Giuntoli, ultimatum Juve: la confessione agli amici e il braccio di ferro

Il club bianconero non vuole andare oltre venerdì per il dirigente, ancora in attesa del nulla osta da De Laurentiis
Giuntoli, ultimatum Juve: la confessione agli amici e il braccio di ferro© LAPRESSE

TORINO - Non ci è dato sapere se Aurelio De Laurentiis sia un conoscitore del pensiero junghiano, ma è innegabile che un aforisma coniato dal grande filosofo (psicanalista, psichiatra e quant’altro) svizzero si attagli perfettamente alla conduzione che il presidente sta mantenendo sulla vicenda Cristiano Giuntoli: “Sai come il diavolo tortura le anime dell’inferno? Le mantiene in attesa”.

Giuntoli, il tempo scorre

Certo, si può eccepire giustamente circa il fatto che quello del ds sia un inferno dorato (un milione di euro netti a cui vanno aggiunti bonus e premi), ma è altrettanto evidente come lui ormai voglia lasciare Napoli, nonostante l’anno di contratto che ancora lo lega al club campano, per iniziare una nuova avventura professionale e umana alla Juventus. Da settimane si sostiene, con varie sfumature, che fosse ormai solo questione di tempo e di priorità ma il tempo è passato quasi per intero e neppure la soluzione delle priorità (la scelta dell’allenatore da parte di Adl) ha contribuito ad eliminare l’attesa. Intendiamoci: non è che Aurelio De Laurentiis voglia torturare il suo (lo è ancora a tutti gli effetti) direttore sportivo come (secondo Jung) si dilettava il demonio con le anime dell’inferno, ma semplicemente non riesce a convincersi che sia opportuno liberarlo affinché possa andare a lavorare per la più acerrima rivale.

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Giuntoli-ADL: la situazione

I contatti continuano, i due si parlano al telefono, ma il presidente non si schioda e Giuntoli sembra quasi rassegnato all’ipotesi di non ottenere la rescissione contrattuale entro il 30 giugno, data fatidica che consentirebbe alla Juventus di depositare in Lega il nuovo contratto dal ds. Anzi, agli amici ha confidato che “sì, si farà, ma la settimana prossima”, in fondo una posizione perfino più ottimista, la sua, di chi sostiene che il presidente campione d’Italia stia pensando di liberarlo addirittura a settembre, a mercato ormai concluso.

La posizione della Juventus

In entrambi i casi, comunque, la Juventus si troverebbe in una situazione spinosa e ancor più imbarazzante dopo che non è riuscita a mantenere il riserbo necessario in queste dinamiche di mercato in cui l’oggetto del desiderio è sotto contratto. La notorietà della vicenda certo non ha contribuito ad ammorbidire De Laurentiis (per quanto lusingato dal fatto che il club più potente cerchi un suo uomo per il rilancio) e da Torino non si è inteso in alcun modo interferire con il Napoli: nessun rapporto di lavoro con il ds sotto contratto e ha delegato solo e soltanto a lui il compito di liberarsi.

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Nulla osta per Giuntoli

Ma se ciò non avvenisse entro i tempi tecnici (il 30 giugno appunto) utili per il deposito del nuovo contratto, è sempre più probabile che la Juventus decida di continuare la stagione con questo staff anche per evitare di andare in Lega a dover chiedere (toccherebbe all’ad Scanavino...) il nulla osta grazie al quale permettere l’operatività di un dirigente in “vacanza” di contratto. Nessuna fuga in avanti, insomma, ma casomai un messaggio ai naviganti interni ed esterni al vascello bianconero: la dirigenza c’è già, lavora a pieno ritmo e pure con risultati che vengono apprezzati dal vertice del club.

Juventus, il rinnovo di Manna

Tanto è vero che il ds in carica, Giovanni Manna, la settimana prossima firmerà il rinnovo contrattuale fino al 2025. Poi, certo, nessuno all’interno del club nega come il progetto fosse quello di affiancare Giuntoli ad Allegri per supportarlo nella gestione quotidiana, ma pure questa situazione non viene più considerata un’emergenza, in assenza delle turbolenze esterne innescate dalla giustizia sportiva. Giuntoli, intanto, continua a srotolare tutta la sua arte diplomatica per arrivare al “via libera” già entro venerdì. Sperando che non resti un sogno perché, come spiegava Freud (che non a caso da Jung si allontanò progressivamente dopo una stretta collaborazione): «I sogni ci rammentano continuamente cose a cui abbiamo cessato di pensare e che da lungo tempo hanno perso importanza per noi». Meglio, quindi, che si trasformino in fretta nella realtà.

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TORINO - Non ci è dato sapere se Aurelio De Laurentiis sia un conoscitore del pensiero junghiano, ma è innegabile che un aforisma coniato dal grande filosofo (psicanalista, psichiatra e quant’altro) svizzero si attagli perfettamente alla conduzione che il presidente sta mantenendo sulla vicenda Cristiano Giuntoli: “Sai come il diavolo tortura le anime dell’inferno? Le mantiene in attesa”.

Giuntoli, il tempo scorre

Certo, si può eccepire giustamente circa il fatto che quello del ds sia un inferno dorato (un milione di euro netti a cui vanno aggiunti bonus e premi), ma è altrettanto evidente come lui ormai voglia lasciare Napoli, nonostante l’anno di contratto che ancora lo lega al club campano, per iniziare una nuova avventura professionale e umana alla Juventus. Da settimane si sostiene, con varie sfumature, che fosse ormai solo questione di tempo e di priorità ma il tempo è passato quasi per intero e neppure la soluzione delle priorità (la scelta dell’allenatore da parte di Adl) ha contribuito ad eliminare l’attesa. Intendiamoci: non è che Aurelio De Laurentiis voglia torturare il suo (lo è ancora a tutti gli effetti) direttore sportivo come (secondo Jung) si dilettava il demonio con le anime dell’inferno, ma semplicemente non riesce a convincersi che sia opportuno liberarlo affinché possa andare a lavorare per la più acerrima rivale.

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