Inzaghi e il futuro Inter, le condizioni: non vuole più rivivere quello shock

L’allenatore sul pressing del Manchester United (soprattutto) e di altri club: "Gli interessamenti ci sono sempre stati, non mi importa sentirli". Ma c'è dell'altro nelle sue parole

"Io sto bene qui, in società lo sanno e in questo momento non mi sembra il caso di parlare del rinnovo: dobbiamo rimanere concentrati su quello che succede in campo perché mancano meno di tre mesi alla fine della stagione. Gli interessamenti? Ci sono sempre stati, non solo in questi ultimi due mesi, ma anche quando allenavo la Lazio e nel primo anno di Inter e spero ci siano sempre. A me però interessa lavorare nel migliore dei modi con i giocatori, con la società e con lo staff che è da sempre con me: si parla sempre e solo di Simone Inzaghi, ma ho tante persone che mi seguono da più di dieci anni che mi aiutano tantissimo in questo lavoro". Nella pancia di San Siro dopo il 4-0 strappa applausi all’Atalanta, l’uomo del momento (come certificano pure gli elogi sperticati di Pep Guardiola), ha espresso alcuni concetti su cui occorre tornare e che fotografano quanto sta accadendo all’interno della Repubblica nerazzurra.

Il Manchester United corteggia Inzaghi

Tutti sanno che Inzaghi è tra gli allenatori più corteggiati: soprattutto il Manchester United, da almeno un paio di mesi, è in pressing, ritenendolo l’uomo giusto per aprire una pagina nuova nella storia del club. Allo stesso modo tutti sanno che Inzaghi è sinceramente affezionato all’Inter e - a oggi - intende continuare sulla strada tracciata, rinnovando il matrimonio con il club nerazzurro. Del contratto si inizierà a parlare a obiettivi raggiunti: troppo importanti lo scudetto della seconda stella e la possibilità di arrivare a Wembley per disperdere energie su altri fronti.

Inter, scudetto in tasca e ora la Champions: numeri da padrona d'Europa!

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Inter-Inzaghi: contratto e peso specifico

Dopo una finale di Champions e con uno scudetto praticamente vinto a fine febbraio (l’ha detto ieri Stefano Pioli e non certo per gufare) con una proiezione che oggi porta a 101 punti finali in classifica, il peso specifico dell’allenatore nella trattativa per il prolungamento del contratto sarà molto più rilevante che nel recente passato. Un anno fa il rinnovo fu quasi un atto dovuto per premiare il raggiungimento della finale col City (altrimenti a Inzaghi sarebbe toccato lavorare in scadenza di contratto magari fino a dicembre...) ma stavolta sarà il tecnico a dare le carte.

Il fatto che per indole sia molto diverso da Antonio Conte (paragone che tutti hanno ben presente a latitudini nerazzurre) fa sì che all’orizzonte non si vedano nuvoloni neri. Certo è che - al netto di un adeguamento economico (attualmente Inzaghi prende 5.5 milioni, uno e mezzo in meno rispetto ai 7 di Massimiliano Allegri alla Juve) - risulta difficile pensare che l’allenatore accetti di prolungare soltanto fino al 2026, trovandosi quindi alla fine della prossima stagione ancora in scadenza, per giunta sapendo che tutta la dirigenza è invece legata al club fino al 2027.

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Inzaghi tra le righe: staff e mercato

Ma c’è dell’altro nelle parole pronunciate da Inzaghi dopo aver sculacciato l’Atalanta (11ª vittoria su 11 gare giocate nel 2024, miglior attacco tra le grandi in Europa, 17° clean sheet in Serie A, nonché quarta gara vinta segnando 4 gol, come non accadeva dal 1930...): l’allenatore ha citato espressamente il suo staff, alcuni membri del quale erano stati addirittura sfiduciati dalla società un anno fa proprio di questi tempi, quando tutto sembrava andare a rotoli. Ecco, nei nuovi equilibri che andranno disegnati, pure i collaboratori di Inzaghi dovranno trovare maggior riconoscimento dal club.

Un capitolo a parte riguarda il mercato: dopo Istanbul Inzaghi aveva chiesto di tenere tutti i big e non solo non è stato accontentato, ma ha visto cambiare metà squadra (dodici giocatori: uno shock per lui, come ha sottolineato in più di un’occasione). Pure in questo senso andranno fornite garanzie da parte della proprietà. Non una richiesta senza fondamenta: i conti del club sono nettamente migliorati (soprattutto grazie ai traguardi raggiunti dall’allenatore) e, contemporaneamente, c’è la necessità di alzare ulteriormente la qualità della rosa in una stagione che, con la Champions allargata e il Mondiale per club in estate, sarà interminabile. E zeppa di insidie.

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"Io sto bene qui, in società lo sanno e in questo momento non mi sembra il caso di parlare del rinnovo: dobbiamo rimanere concentrati su quello che succede in campo perché mancano meno di tre mesi alla fine della stagione. Gli interessamenti? Ci sono sempre stati, non solo in questi ultimi due mesi, ma anche quando allenavo la Lazio e nel primo anno di Inter e spero ci siano sempre. A me però interessa lavorare nel migliore dei modi con i giocatori, con la società e con lo staff che è da sempre con me: si parla sempre e solo di Simone Inzaghi, ma ho tante persone che mi seguono da più di dieci anni che mi aiutano tantissimo in questo lavoro". Nella pancia di San Siro dopo il 4-0 strappa applausi all’Atalanta, l’uomo del momento (come certificano pure gli elogi sperticati di Pep Guardiola), ha espresso alcuni concetti su cui occorre tornare e che fotografano quanto sta accadendo all’interno della Repubblica nerazzurra.

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Tutti sanno che Inzaghi è tra gli allenatori più corteggiati: soprattutto il Manchester United, da almeno un paio di mesi, è in pressing, ritenendolo l’uomo giusto per aprire una pagina nuova nella storia del club. Allo stesso modo tutti sanno che Inzaghi è sinceramente affezionato all’Inter e - a oggi - intende continuare sulla strada tracciata, rinnovando il matrimonio con il club nerazzurro. Del contratto si inizierà a parlare a obiettivi raggiunti: troppo importanti lo scudetto della seconda stella e la possibilità di arrivare a Wembley per disperdere energie su altri fronti.

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