Buongiorno per Zapata, Soppy e soldi: il Toro si vende un pezzo di futuro

Altro che big incedibili: il "capitan futuro" di Cairo, l’unico figlio del Fila adorato dai tifosi, usato per tappare il buco in attacco con una scommessa di 32 anni. C’è l’ok tra i club: i dettagli

TORINO - Bergamo può svegliarsi con il Buongiorno, il Toro è vicino a vendersi un pezzo non indifferente di futuro. Clamorosa e sorprendente la riapertura della trattativa lampo tra l’Atalanta e il club granata che sta per portare alla cessione del difensore centrale ai nerazzurri. Che al Torino girerebbero 17 milioni più il cartellino di Zapata e Soppy (più facile il prestito con diritto di riscatto che l’acquisizione definitiva, per quest’ultimo). Buongiorno, ieri al Fila, non ha salutato nessuno, ma il dt dei lombardi D’Amico confida di chiudere l’affare nella giornata odierna.

Un eufemismo definire travagliato il pomeriggio di Buongiorno. Al difensore granata non sono soltanto passate davanti tutte le immagini della passata, meravigliosa stagione. I ricordi sono ben più radicati, hanno radici profonde che per il ragazzo non sono facili da strappare e piantare a Bergamo. Buongiorno sarebbe dovuto essere il riferimento tecnico e morale del Torino per tanto tempo, dopo essere stato un simbolo lungo tutto il percorso del settore giovanile. Vissuto con la fascia di capitano al braccio che è poi arrivato a indossare con gli occhi lucidi e l’orgoglio di chi sente una speciale, unica appartenenza a un club. Chi gli è vicino ne ha raccontata la mostruosa fatica a sostenere con un minimo di presenza l’allenamento di ieri. Attraversato con la testa addensata dai suddetti ricordi e dalle valutazioni sul futuro. Senza l’offerta dell’Atalanta, accettata da Cairo e Vagnati e sottoposta al giocatore attraverso il suo agente Riso (lo stesso di Juric), mai avrebbe anche solo pensato a lasciare il Torino. E invece si è trovato a sfogliare la margherita, anzi un prato di margherite di fatto senza trovare la soluzione al rebus. Il tema non è accettare o meno le lusinghe dell’Atalanta che in questo frangente storico è un club più ambizioso del Torino, ma provare a rompere il cordone ombelicale che allo stesso Torino lo lega. Certo Buongiorno è un professionista, ma tra tutti quelli che fanno parte della rosa di Juric è l’unico con un autentico spirito granata. «Buongiorno sente il derby in modo particolare, vorrei che anche altri suoi compagni sentissero la storia di questo club come lui», diceva l’allenatore prima della gara contro la Juve di febbraio. Poi, prima dell’ultima gara di campionato contro l’Inter, lo stesso tecnico croato aveva aggiunto frasi inequivocabili: «Forse l’unico che non dovrebbe mai essere venduto è Buongiorno. Ognuno ha il suo prezzo, ma per me Buongiorno rappresenta il Torino».

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Buongiorno, Cairo e Vagnati hanno riaperto la trattativa con l'Atalanta

Una posizione che non è collimata con quella di Cairo e Vagnati. I quali dopo aver capito di non essere nelle condizioni di monetizzare da Schuurs, nel momento in cui l’Inter ha chiuso per Pavard e senza la giusta offerta proveniente dalla Premier, hanno riaperto con l’Atalanta la trattativa per la cessione di Buongiorno. Anche legata alla necessità di dotare l’attacco di quel centravanti più volte invocato da Juric. Il quale spesso ha premuto per l’arrivo di un bomber: Zapata - sul quale Vagnati si è gettato dopo aver abbandonato la soluzione Barrow (ha scelto i soldi dell’Al’Taawoun Fc in Arabia Saudita) e con Origi diretto al Burnley - è stato tale per tante stagioni. Tra il 2018 e il 2021, quindi in tre campionati, il colombiano ha messo a segno una caterva di gol, ben 56. Nel 21-22 è sceso a 10, lo scorso anno, anche a causa di diversi infortuni, si è fermato a 2 (in 25 partite). Saprà, a 32 anni compiuti il 1° aprile, riconfermarsi ad alti livelli? Il suo avvio di stagione è stato più che positivo, ma è chiaro che la sua carriera, a differenza di quella di Buongiorno, abbia preso la curva discendente. Probabilmente nell’immediato potrebbe risolvere il problema del gol, al Toro, ma comunque non sarà l’attaccante al quale affidare il reparto sul medio, lungo periodo.

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Buongiorno e il rinnovo da poco firmato col Toro

A differenza del dottor Buongiorno, il quale con in tasca la laurea in Economia Aziendale ha da poco firmato il rinnovo con il club di Cairo con scadenza nel 2028. «Continuerà a essere protagonista e sicuramente sarà un grande capitano», dettava Riso al momento della firma. Si era a metà luglio. Pochi giorni dopo che Buongiorno si era immortalato, a New York, con Cairo. Il quale pure, soltanto martedì scorso, aveva chiaramente lasciato intendere che Buongiorno non si sarebbe mai mosso. Una serie di evidenti contraddizioni, anche lette nella contemporaneità di un mercato nel quale le posizioni ascoltate vanno sempre interpretate. Non aveva interpretato, ma scandito con la voce pescando dal cuore i nomi dei Caduti il 4 maggio scorso, il difensore. Un onore che, salvo ulteriori sorprese, non avrà più. Buongiorno è a mezzo passo dall’Atalanta, con il Toro che dai nerazzurri potrà ricevere 17 milioni, con allegati il cartellino di Zapata e il prestito dell’esterno Soppy. Difficile da credere, ma vero nell’estate che ha definitivamente lasciato andare il senso di appartenenza, tra un Buongiorno con il quale è destinata a svegliarsi Bergamo e i tiri Mancini portati dall’Arabia Saudita.

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TORINO - Bergamo può svegliarsi con il Buongiorno, il Toro è vicino a vendersi un pezzo non indifferente di futuro. Clamorosa e sorprendente la riapertura della trattativa lampo tra l’Atalanta e il club granata che sta per portare alla cessione del difensore centrale ai nerazzurri. Che al Torino girerebbero 17 milioni più il cartellino di Zapata e Soppy (più facile il prestito con diritto di riscatto che l’acquisizione definitiva, per quest’ultimo). Buongiorno, ieri al Fila, non ha salutato nessuno, ma il dt dei lombardi D’Amico confida di chiudere l’affare nella giornata odierna.

Un eufemismo definire travagliato il pomeriggio di Buongiorno. Al difensore granata non sono soltanto passate davanti tutte le immagini della passata, meravigliosa stagione. I ricordi sono ben più radicati, hanno radici profonde che per il ragazzo non sono facili da strappare e piantare a Bergamo. Buongiorno sarebbe dovuto essere il riferimento tecnico e morale del Torino per tanto tempo, dopo essere stato un simbolo lungo tutto il percorso del settore giovanile. Vissuto con la fascia di capitano al braccio che è poi arrivato a indossare con gli occhi lucidi e l’orgoglio di chi sente una speciale, unica appartenenza a un club. Chi gli è vicino ne ha raccontata la mostruosa fatica a sostenere con un minimo di presenza l’allenamento di ieri. Attraversato con la testa addensata dai suddetti ricordi e dalle valutazioni sul futuro. Senza l’offerta dell’Atalanta, accettata da Cairo e Vagnati e sottoposta al giocatore attraverso il suo agente Riso (lo stesso di Juric), mai avrebbe anche solo pensato a lasciare il Torino. E invece si è trovato a sfogliare la margherita, anzi un prato di margherite di fatto senza trovare la soluzione al rebus. Il tema non è accettare o meno le lusinghe dell’Atalanta che in questo frangente storico è un club più ambizioso del Torino, ma provare a rompere il cordone ombelicale che allo stesso Torino lo lega. Certo Buongiorno è un professionista, ma tra tutti quelli che fanno parte della rosa di Juric è l’unico con un autentico spirito granata. «Buongiorno sente il derby in modo particolare, vorrei che anche altri suoi compagni sentissero la storia di questo club come lui», diceva l’allenatore prima della gara contro la Juve di febbraio. Poi, prima dell’ultima gara di campionato contro l’Inter, lo stesso tecnico croato aveva aggiunto frasi inequivocabili: «Forse l’unico che non dovrebbe mai essere venduto è Buongiorno. Ognuno ha il suo prezzo, ma per me Buongiorno rappresenta il Torino».

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