Con Kostic invece siete cresciuti insieme…
«Ci conosciamo da quando eravamo piccoli. Sono 15 anni che giochiamo uno a fianco all’altro. Abbiamo fatto tutte le Nazionali giovanili insieme. La Serie A è diversa dalla Bundesliga, ma sta facendo bene. Filip mette sempre la squadra al primo posto. È un giocatore affidabile e di rendimento, aiuta tanto anche in fase difensiva. Quando c’è, si sente. Kostic è uno di quelli sui quali sai che puoi sempre contare e non ti deluderà mai».
Non c’è due senza tre: alla Juve potrebbe arrivare anche Samardzic.
«Laki è davvero un grande giocatore. So che ha voglia e merita di fare il salto in una big. Per me è pronto: ha un talento incredibile».
Lei ci gioca insieme in Nazionale: cos’ha di speciale il classe 2002?
«Non so come spiegarvelo, ma Samardzic ha una sorta di X factor dentro di sé. Quando entra in possesso del pallone è come se fosse 30 secondi avanti a tutti: vede l’assist e la giocata, dove gli altri non se la immaginano neanche...».
È l’uomo giusto per il 3-5-2 di Allegri?
«Lazar nasce trequartista, ma ormai in pochi giocano con un giocatore dietro le punte. In Italia ha imparato a fare la mezzala molto bene a Udine, perciò non avrebbe problemi di adattamento nel modulo della Juventus. Anzi le dico di più…» .
Prego.
«Con Samardzic la Juve diventa ancor più una candidata allo scudetto. In mezzo a tanti grandi giocatori può fare ancora meglio. Paradossalmente per uno come lui sarebbe molto più facile giocare nella Juve che nell’Udinese. Guardo sempre le sue partite e, se nei friulani è davvero forte, a Torino diventerebbe fortissimo».