Si sono guardati negli occhi, anticipando da uno spazio emotivo, sottile, quanto avrebbero poi verbalizzato. Protagonisti del confronto - uno è stato decisivo, ma altri hanno fatto seguito - Juric, Zapata e Sanabria. Un punto di svolta al quale l’allenatore e i due centravanti sono arrivati dopo un periodo di sofferenza tattica, e conseguentemente tecnica, patita dal Torino. Varato dal croato, in questa stagione, sulla falsariga di quello visto, e a tratti ammirato, nelle precedenti due annate. Quindi con il 3-4-2-1.
Juric e il nuovo modulo per il Toro
Juric ne aveva parlato a più riprese in estate, ma ha avuto bisogno di qualche partita per comprendere che, senza un giocatore in grado di cucire gioco tra centrocampo e attacco, lo spartito era da modificare. L’elemento in questione è Miranchuk, rientrato all’Atalanta dove certo non è un punto fermo della squadra di Gasperini. Se i trequartisti in rosa avessero fatto un salto di qualità, e pur mancando il collettore tra i reparti, i granata sarebbero anche potuti procedere con il vecchio modulo, ovviamente interpretato in base alle caratteristiche dei calciatori in rosa. Così, però, non è stato: Juric credeva nella maturazione di Seck, ma il senegalese pur avendo un atteggiamento ideale in allenamento, in partita non è riuscito a trasferire il buono offerto al Filadelfia.