TORINO - Non ci è dato sapere se Aurelio De Laurentiis sia un conoscitore del pensiero junghiano, ma è innegabile che un aforisma coniato dal grande filosofo (psicanalista, psichiatra e quant’altro) svizzero si attagli perfettamente alla conduzione che il presidente sta mantenendo sulla vicenda Cristiano Giuntoli: “Sai come il diavolo tortura le anime dell’inferno? Le mantiene in attesa”.
Giuntoli, il tempo scorre
Certo, si può eccepire giustamente circa il fatto che quello del ds sia un inferno dorato (un milione di euro netti a cui vanno aggiunti bonus e premi), ma è altrettanto evidente come lui ormai voglia lasciare Napoli, nonostante l’anno di contratto che ancora lo lega al club campano, per iniziare una nuova avventura professionale e umana alla Juventus. Da settimane si sostiene, con varie sfumature, che fosse ormai solo questione di tempo e di priorità ma il tempo è passato quasi per intero e neppure la soluzione delle priorità (la scelta dell’allenatore da parte di Adl) ha contribuito ad eliminare l’attesa. Intendiamoci: non è che Aurelio De Laurentiis voglia torturare il suo (lo è ancora a tutti gli effetti) direttore sportivo come (secondo Jung) si dilettava il demonio con le anime dell’inferno, ma semplicemente non riesce a convincersi che sia opportuno liberarlo affinché possa andare a lavorare per la più acerrima rivale.