Udinese-Juve 0-3: la festa di Allegri la firmano Chiesa, Vlahovic e Rabiot

Partenza devastante dei bianconeri in campionato, partita chiusa già nel primo tempo. Nella ripresa un grande Szczesny e si rivede Fagioli, manca solo Pogba

Attenti a quei due. Se Federico Chiesa e Dusan Vlahovic dovessero superare indenni le colonne d'ercole del calciomercato e le trappole dei bilanci da sistemare, la Juventus si troverebbe già in casa una coppia d'attacco da Scudetto. Il numero 7, già incensato da Allegri come arrivato "con una gamba diversa" a questa stagione, sembra essere ritornato ai livelli pre crociato e aver travasato la sofferenza di tanti mesi nel serbatoio del cinismo che un fuoriclasse deve tenere sempre pieno; al numero 9, glaciale su rigore che di fatto chiude subito la partita, sembra aver fatto molto bene tutta la messa in discussione e il balletto Lukaku: prestazione da protagonista, dentro la partita, e doppietta negata solo da un fuorigioco di un compagno di squadra. Ah, poi c'è la costante Rabiot, ma quella nella matematica allegriana era già considerata come inevitabile.

Chiesa spietato, Vlahovic sigilla, Rabiot puntuale

Novità Udinese rispetto all'anno scorso: Kabasele nel terzetto difensivo, Ebosele ed Elanga sugli esterni e Zarraga al posto di Samardzic, che Pozzo ha confermato essere sul mercato. Anche la Juventus cambia le fasce: Weah e Cambiaso facce ed energie nuove per Allegri che si gode il vantaggio dopo neanche due minuti, Vlahovic ruba palla sulla trequarti e innesca Chiesa, destro a incrociare che fredda spietato Silvestri. Esultanza col dito indice alzato e l'urlo "una, una", come a dire mi basta un pallone per decidere, ricordando Cristiano Ronaldo a Cardiff dopo aver firmato l'1-0 al primo pallone toccato, firma sul regalo Champions al Real Madrid contro i bianconeri.

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Dal Real Madrid 2017 al Real Madrid 2023, quello piegato dalla Juventus 3-1 nella tournée Usa: nell'occasione il sigillo lo mise Vlahovic, con un'esultanza che si rivede alla Dacia Arena. La reazione Udinese viene infatti contenuta bene grazie a due belle chiusure di Danilo, poi al 20' Alex Sandro in area crossa e trova il braccio di Ebosele, rigore netto che Dusan trasforma per poi andare a mostrare la maglia sotto i tifosi juventini: la 9 della Juve è la mia, con buona pace di chi la vorrebbe sulle spalle di Lukaku.

Il raddoppio mette la partita su un binario ancora migliore per gli uomini di Allegri, che continuano a giocare alti - Alex Sandro e Danilo spendono due gialli, l'altro è per Kabasele che usa le maniere forti con Vlahovic - e a creare occasioni con Weah e Cambiaso davvero travolgenti. Dietro Szczesny è bravo a respingere un tentativo da fuori di Thauvin, davanti arriva anche il terzo gol prima dell'intervallo al termine di una splendida azione: spunto di Chiesa sulla fascia sinistra e tacco per Cambiaso, cross pennellato per Rabiot sul secondo palo che svetta e insacca nella porta sguarnita per il tentativo di uscita di Silvestri andato a vuoto.

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Riecco Fagioli, Iling torna esterno. Samardzic e Lovric show

Si rivede Fagioli in campo: il nuovo numero 21 della Juventus entra per Miretti insieme a McKennie per Weah. Dall'altra parte Samardzic e Zemura per Zarraga e Kamara e con il serbo a centrocampo l'Udinese cambia marcia, l'intesa con Lovric è di classe e serve il miglior Szczesny per opporsi alle conclusioni dei due avversari mentre i minuti scorrono. Spazio anche per Iling, venti minuti per far respirare Cambiaso - la notizia è che l'inglese torna a fare l'esterno dopo la tentata mezzalizzazione estiva di Max - e per Milik che rileva un applauditissimo Chiesa.

Ci sarebbe anche il poker Juve, firmato in tuffo di testa da Vlahovic su splendido scavetto di Iling, ma il fuorigioco del 17 blocca tutto. Szczesny si prende la scena con un altro intervento su Perez e si prende anche una pallonata potente in pieno volto dal neoentrato Lucca sulla ribattuta. A proposito di ingressi in campo, Yildiz assaggia la Serie A rilevando Dusan. Alla festa manca solo Pogba, che aveva acceso lo stadio scaldandosi all'intervallo, ma se la Juventus è questa anche il Polpo può rientrare senza pressioni.

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Attenti a quei due. Se Federico Chiesa e Dusan Vlahovic dovessero superare indenni le colonne d'ercole del calciomercato e le trappole dei bilanci da sistemare, la Juventus si troverebbe già in casa una coppia d'attacco da Scudetto. Il numero 7, già incensato da Allegri come arrivato "con una gamba diversa" a questa stagione, sembra essere ritornato ai livelli pre crociato e aver travasato la sofferenza di tanti mesi nel serbatoio del cinismo che un fuoriclasse deve tenere sempre pieno; al numero 9, glaciale su rigore che di fatto chiude subito la partita, sembra aver fatto molto bene tutta la messa in discussione e il balletto Lukaku: prestazione da protagonista, dentro la partita, e doppietta negata solo da un fuorigioco di un compagno di squadra. Ah, poi c'è la costante Rabiot, ma quella nella matematica allegriana era già considerata come inevitabile.

Chiesa spietato, Vlahovic sigilla, Rabiot puntuale

Novità Udinese rispetto all'anno scorso: Kabasele nel terzetto difensivo, Ebosele ed Elanga sugli esterni e Zarraga al posto di Samardzic, che Pozzo ha confermato essere sul mercato. Anche la Juventus cambia le fasce: Weah e Cambiaso facce ed energie nuove per Allegri che si gode il vantaggio dopo neanche due minuti, Vlahovic ruba palla sulla trequarti e innesca Chiesa, destro a incrociare che fredda spietato Silvestri. Esultanza col dito indice alzato e l'urlo "una, una", come a dire mi basta un pallone per decidere, ricordando Cristiano Ronaldo a Cardiff dopo aver firmato l'1-0 al primo pallone toccato, firma sul regalo Champions al Real Madrid contro i bianconeri.

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