MILANO - Francesco Acerbi pure ieri, nel colloquio avuto con il club, ha ribadito all’ad Beppe Marotta e all’avvocato Angelo Capellini il suo pensiero, ovvero che non c’era nessun intento discriminatorio e razzista nelle parole da lui dette a Juan Jesus nel secondo tempo della gara con il Napoli. L’Inter - che è molto contrariata con il giocatore e pure con il suo procuratore, Federico Pastorello - ha preso atto. Contestualmente - e questo è sintomatico degli umori dirigenziali - ha pure deciso di non fare un comunicato, come invece inizialmente previsto: la situazione, dopo la gravissima denuncia di Juan Jesus è spinosa come un cactus e alquanto imbarazzante.
Il caso Acerbi non va archiviato: il razzismo si combatte anche a parole
Inter, il caso Acerbi è un autogol planetario
Dopo le troppe parole in libertà pronunciate lunedì da Acerbi e dal suo agente (senza tutto quel clamore mediatico, il caso sarebbe facilmente rientrato alla luce proprio dalle frasi pronunciate dallo stesso Jesus nel post partita), sarebbe stato controproducente continuare a supportare una tesi che può portare a un autogol planetario per un club che ha sempre fatto dell’antirazzismo un orgoglio a partire dal nome: Internazionale.
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