"Agnelli aveva l'obbligo di annotare tale voce di debito"
Questi accordi, secondo il Tfn, avrebbero dovuto comportare "l’obbligo, già in sede di redazione del bilancio al 30 giugno 2020, di annotare tale voce di debito. Per quanto visto, però, tanto non è avvenuto, in quanto scopo della fittizia operazione, al momento della sua ideazione e realizzazione, era quello di rappresentare all’esterno una situazione economico-patrimoniale diversa da quella reale e, in particolare, con una minore esposizione debitoria". Dunque, "le risultanze istruttorie consentono di affermare con ragionevole certezza l’apporto causale del dott. Andrea Agnelli nella cd. manovra stipendi 2019/2020".
Agnelli, le motivazioni sulla seconda manovra stipendi
Analoghe le considerazioni relative alla manovra stipendi 2020/2021, in cui "deve evidenziarsi quanto all’apporto causale del dott. Andrea Agnelli, come peraltro esposto in apertura di udienza dal Procuratore Federale, la piena consapevolezza dello stesso in ordine alla situazione economico-finanziaria della società. È di tutta evidenza come l’effettiva situazione economico-finanziaria sia ben nota al Presidente del C.d.A., costantemente informato e aggiornato sullo stato dell’arte. Ed è altresì evidente l’identità di scopo e di modalità, con le opportune variazioni del caso, con la manovra stipendi dell’anno precedente. Anche per la seconda manovra, pertanto, in disparte chi sia stato il suo ideatore, non può non affermarsi che, senza il consenso e l’adesione del Presidente del sodalizio, non sarebbe stato possibile raggiungere alcuna intesa con i calciatori, circostanza di per sé idonea a rendere prive di pregio le osservazioni della difesa in ordine alla provvisorietà dei file sequestrati presso lo studio del legale esterno, nonché in ordine al tecnicismo sotteso ai contratti di novazione e di rinuncia asseritamente ignorato dal Presidente Agnelli, personalità di spicco e di indubbia competenza nel mondo sportivo ed imprenditoriale", conclude il Tribunale Federale Nazionale.
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