L'arrivo in Italia e l'amico Mancini
La Roma è stata la prima ad assicurarselo nel 1992: 8 miliardi e mezzo di lire. Due stagioni di ambientamento in Italia, con un solo gol in Serie A, ma con cinque reti in Coppa Italia, compresa quella segnata in finale al Torino 1993, inutile per contrastare il successo finale dei granata. Dalla Roma è passato alla Samp nell’estate 1994, prima in prestito e poi riscattato. È stato lì che Sinisa ha stretto l’amicizia forse più grande ricevuta dal calcio: Roberto Mancini. Insieme hanno giocato in blucerchiato, insieme hanno vinto scudetto e trofei con la Lazio, insieme hanno allenato l’Inter tra il 2006 e il 2008, con tre scudetti conquistati. Il periodo alla Lazio è stato il più importante del Sinisa calciatore. Vi ha conquistato appunto il campionato nel 1999-2000, con l’ultima gara contro la Reggina mentre la Juve cadeva a Perugia, nonché la Coppa Coppe del 1999 (l’ultima della storia), la Supercoppa europea quello stesso anno, le due Coppe Italia nel 2000 e 2004. Proprio nel 2004, a 35 anni compiuti, ha scelto l’Inter per raggiungere l’amico Mancio. In realtà Milano ha segnato anche il passaggio da atleta a tecnico, da calciatore ad allenatore.
Il Sinisa allenatore
Con il carisma e il temperamento che lo hanno reso differente da qualunque altro collega, il passaggio per Sinisa non è stato certo difficile. Il primo incontro con Bologna e il Bologna, due pezzi che sono stati fondamentali nell’esistenza di Sinisa, è dell’autunno 2008. La squadra emiliana, allenata da Daniele Arrigoni, versava in cattive acque. Sinisa era stato presentato alla stampa il 3 novembre. I 20 punti ottenuti dal serbo hanno aiutato non poco, anzi moltissimo, il Bologna a salvarsi in quella prima annata. È stato esonerato verso fine stagione, ma l’anno dopo è passato a Catania, dando subito prova di grandi capacità. Ha ottenuto il record di punti, che gli ha consentìto la stagione successiva di essere chiamato dai Della Valle a raccogliere la pesante eredità di Cesare Prandelli. Annate controverse, conottime cose e qualche incomprensione con la piazza, fino all’esonero del 7 novembre 2011. Mihajlovic ha continuato però a viaggiare. Esperienza nel 2012 alla guida della sua Serbia, dove ha firmato un quadriennale sino a Euro 2016. Ma nel 2013 ecco la chiamata della Sampdoria, di nuovo quell’angolo di Genova che Mihajlovic ha sempre portato nel cuore. Dodicesimo posto alla prima stagione, settimo alla seconda, con promozione al Milan. Doveva essere la consacrazione, nel post Inzaghi, invece è stato un campionato disseminato di ostacoli e difficoltà. Dopo cinque partite senza vittorie, il 12 aprile 2016 si è chiuso il rapporto. Per Sinisa la soddisfazione grande e impagabile di avere lanciato in porta un giovane sedicenne: Gigio Donnarumma.