Nole, una serie interrotta che durava dal 2018
Qui a Wimbledon, malgrado l’età, Djokovic era finalista dal 2018. Da ieri anche quella serie di altissimo valore tecnico, si è chiusa. Ed è stato Sinner a chiudergliela in faccia, non in malo modo, ma certo con la voglia di farlo. È la prima volta che batte Nole sull’erba, significa che anche sulla superficie più dispettosa e infida del circuito, il divario che un tempo esisteva si è rimarginato, e il giovane che tanto lo ricorda gli è ormai davanti. Come sul cemento. Come sulla terra rossa. Come nella classifica.
Una supremazia difficile da accettare per Djokovic
Di certo, qualcuno dei tifosi di Nole, tra i più accaniti, avrà modo di pensare che senza quell’allungo negli ultimi game con Cobolli, Djokovic avrebbe potuto concorrere in modo diverso. Non lo so, l’idea che non stesse bene, il match l’ha data solo a tratti. Nole è ricorso all’aiuto del fisioterapista alla fine del secondo set, ma giocava contro uno costretto a tenere un braccio coperto da un manicotto elastico, che glielo faceva somigliare a un insaccato. E il risultato dei primi due set, del tutto sulle corde della racchetta di Sinner, non è certo il frutto combinato dei due infortuni, ma di una supremazia devastante e difficile da accettare. Sinner giocava in modo perfetto, quasi senza compiere errori, e l’ex Djoker non era in grado di replicare. Né ai servizi (il 90 per cento delle prime a segnare il punto, era un messaggio più che chiaro), né agli scambi da fondo campo, né a quelli nei pressi della rete. E subito dopo l’intervento del fisio, Djokovic ha avuto anche il momento migliore del suo match, avanti 3-0 con un break nel terzo set. Una situazione che una volta avrebbe potuto configurarsi come “delicata” per l’italiano, ma che è stata risolta con un’accanita rincorsa. Lì Sinner è apparso come una furia. Ha ottenuto cinque game senza più dare possibilità a Nole di frenare la slavina, e ha chiuso sul 6-4 dopo aver fallito due match point sul 5-3.
Sinner, arriva la quarta finale Slam
Quarta finale Slam, per Sinner. Dagli US Open dell’anno scorso a Wimbledon… Qui sì che si può calare un rimpianto: immaginatevi se avesse messo a segno uno dei tre match point nella finale parigina. Ora sarebbe a un passo dal terzo titolo e sempre più vicino al Grand Slam. Ma c’è Alcaraz a fronteggiarlo ancora una volta e a rendere la missione quanto mai complicata. Alcaraz che lo precede 8-4 nei testa a testa, che è avanti 5-3 nelle vittorie Slam. Sinner può rispondere con la sua classifica, sempre più da numero uno. L’anno scorso raggiunse i quarti, ora è in finale. Se vince salirà oltre i 12 mila punti, di contro resterà davanti ad Alcaraz di 2000 punti. C’è modo di dormire tranquilli. Spero lo faccia.
