Pagina 4 | Buffon, ritiro e futuro possibile tra Parma e Juve: cosa può succedere

Il più grande portiere di tutti i tempi ha scelto di smettere. Per chi, con decisioni di un milionesimo di secondo, ha cambiato la storia, buttandosi a destra o a sinistra, quella di uscire dai pali per l’ultima volta è stata la più sofferta. E, vale la pena sottolinearlo, non ancora ufficiale, perché Gianluigi Buffon, in arte Gigi, sono più le volte che ha spiazzato che quelle in cui si è fatto spiazzare e cambiare idea è del tutto lecito.

Tuttavia, oggi partirà per il mare con la testa schiarita dall’idea di lasciare il calcio giocato e giocare esclusivamente alla vita, lo sport più difficile ed eccitante del mondo. Avrebbe avuto ancora un anno di contratto con il Parma, avrebbe ricevuto dall’Arabia anche una di quelle offerte indecenti (ma nel suo caso, se non altro, congrua alla grandezza) che fanno girare la testa a molti; la proposta migliore, però, gliel’hanno fatta i figli e la sua compagna Ilaria D’Amico, così Gigi ha firmato con loro per l’incommensurabile ingaggio di goderseli. L’uscita più coraggiosa e meglio riuscita della carriera.

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Buffon, le scelte e la carriera di un campione

La scelta di smettere chiude, dunque, ventotto anni (!) di carriera da professionista, 932 partite da professionista, 29 trofei, fra cui spicca la Coppa del Mondo alzata a Berlino nel 2006, due mesi prima di iniziare il campionato di Serie B con la maglia della Juventus, dimostrando plasticamente cosa significhi essere veramente grandi. Anche quella non fu una scelta semplice, d’altronde quell’estate facile non lo era stata mai, iniziata con l’inferno delle accuse (poi evaporate) per scommesse, culminata vincendo il Mondiale da migliore attore protagonista, finita a Rimini per amore di un club e di un’idea. La somma delle scelte di uomo, anche del portiere più forte di tutti i tempi, dovrebbe fornirne un bilancio piuttosto attendibile della sua vita e la scelta che sta prendendo Gigi è di quelle che possono valere una plusvalenza importante (e assolutamente reale, non si allarmi Chiné). Anche perché se, come ormai sembra deciso, Buffon si dovesse ritirare, lo farebbe con la certezza che nessuno potrà mai eguagliarlo, perché quando si afferma che è il più grande di tutti i tempi non ci si deve neanche attorcigliare nelle disquisizioni tecniche sul fatto che tizio fosse più reattivo o sempronio migliore nelle uscite.

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Buffon, vent'anni al top

Buffon ha iniziato a essere uno dei primi tre portieri del mondo nei primi anni del 2000: all’epoca rivaleggiava con Kahn, Casillas, Cech e Dida che, in qualche stagione, gli hanno tolto il gradino più alto del podio. Poi hanno perso il loro smalto, sono usciti dalle prime posizioni, qualcuno ha smesso. Buffon è rimasto lì, trovando nuovi avversari come Neuer, Lloris, Navas e rimanendo sempre lì, fra i primi, anche quando si è affacciata una terza generazione con Donnarumma, Mendy, Ter Stegen, Courtois. La grandezza di Gigi si misura con quei vent’anni al top del mondo, con il trentennio di calcio che ha attraversato sempre da grande protagonista, sfidando le leggi della natura con i paradossi spazio-temporali che gli hanno consentito di giocare con i padri e i figli (Enrico e Federico Chiesa o Lilian e Marc Thuram), finendo la carriera in spogliatoi dove poteva essere serenamente il padre dei più giovani in rosa.

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Buffon, sarà vero addio?

Se tutto viene confermato, nei prossimi giorni ci sarà l’annuncio ufficiale: nessuna conferenza, tuttavia, è prevista, perché Gigi non ha voglia di celebrare troppo questo momento, ma di goderselo intimamente. "Ho parlato già troppo nella mia carriera", ha detto agli amici. Poi magari due parole le dice, ma anche l’idea di una partita di addio non lo eccita in modo particolare in questo momento. Piuttosto dovrà iniziare a pensare al futuro, a cosa fare da grande, lui che ha già quarantacinque anni, ma volando da un palo all’altro è sempre riuscito a tirare indietro le lancette prolungando all’infinito l’adolescenza. 
Lo aspetta un ruolo da dirigente del Parma, che il presidente Kyle Krause gli ha apparecchiato da tempo. Volendo un’antica promessa lo porterebbe dietro a una scrivania della Juventus: è vero, era una promessa di Andrea Agnelli che oggi non c’è più, ma Buffon ha un grande rapporto con John Elkann e chissà che la nuova Juventus non tenti Gigi. Serve tempo e non c’è fretta, per una volta non sta arrivando un tiro sul quale balzare in una frazione di secondo: probabilmente sarà una strana sensazione per Buffon, altrettanto probabilmente sarà bella.

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Buffon, sarà vero addio?

Se tutto viene confermato, nei prossimi giorni ci sarà l’annuncio ufficiale: nessuna conferenza, tuttavia, è prevista, perché Gigi non ha voglia di celebrare troppo questo momento, ma di goderselo intimamente. "Ho parlato già troppo nella mia carriera", ha detto agli amici. Poi magari due parole le dice, ma anche l’idea di una partita di addio non lo eccita in modo particolare in questo momento. Piuttosto dovrà iniziare a pensare al futuro, a cosa fare da grande, lui che ha già quarantacinque anni, ma volando da un palo all’altro è sempre riuscito a tirare indietro le lancette prolungando all’infinito l’adolescenza. 
Lo aspetta un ruolo da dirigente del Parma, che il presidente Kyle Krause gli ha apparecchiato da tempo. Volendo un’antica promessa lo porterebbe dietro a una scrivania della Juventus: è vero, era una promessa di Andrea Agnelli che oggi non c’è più, ma Buffon ha un grande rapporto con John Elkann e chissà che la nuova Juventus non tenti Gigi. Serve tempo e non c’è fretta, per una volta non sta arrivando un tiro sul quale balzare in una frazione di secondo: probabilmente sarà una strana sensazione per Buffon, altrettanto probabilmente sarà bella.

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