Gasperini: “Motta, è la gogna mediatica. Gli sono affezionato”

L'allenatore della Dea, a cui è stato riconosciuto il Premio Bearzot 2025, ha risposto sull'esonero dell'ex tecnico Juve e sulle voci che lo accostano alla Roma

"La Roma? A chi non piacerebbe? È una grande piazza". A dirlo è Gian Piero Gasperini, che ai microfoni Rai è stato invitato a dire la sua in merito alle voci che lo vorrebbero sulla panchina giallorossa a partire dalla prossima stagione. Nel febbraio scorso infatti, il tecnico dell'Atalanta aveva anticipato la fine del proprio ciclo a Bergamo iniziato nel giugno 2016."Come è stato detto c'è un inizio e una fine, vedremo a fine anno se andare a scadenza o di interrompere, sicuramente non ci sarà continuità. Non ci saranno ulteriori rinnovi e continuità", le parole di Gasperini, che lunedì 24 marzo è stato inoltre invitato a ritirare il Premio Bearzot 2025 riconosciuto dal Coni. Ed è in occasione della XIV edizione della kermesse, che l'allenatore è tornato a parlare del proprio futuro.

Gasperini: "Roma come la Nazionale"

"Le voci sulla Roma? È una piazza straordinaria con un pubblico eccezionale. Ma c'è Ranieri che è un grande allenatore. Sarebbe un motivo d’orgoglio, ma quello che succederà è difficilmente prevedibile. La Roma è come la Nazionale, piace a tutti". E a proposito di Nazionale, Gasperini ha poi detto la sua in merito alla doppia sfida persa dall'Italia contro la Germania. Dopo il ko per 2-1 di San Siro, gli Azzurri di Luciano Spalletti ha recuperato i 3 gol di svantaggio subiti nei primi 45 minuti, senza però riuscire nell'impresa: 3-3 il finale. "Ho visto ieri sera la Nazionale come tutti, se guardiamo il secondo tempo, da lì si parte. È stata una prestazione straordinaria". Il tecnico è poi intervenuto dal palco del Salone del Coni, dove ha ritirato il Premio Bearzot 2025:

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Gasperini: "Per le statue c'è tempo"

Così l'allenatore classe 1958:"L’ultima partita con l’Inter ha reso più complicata la corsa, ma non bisogna mai togliere i sogni ai tifosi. Si deve cercare di inseguire l’impossibile, poi magari qualche volta si può anche raggiungere. In questo momento ho casa a Bergamo.Noi allenatori viviamo di presente e in questo momento c’è un campionato ancora lungo, vivo questa situazione da nove anni e stare tanto tempo con la stessa società non è frequente nel calcio. Per me fino ad adesso è stata una cosa straordinaria, si sono legate tutte le componenti dal presidente alla città fino ai giocatori. Per le statue c’è tempo, ci sono tanti altri traguardi più belli da raggiungere. Nella vita c’è sempre un inizio e una fine, nel frattempo c’è un viaggio che è la cosa più bella. Anche la vittoria di Dublino è stata bellissima, ma tutta l’avventura è stata meravigliosa. Bearzot era un uomo di grandissimi valori, nel 1982 c’è stata un’esplosione in tutto il paese. Io all’epoca giocavo nel Palermo e in Italia non c’erano stranieri, l’ho conosciuto marginalmente perché aveva una scelta molto più ampia. Vedevo in lui però un uomo di fiducia, non so se questo è il valore più importante ma non bisogna mai fare a meno dell’onestà".

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Gasperini: "Italia? Mai visto un gol così..."

"Non bisogna cercare mezzucci per arrivare ai risultati. Da bambino si sogna di essere un grande giocatore e poi ti devi accontentare di essere un buon giocatore, quando inizi la carriera da allenatore è la stessa cosa. Cresce la passione, io ho iniziato dal settore giovanile con i ragazzi di 11 anni. Sognavo di arrivare ai massimi traguardi, a un certo punto sembrava impossibile. Per me vincere non è solo alzare un trofeo ma superare le aspettative e gli ostacoli. I protagonisti sono i giocatori che vanno in campo, non ho mai pensato di poter aggiungere qualcosa o far diventare straordinario un giocatore, ma ho sempre cercato di tirar fuori il meglio dalle qualità di ogni calciatore. Il calcio è uno sport di squadra, in una società bisogna cercare di esaltare il bene della squadra non del singolo. L’Italia? La partita di ieri esce dai canoni, vorrei sapere cosa ha detto Spalletti ai giocatori nello spogliatoio dopo il primo tempo. È uscito un secondo tempo di tutt’altro genere, è stato un secondo tempo straordinario e forse si poteva addirittura vincere. La reazione della squadra testimonia che non si è abbattuto nessuno, mettendo in campo una prestazione importante anche dal punto di vista tecnico. Anche io non ho mai visto un gol come il secondo della Germania di ieri, ma c’è sempre qualcosa da imparare e questo è il bello del calcio”. Il tecnico è stato poi invitato a rispondere sull'esonero di Thiago Motta dalla panchina della Juventus, ora affidata a Igor Tudor

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Gasperini su Motta

Queste le parole di Gasperini: "Non posso che essere affezionatissimo a Thiago Motta, che sta vivendo un momento delicato. Si passa dall’esaltazione alla gogna mediatica, in questo tutti possono migliorare. Le cose vanno avanti, c’è sempre un’evoluzione anche del nostro sport. Saltuariamente vengono fuori delle novità come quella del VAR, è distante dalla percezione dei calciatori e probabilmente anche del pubblico. Le cose sono diventate difficilmente comprensibili rispetto allo standard che abbiamo avuto per anni. Mi auguro che sia una situazione di passaggio che possa portare a dei miglioramenti per lo spettacolo e per il gioco del calcio, soprattutto che sia comprensibile per il pubblico".

Premio Bearzot: le motivazioni della giuria

Questa invece la motivazione del riconocimento a Gasperini del premio Pearzot 2025 (lo scorso anno andato a Simone Inzaghi): "Fenomeno unico nel nostro Paese per continuità ad alto livello sulla panchina di una singola squadra, Gian Piero Gasperini è da molti anni anche sinonimo di bel gioco e di risultati. Ma la ricerca della vittoria, culminata in un’Europa League che rappresenta il più recente trofeo conquistato da una squadra italiana, non fa mai venire meno serietà del carattere, vocazione didattica e senso del gruppo. Tutte caratteristiche, queste, che lo accomunano ad Enzo Bearzot e unite ai risultati della sua Atalanta rendono plebiscitaria l’assegnazione a Gasperini del Premio 2025 intitolato al grande "Vecio" del calcio italiano".

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"La Roma? A chi non piacerebbe? È una grande piazza". A dirlo è Gian Piero Gasperini, che ai microfoni Rai è stato invitato a dire la sua in merito alle voci che lo vorrebbero sulla panchina giallorossa a partire dalla prossima stagione. Nel febbraio scorso infatti, il tecnico dell'Atalanta aveva anticipato la fine del proprio ciclo a Bergamo iniziato nel giugno 2016."Come è stato detto c'è un inizio e una fine, vedremo a fine anno se andare a scadenza o di interrompere, sicuramente non ci sarà continuità. Non ci saranno ulteriori rinnovi e continuità", le parole di Gasperini, che lunedì 24 marzo è stato inoltre invitato a ritirare il Premio Bearzot 2025 riconosciuto dal Coni. Ed è in occasione della XIV edizione della kermesse, che l'allenatore è tornato a parlare del proprio futuro.

Gasperini: "Roma come la Nazionale"

"Le voci sulla Roma? È una piazza straordinaria con un pubblico eccezionale. Ma c'è Ranieri che è un grande allenatore. Sarebbe un motivo d’orgoglio, ma quello che succederà è difficilmente prevedibile. La Roma è come la Nazionale, piace a tutti". E a proposito di Nazionale, Gasperini ha poi detto la sua in merito alla doppia sfida persa dall'Italia contro la Germania. Dopo il ko per 2-1 di San Siro, gli Azzurri di Luciano Spalletti ha recuperato i 3 gol di svantaggio subiti nei primi 45 minuti, senza però riuscire nell'impresa: 3-3 il finale. "Ho visto ieri sera la Nazionale come tutti, se guardiamo il secondo tempo, da lì si parte. È stata una prestazione straordinaria". Il tecnico è poi intervenuto dal palco del Salone del Coni, dove ha ritirato il Premio Bearzot 2025:

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