Pogba libera spazio: due colpi per la Juve. Dal Genoa non solo Gudmundsson…

Già da tempo il club bianconero cerca i profili adatti per il dopo-Paul: il futuro incombe

TORINO - Non c’è tempo per piangere sull’ormone versato: il futuro incombe e la Juventus su quello ragiona. E da mesi, perché Paul Pogba era ormai considerato un ornamento del passato, un po’ come “la cartolina della Bella Otero alle specchiere... che malinconia!”. Elaborata, appunto, la malinconia con gozzaniano e dunque spietato pragmatismo piemontese, resta il ricordo; si guarda avanti e magari si evita di commettere altri pasticci per eccesso di... malinconia (e siamo buoni...). E dunque è necessario cercare di leggere la vicenda in maniera futuribile: chi sceglieranno i dirigenti bianconeri per sostituire Pogba nello scacchiere tattico e tecnico della rosa? Un tema tutt’altro che banale anche perché attiene all’evoluzione di Pogba nel corso della carriera e al suo impatto nel nostro campionato.

Perché, per esempio, nessuno (o in pochi) ricordano che Pogba era uno dei centrocampisti di difesa, accanto a Matuidi o a Kante, nella Francia di Pogba mentre alla Juve si elevava a trequartista in grado di spostare gli equilibri, nonostante avesse nella gambe e nel fisico poco meno di una mezzora come dopo il suo ritorno.

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Juve, chi serve al posto di Pogba

Quindi partiamo da qui: la cartolina tolta dalla specchiera impolverata e dall’esame di realtà. Al posto suo serve, anzi servirà, qualcuno in grado di accendere la manovra nell’ultima tre quarti di campo verso l’area avversaria. E allora si deve cominciare da lui, da Teun Koopmeiners: l’olandese che è in grado di ricoprire la vasta area del centrocampo che va dalla difesa propria a quella altrui portando in dote anche qualche gollettino pesante.

Non è un caso, del resto, che l’atalantino sia in cima ai pensieri dei dirigenti bianconeri e che da tempo siano in corso colloqui con i colleghi bergamaschi: sulle cifre avete già letto “la qualunque” (la più ricliccata racconta di 60 milioni richiesti dai Percassi da abbattere con i 35 di Soulé), ma adesso è davvero prematuro addentrarsi in queste dinamiche. Conviene, casomai, concentrarsi sui complementari a “Koop” che, insieme, contribuirebbero a completare il puzzle di ciò che avrebbe dovuto da solo (almeno nell’ideazione ingenua di certi dirigenti) garantire il Paul appeso alla specchiera: quantità e qualità.

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L'idea Samardzic, Ferguson, Sudakov e non solo

Così dobbiamo continuare a tenere d’occhio la situazione di Lazar Samardzic che è migliorato molto anche nella fase di lavoro senza però perdere le qualità negli inserimenti e alla conclusione. Entrambi, può apparire scontato affermarlo ma è meglio ribadirlo, giocano in maniera molto più lineare di Pogba, ma la sostanza è innegabile. Così come quella di Lewis Ferguson: lo scozzese del Bologna è però molto sovrapponibile a Koopmeiners e cosi forse è più opportuno virare su Heorhij Sudakov, il talento ucraino per il quale lo Shakhtar ha però portato la clausola rescissoria a 150 milioni di euro...

Più semplice ragionare su Albert Gudmundsson, islandese del Genoa (dove piace anche Morten Frendrup che proprio ieri ha rinnovato fino al 2028 e per il quale, così si dice, la Juve girerebbe in prestito Barrenechea) che ha un profilo più offensivo rispetto agli altri attori in commedia. Insomma: ne serviranno due per sostituire Pogba, ma allo stesso tempo è altamente probabile che alle cifre dello stipendio che percepiva Pogba ci sia lo spazio per ingaggiarne pure un terzo. E, magari, per ragionare su quanto sono costate certe foto appese alle specchiere.

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TORINO - Non c’è tempo per piangere sull’ormone versato: il futuro incombe e la Juventus su quello ragiona. E da mesi, perché Paul Pogba era ormai considerato un ornamento del passato, un po’ come “la cartolina della Bella Otero alle specchiere... che malinconia!”. Elaborata, appunto, la malinconia con gozzaniano e dunque spietato pragmatismo piemontese, resta il ricordo; si guarda avanti e magari si evita di commettere altri pasticci per eccesso di... malinconia (e siamo buoni...). E dunque è necessario cercare di leggere la vicenda in maniera futuribile: chi sceglieranno i dirigenti bianconeri per sostituire Pogba nello scacchiere tattico e tecnico della rosa? Un tema tutt’altro che banale anche perché attiene all’evoluzione di Pogba nel corso della carriera e al suo impatto nel nostro campionato.

Perché, per esempio, nessuno (o in pochi) ricordano che Pogba era uno dei centrocampisti di difesa, accanto a Matuidi o a Kante, nella Francia di Pogba mentre alla Juve si elevava a trequartista in grado di spostare gli equilibri, nonostante avesse nella gambe e nel fisico poco meno di una mezzora come dopo il suo ritorno.

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