benitez, e ho deciso di esercitare l'opzione, che non è un fatto bilaterale, ma unilaterale e ha un valore. Con entrambi prevedeva un ulteriore anno per un'altra stagione. Entro in un termine predefinito e avevo il diritto di esercitarla con una comunicazione scritta in modo legale e con una pura esecuzione giuridica. Cosa è successo? Nella scorsa stagione a novembre e dicembre siamo stati in ritiro in Turchia per la pausa dei Mondiali, abbiamo avuto un grande gennaio e febbraio, poi da marzo siamo calati. Kvara era stata la grande star, ma poi da marzo a novembre è calato tantissimo e questo può portare problemi". Il presidente ha continuato sul discorso Spalletti...

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De Laurentiis: addio Spalletti

Il presidente ha continuato: "Io devo riconoscere a Spalletti, dove nel primo anno gli ho fatto un cleaning dei personaggi che remavano contro il club, che ha deciso nel secondo anno di dormire nel centro sportivo a Castel Volturno. Questo significa stare sempre sul pezzo, cosa che vedrete nel film che io sto per montare e fare uscire nei Cinema, forse ad aprile. A un certo punto questo bellissimo impasto da cuocere non lievita come dovrebbe. Io ci rimango male soprattutto con l'uscita dalla Champions. Se è andata in finale l'Inter che è arrivata a venti punti da noi in campionato, mi sono chiesto perché non potessimo andarci noi. Vincere lo scudetto è stato importantissimo dopo 33 anni, ma vincere anche la Champions era una cosa che avrebbe portato 100 milioni nelle casse della società con l'ingresso al Mondiale per Club".

De Laurentiis ha proseguito su Spalletti: "Dopo la sconfitta con il Milan ho detto 'si sarà ammosciato Spalletti' ma gli ho dimostrato di essere con lui anche con l'uscita dalla Champions così gli mandai giuridicamente l'esercizio dell'opzione con un PEC (lo strumento che si deve utilizzare in questa situazione n.d.r.) per la stagione successiva. Mai avrei creduto che nella cena del 12 maggio che lui ci comunicasse di volersi prendere un anno sabbatico per tornare nella sua terra e portare avanti la sua azienda. Io prima di tutto non mi davo per vinto e volevo trovare un modo per trattenere, giuridicamente e amichevolmente, Spalletti. Mi era venuto il dubbio che Gravina lo avesse contattato ma resta un mio dubbio senza prove. Qual è stato il mio errore? Quello di accettare la sua richiesta dopo avermi portato lo scudetto dopo 33 anni. Il motivo del suo addio? Forse lui ha immaginato di aver tirato fuori dal gruppo il massimo di quello che si potesse tirare fuori. Poi non sono nella testa di Spalletti e nei suoi pensieri. Per uno che non ha mai vinto in Italia e In Europa, la Russia non la considero, esci fuori anche da vincitore ed è umana come cosa. Ed è l'unica benevola che mi viene in mente". E su Giuntoli...

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De Laurentiis, bordata a Giuntoli

De Laurentiis ha continuato sul discorso futuro del Napoli: "Io vedo avanti al 2030. A un certo sto immaginando quello che devo fare perché in quella stagione questa squadra e società sia economicamente in grado per competere con le più forti al mondo ed è questo il mio obiettivo. Io non mi sono mai permesso di dire che città è questa? Che sporcizia c'è in giro... Io ho sempre portato avanti la napoletanità come mi ha insegnato mio padre. Quando vedo dall'altra parte critiche, anche giuste, ma non da tifosi del Napoli da parte vostra non fate il bene della squadra. Ci sarebbe da portare avanti un progetto tutti insieme: io ho un bilancio positivo di 80 milioni e un credito di 147 milioni. Quando ho preso Giuntoli, che veniva dalla Serie D, nessuno si è chiesto chi fosse. Lui è cresciuto con noi per 8 anni nascondendomi la sua fede nella Juve, avessi saputo non l'avrei trattenuto. Io gli voglio bene e sarò sempre pronto a dargli una mano, ma certe cose non le tollero. Lui è stato un separato in casa da novembre, nelle orecchie mi diceva di voler andare alla Juventus. Figurati se lo facevo rimanere per quattro milioni di euro buttati nel cesso. Vuoi andare alla Juve? Vattene alla Juve.". Il presidente ha poi raccontato un retroscena legato alla Superlega e all'incontro con Florentino Perez...

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Tema Superlega, De Laurentiis: "Ho incontrato Florentino Perez"

Aurelio De Laurentiis ha parlato del tema Superlega: "Arriverà un momento in cui tutti dovranno ragionare in maniera diversa. Quando ho incontrato Florentino Perez ad Alicante, gli ho detto che aveva avuto il merito di lanciare un elemento scatenante con la Superlega. Il problema è che non si può più andare avanti come stiamo facendo per una serie di questioni sbagliate. Quando ragioni come monopolio, sei antidemocratico. Perez ha avuto dalla corte europea la soluzione a tutti i problemi, si studia una competizione che parta da 5 miliardi e possa arrivare a 100 miliardi d’entrate".

Sul tema allenatore ha parlato di Thiago Motta: "Stava nella lista dei nostri eventuali allenatori da Napoli però già in una conversazione avuta con lui a Roma mi disse che lui puntava ad allenare squadre fuori dall'Italia. Quando vai a fare una scelta di un allenatore deve essere bilaterale. Lo stesso è successo con Luis Enrique, siamo stati due giorni a parlare ma poi ha scelto Psg. Al signor Dragusin gli ho offerto più soldi, mi disse che aveva un'offerta dal Bayern e ha preferito la Premier, di fronte a questi episodi non si può combattere". 

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"Io il problema? Spalletti non l'ha portato Giuntoli"

Il presidente ha risposto in modo molto secco alle domande contro di lui: "Se sono il problema? No, non penso di esserlo. Il De Laurentiis del futuro sarà quello che ha gestito il Napoli per 19 anni, con una non-conoscenza del calcio. Quando sono arrivato qui ho avuto l'aiuto di Pierpaolo Marino e altri all'inizio. Però i giocatori più importanti li ho portati e trattati io. Lo stesso Spalletti non l'ha portato Giuntoli, in quel di gennaio, quando Gattuso non si sentiva bene, andai a trovare Luciano con Chiavelli a Milano, lo convinsi ad accettare. Lui non voleva, ma gli strappai un ok. Andai avanti fino a giugno, pur subendo l'eliminazione dalla corsa Champions. Al suo primo anno è arrivato al terzo posto, dovevamo ringraziarlo, gli scrissero che doveva andare via e altre cose irripetibili. Napoli è una città complessa, bisogna avere l'umiltà di ascoltare tutti e poi accontentare. Penso di portare avanti il club secondo la mia cultura del fare, sempre. Ci sono i miei soldi personali a garanzia, ho bisogno che le leggi non siano così restrittive e poco d'aiuto a chi vuole investire".

"Abbiamo svenduto il campionato"

"La Lega deve staccarsi dalla Federazione? Lo dico da anni. L’Inghilterra è l’unica che fa un certo tipo di calcio che fattura in tutto il mondo, noi non ne vogliamo sapere. Perché tanto i tifosi che vanno allo stadio portano voti politici. Il problema è azzerare la Melandri, che ha rovinato il cinema e il calcio. Noi abbiamo svenduto il campionato a Dazn e Sky -  ha spiegato De Laurentiis. Poi ha proseguito: "Il problema non sono le 18 squadre, ma quali squadre. Abbiamo una colonna che compete per retrocedere e l’altra per i primi posti, questo sottrae competitività ai tornei. Noi combattiamo in un contesto ancora sbagliato, ma siamo l'unica squadra in Italia con un bilancio attivo e che gioca con squadre che non dovrebbero neppure iscriversi al campionato per i debiti. Fatturiamo meno del Milan, Inter e Juve, ma dobbiamo essere perfetti e ce la metteremo sempre tutta.".

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De Laurentiis a Garcia: "Cosa cavolo vuoi fare?"

Il numero uno del Napoli ha raccontato un aneddoto su Garcia, una delle gocce che ha portato all'esonero: "Perché l'ho mandato via? Sono sceso nello spogliatoio dicendo che sbagliava a giocare così, mi disse 'Mi lasci fare'. O lo mandavo affanculo, o stavo zitto. All'intervallo gli dissi 'che cazzo vuoi fare? farti cacciare?!' Questo cavolo di Empoli ci crea sempre problemi".

"Rinnovo di Kvara? Ho chiamato il clan"

"Ho chiamato il clan di Kvicha cinque mesi fa e ci siamo riuniti in ufficio. Ho riferito come avrei voluto prolungare il contratto, poi mi hanno detto di parlarne a fine stagione" - ha spiegato De Laurentiis. Poi sullo stadio: o parlato con il sindaco Gaetano Manfredi, se non me lo danno entro 120 giorni, lo costruirò altrove, forse ad Afragola, poiché lì ci sarà la stazione della metro. Sto valutando anche il litorale di Pozzuoli per quanto concerne il centro sportivo.

Il futuro di Mazzarri e il caso Zielinski

Il presidente ha risposto anche alle domande sul futuro di Mazzarri: "È un amico della famiglia. Mi fa incazzare essere reputati di passaggio, lasciatelo lavorare: sarà quel che sarà. Ma vi pare che io adesso vi dica l'identikit di un nuovo allenatore?". Poi su Zielinski escluso dalla lista Champions: "Il rendimento di Piotr nelle ultime 10 partite è stato deludente, la scorsa estate mi aveva detto che voleva restare. Ce l'ho a morte con Bolek (il suo agenten.d.r.), perché lo vuole trasferire in altre squadre per guadagnarci di più. Ora potrebbe avere paura d'infortunarsi perché deve ancora firmare il suo contratto".

 

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De Laurentiis, bordata a Giuntoli

De Laurentiis ha continuato sul discorso futuro del Napoli: "Io vedo avanti al 2030. A un certo sto immaginando quello che devo fare perché in quella stagione questa squadra e società sia economicamente in grado per competere con le più forti al mondo ed è questo il mio obiettivo. Io non mi sono mai permesso di dire che città è questa? Che sporcizia c'è in giro... Io ho sempre portato avanti la napoletanità come mi ha insegnato mio padre. Quando vedo dall'altra parte critiche, anche giuste, ma non da tifosi del Napoli da parte vostra non fate il bene della squadra. Ci sarebbe da portare avanti un progetto tutti insieme: io ho un bilancio positivo di 80 milioni e un credito di 147 milioni. Quando ho preso Giuntoli, che veniva dalla Serie D, nessuno si è chiesto chi fosse. Lui è cresciuto con noi per 8 anni nascondendomi la sua fede nella Juve, avessi saputo non l'avrei trattenuto. Io gli voglio bene e sarò sempre pronto a dargli una mano, ma certe cose non le tollero. Lui è stato un separato in casa da novembre, nelle orecchie mi diceva di voler andare alla Juventus. Figurati se lo facevo rimanere per quattro milioni di euro buttati nel cesso. Vuoi andare alla Juve? Vattene alla Juve.". Il presidente ha poi raccontato un retroscena legato alla Superlega e all'incontro con Florentino Perez...

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