Karamoh e Radonjic
Peggio ancora è andato Karamoh, nonostante nella seconda parte del campionato scorso avesse a più riprese garantito un rendimento convincente. Tempi lontani, guardando a un presente nel quale, dopo un primo tempo da titolare mal interpretato contro il Cagliari, e la conseguente sostituzione nell’intervallo, del francese si sono progressivamente perse le tracce. Juric gli ha concesso ancora una mezzora a san Siro contro il Milan, dopodiché mai più di un quarto d’ora tra la Salernitana, la Roma e il Verona. Era il 2 ottobre, ed è anche l’ultimo incrocio nel quale si è visto Karamoh in campo. E Radonjic? Ha iniziato bene, poi si è perso nel labirinto di una professionalità non sempre inappuntabile, tra gesti volgari nei festeggiamenti e sui social e qualche orario non rispettato. All’appello manca Vlasic, il quale dopo aver deciso la sfida contro il Sassuolo ha compiuto un nuovo passo indietro a Monza. Resta comunque il croato il trequartista sul quale Juric ha intenzione di insistere comprendendolo nel 3-5-2.
Da vedere se così sarà fin dalla trasferta di Bologna: tempo ce n’è tanto, il Toro sarà al Dall’Ara lunedì 27, ma tecnico e staff vogliono prevedere un lavoro specifico di recupero del giocatore, dopo che il ct croato Dalic lo ha rimandato a Torino verificandone un ritardo nella condizione. Probabile, mancando alla ripresa più di dieci giorni, che Vlasic contro i rossoblù sarà comunque in campo dal primo minuto. E in una squadra sormontata dalla due punte, cioè Sanabria (ora impegnato con il Paraguay nelle sfide contro Cile e Colombia) e Zapata. E qui si torna al punto di partenza, a quel “confronto-madre” dopo il quale Juric ha varato il Toro a due punte. Un tentativo era stato fatto a Roma contro la Lazio, ma in maniera convinta è dal successo di Lecce che il modulo attuale ha preso piede, portando 7 punti in 3 partite. Portando evidenti benefici: i tiri totali contro il Verona erano stati 8 (Zapata unica punta), contro il Sassuolo sono saliti a 21 (granata con Zapata e Sanabria). Con il Monza il dato è sceso, ma i tiri complessivi sono comunque stati 12 (un terzo più che col Verona). La strada è segnata, dopo il ballo delle punte terminato al Via del Mare. Resta, però, un punto da migliorare considerevolmente: i due centravanti hanno segnato appena 2 reti (una a testa). Mentre Pellegri, l’alternativa, è ancora fermo a quota 0: troppo poco per un Toro con i due attaccanti.