Lei è un punto fermo di una difesa che è cambiata molto dopo essere finita spesso sotto accusa: le ha dato fastidio?
«Accetto le critiche, io per primo sono autocritico, so quando sbaglio e quando lo fa il mio reparto, ma ciò non vuol dire che non proviamo sempre a fare il massimo. Il nostro modo di giocare è un po’ rischioso però porta tanti benefici, stando molto nella metà campo avversaria dovremo cercare di essere più concentrati e gestire meglio i risultati».
La colonia di giocatori serbi continua ad essere numerosa in Serie A anche se Milinkovic-Savic è volato in Arabia e Vlahovic è periodicamente al centro di rumor di mercato.
«Non so cosa farà Dusan, l'ho sentito per sapere come stava per alcuni piccoli problemi e mi ha detto che era a posto. Di altre cose non abbiamo parlato. Non so cosa farà, spetta a lui decidere, io so che può entrare fra i top 5 in Europa. Quanto a Sergej è un giocatore fortissimo e poteva scegliere di andare ovunque. Ha scelto l'Arabia, ognuno è libero e io non giudico».
Che campionato prevede?
«Non azzecco mai i pronostici quindi non mi pronuncio ma per lo scudetto lotteranno le solite. Tutte si sono rafforzate, non sarà facile per nessuna, pure noi ci siamo rafforzati».
Tenendo conto degli acquisti e delle ambizioni di Torino, Sassuolo, Monza, Bologna è cresciuta anche la concorrenza per l'Europa?
«Non c'è dubbio, per questo dobbiamo alzare l'asticella».
A cominciare da domani contro Retegui e compagni.
«Lui è tra i pericoli maggiori ma tutto il Genoa gioca bene, lo abbiamo studiato al video. Come sempre a Marassi sono battaglie, il clima sarà infuocato ma noi vogliamo cominciare subito bene».
Firmerebbe per ripetere una stagione come quella passata, in lotta fino in fondo su tutti i fronti?
«No. Io stavolta voglio vincere».