L’Inter di Zhang e la disparità di trattamento: se fosse successo alla Juve?

Il passaggio di proprietà dei nerazzurri ci lascia tre riflessioni di cui tenere conto per capire meglio il calcio italiano

La recente vicenda del passaggio di proprietà dell’Inter ci lascia tre riflessioni di cui tenere conto per capire meglio il calcio italiano. Il primo è che esiste un manager, Beppe Marotta, che con la sua professionalità e la sua affidabilità può apparire agli occhi di un importante fondo di investimento internazionale un garanzia per una società con 800 milioni di debiti e gli ultimi due bilanci chiusi a -140 e -85 milioni. Se si vuole coglierlo è il segnale che la salvezza del calcio italiano non è nell’eccentrico decisionismo di certi presidenti o nel carisma piacione degli ex campioni, ma nella competenza di manager professionisti.

Il calcio italiano e il caso Inter

La Premier, cui alcuni presidenti di Serie A sostengono di ispirarsi, ha affidato il controllo dei club e della Lega stessa a una dirigenza preparatissima ed emotivamente poco coinvolta, interferendo il meno possibile con il suo operato. Il calcio italiano vive con un piede nel futuro e uno negli Anni 80, è un’industria che fa girare 4 miliardi all’anno, ma spesso vive di gestioni stile Longobarda di Lino Banfi. Il caso Inter ci spiega quanto conti e pesi un manager serio. Per fortuna Marotta non è l’unico e per fortuna ce ne sono anche fra le nuove generazioni, ma non hanno ancora abbastanza potere.

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E se fosse stata la Juve a essere pignorata per insolvenza

La seconda riflessione è sulla infinite possibilità che offre il calcio italiano se si vuole possedere una società. L’Inter, infatti, è stata “pignorata” per insolvenza di un debito da 375 milioni che il suo proprietario non è stato in grado di restituire o farsi rifinanziare, nonostante tempistiche congrue. Un proprietario che, a quanto dicono, non può lasciare la Cina e che, dal 2022, risulta insolvente per un altro prestito, da 320 milioni, ottenuti e non restituiti alla China Construction Bank.

Il proprietario dell’Inter, insomma, ha governato il club con soldi che non aveva e che ha chiesto in prestito senza poterli restituire e lasciando in pegno la società stessa che, infatti, è passata a Oaktree. Tutto perfettamente e indiscutibilmente legale, ma resta il dubbio sul perché la giustizia sportiva, e non, sia particolarmente occhiuta nel verificare bilanci e garanzie di alcuni club e così fiduciosa con altri. La terza e ultima riflessione propone un dubbio più retorico: se fosse stata la Juventus a essere “pignorata” da un fondo per insolvenza, i media avrebbero trattato il fatto allo stesso modo?

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