De Laurentiis, la scelta della Juve
Un attacco al quale la Juventus non replica, decidendo così di snobbare le dichiarazioni di Adl. Nell’incipit dell’intervista De Laurentiis aveva toccato altre tematiche: «Mi hanno dato del visionario, poi però tutto quello che avevo previsto, è accaduto. Vengo dal cinema, continuo a farlo e considero ancora oggi il pubblico il mio vero committente. Se avessi dovuto fare solo i film che piacevano a me, non avrei mai ottenuto successo. Devi interpretare le tendenze. Non sapevo nulla del calcio perché venivo dal basket, ma questo per me è stato un vantaggio, perché lo vedevo come un mondo di intrattenimento, come un’industria. Oggi è un’industria schiava di alcune istituzioni che dovendosi mettere il vestito del comando, ne hanno limitato lo sviluppo. Chissà mai se arriveremo mai al tempo effettivo, forse sarà sempre troppo tardi quando si troverà la verità negli altri sport e questa sarà applicata e non rigettata».
De Laurentiis: "L'economia del calcio è malata"
«Il calcio è malato. Il motivo? Perché l’economia del calcio è malata. Perché campionati e squadre non sono in grado di competere sotto il punto di vista finanziario. In questo modo, i campionati non sono produttivi abbastanza. Quando la Uefa stanzia per la Champions League 2,4 miliardi di euro, per l’Europa League più di 500 milioni e per la Conference League più di €238 milioni, io lo capisco. Ma se tutte le squadre sono indebitate questo significa che tale somma di denaro non è sufficiente. Cioè che questo non è un calcio sostenibile. Non solo non è sostenibile, ma giochiamo anche tante gare. Quindi, quando ciò accade, è come se buttassi tutto all’aria. Finisci per non attrarre più il pubblico».