Il programma Report andato in onda il 2 febbraio sulla Rai ha svelato i legami tra le infiltrazioni mafiose e finanziarie che coinvolgono il mondo del calcio, focalizzandosi sulla squadra Campione d'Italia, l'Inter. L'inchiesta ha rivelato connessioni tra la 'ndrangheta, già emerse nel 2017 con la Juventus, e le attuali infiltrazioni a Milano. Sono stati analizzati i risvolti criminali e finanziari, evidenziando le responsabilità di club e istituzioni sportive. Il programma ha sollevato interrogativi su come il calcio, in particolare le grandi squadre, possa essere coinvolto in dinamiche oscure e complesse. Una serie di video, intercettazioni e interviste per capire meglio cos'è successo nelle varie situazioni, provando a fare luce su tutti gli incastri.
Report, Auteri spiega il caso Curve
Il video parte con un breve riassunto di quanto successo con l'assassinio di Bellocco, legato agli ultras dell'Inter: "Ucciso da 11 coltellate letali: 6 al cuore e 5 al collo". Poi è intervenuto il gestore della palestra 'Testudo': "Ci sono i video, le telecamere... sono stato fin troppo martoriato" si sente nel video, in cui il giornalista di Report cerca spiegazioni di quanto successo. Poi si fanno sentire alcuni spezzoni delle intercettazioni tra i vari componenti, prima di rientrare in studio. "Perché la 'ndrangheta entra nel calcio? Consenso...". Sette anni prima, nel 2017, la famiglia Pesce e Bellocco si infiltrano anche nella tifoseria della Juventus: "Copia e incolla". Da qui di nuovo Beretta: "Ho parlato anche con Marotta a volte. Parlavamo in milanese e una volta mi ha anche salvato. Ho avuto una discussione con lo SLO, ho resistito 10 secondi e poi l'ho aggredito verbalmente e lui si è spaventato. È andato subito a dirlo alla Digos, ma la denuncia doveva essere fatta a nome della società. Quindi è andato da Marotta e gli ha detto: 'Se vuole fare la denuncia deve farlo a suo nome e non a quello dell'Inter'".
"Violenza ed estorsione con aggravante mafiosa"
Poi si entra in studio con le parole di Auteri: "Il 30 settembre scorso la Guardia di Finanzia assieme alla Polizia di Stato e coordinate con la Procura di Milano decapitano i vertici delle Curve di Inter e Milan. Gli ultras gestivano il buisness dei biglietti, del merchandaising, delle trasferte e in alcuni casi anche il mercato della droga. Le accuse sono di violenza ed estorsione con l'aggravante mafiosa nel caso degli ultra Ferdico e Beretta perché avrebbero ingaggiato Bellocco, rampollo di una famiglia potente di 'ndrangheta. Lo avrebbero fatto entrare nel business delle Curve in cambio di protezione. Però, proprio per la gestione degli affari c'è un diverbio e il 4 settembre Beretta uccide a coltellate Bellocco. Tutto questo avviene in un momento di crisi finanziaria per l'Inter. Giorni in cui le quote di Suning vengono passate a Oaktree con base alle Cayman perché non è stato in grado di restituire un debito pari a 360 milioni di euro. Per molti non è una sorpresa e non la è per un'analista finanziario con sede a Londra e nel 2020 che per primo aveva denunciato delle anomalie sul bilancio dell'Inter".
Inter, La Russa e l'esposto di Jdentità bianconero
Il video si sposta poi sulle immagini della scorsa stagione con l'Inter mentre festeggia la seconda stella, il messaggio di Zhang a 9mila km di distanza e i festeggiamenti per le strade di Milano. E segue l'intervento di La Russa (presidente del Senato) che nei giorni di ottobre ha rilasciato alcune dichiarazioni: "Parlare bene. Non credo ci sia sottomissione. Se tu non hai timore è l'esito del parlare che deve essere chiaro". Il tutto poi arricchito dalle immagini e da quanto successo in quel momento con i vari esposti, soprattutto quello della fondazione Jdentità bianconero, dove un gruppo di avvocati torinesi scrive un esposto alla Federcalcio, alla Procura Federale, alla Covisoc oltre che al Ministero dell'Economia e alle procure di Roma e Milano, con anomalie sul bilancio. Michele Patrisso, avvocato e portavoce della fondazione Jidentità bianconera: "Ci siamo domandati, andando a prendere il bilancio, se c'è questa continuità aziendale. Abbiamo chiesto in Lussemburgo e siamo venuti a conoscenza che Grand Tower non aveva presentato bilanci, quantomeno dal 2021... Ci è sembrato strano".
"Chieste le carte alla Federcalcio"
Report poi fa vedere la struttura 'a scatola cinese' con cui viene gestita l'Inter dall'arrivo di Suning con diversi fondi con conti nei paradisi fiscali sparsi nel mondo. Bellavia, esperto di diritto penale dell'economia spiega la situazione: "Ci sono ancora due filiere che controllano l'Inter ancora oggi. Una di lussembrughesi che finiva in Cina e l'altra alle Cayman". Il 68% delle azioni è nelle mani della Grand Tower SARL con sede in Lussemburgo che per anni non ha depositato bilanci. Il 31%, invece, è della International Sports Capital S.p.A con sede a Milano e controllata da Lionrock alle Cayman. "La caratteristica generale - spiega Bellavia - è che le società sembrano così ma sono marchi perché non hanno capitale, contabilità e bilanci, oltre a non esserci un registro accessibile. Chi c'è dietro la società dele Cayman è impossibile saperlo". Secondo quanto dice il Diritto Sportivo, però, un club, deve comunicare alla Federcalcio l'identità dei propri azionisti che superino il 10% del controllo di una società. E gli stessi devono rispettare i requisti dell'onorabilità. Proprio per questo, Jdentità bianconera qualche mese dopo fa un secondo esposto per la società Lionrock, che si saprà iscritta nella black list delle Cayaman non avendo i requisiti per poter avere un conto lì: "Abbiamo chiesto le carte alla Federcalcio, ma di questo non c'è ancora nessuna contezza. Tra le altre cose pochissimi se ne sono occupati, ma questa è un'inchiesta molto importante perché può esserci di tutto" spiega Patrisso.
"Suning? Parmalat era niente in confronto"
"Si sa che è una società che faceva un po' schifo. Si era scritto che la volevano radiare perché aveva avuto delle regolarità. Tutta roba alla frutta, poi magari sono arrivati gli americani hanno messo i 200 dollari che mancavano" dice Bellavia. Che continua: "I bilanci dell'Inter sono sempre stati un disastro assoluto. Nel 2020 aveva 800 milioni di debiti e 370 milioni di ricavi, impossibile risanarla con le proprie forze ma doveva soltanto mettere dentro soldi qualcuno. E questo è successo perché è sopravvisuta nonostante questa situazione. La società ha sempre avuto un capitale negativo, nel 2023 era 162 milioni di euro sotto. Ora, nel 2024, sui 100 milioni... ed è una società che deve essere liquidata". "Suning faceva agenzie di marketing, società del turismo, di pubblicità, agenzie di viaggi. Hanno messo un sacco di soldi con sponsorizzazioni. Nel 2019 hanno messo 230 milioni di sponsor sui 290 di ricavi" dice Bellavia.
La richiesta di aiuto di Zhang
E da qui, Report, fa sentire in esclusiva l'analista finanziario londinese che per primo ha scoperto la situazione, la cui identità però rimane segreta: "I ricavi veri non erano quelli dichiarati. Vado un po' a memoria. Loro dicevano che c'erano 300 milioni di ricavi, ma quelli veri erano 200...In tutti e tre i bilanci precedenti erano da correggere, questo è il problema grosso. I 100 in più? Si chiamavano sponsorizzazioni ma erano amici di Suning che mandavano soldi all'Inter. Erano società che non svolgevano questo tipo di mestiere. I contratti non avevano senso perché pagavano un anticipo di 20-30 milioni. Nessuno può dirti che quelle erano vere sponsorizzazioni, era chiaro come il sole. Fatta l'indagine poi sono sparite". E ancora: "Io mi ricordo che questi Zhang non potevano viaggiare per impegni, ma in realtà erano sotto chiave. Avevano fatto un casino che la Parmalat era niente in confronto. La Cina gli ha ritirato il passaporto". Da qui emerge sempre più la crisi dell'Inter e di Suning. "Sapevano tutto anche Figc, Covisoc e Uefa . Tutti quanti". Post Covid Zhang chiede aiuto al mercato emettendo obligazioni per 400 milioni di euro, oltre a chiedere un prestito al fondo americano Oaktree di 360 milioni. "Tutti i fondi hanno questo fascicolo in mano e se ne parla un po' ovunque. Questa cosa dei ricavi farlocchi la sapevano tutti quanti". A maggio 2024 Suning non riesce a estinguere il debito con il fondo e l'Inter emette un comunicato. Patrisso: "Il comunicato dice che si stava creando una situazione di rischio per il club che poteva metterne a repentaglio la stabilità".
Abodi, Gravina e la posizione del Governo
La Russa in un 'altra intervista dice: "Questa non è una normale società a cui dare e l'avete si devono bilanciare. Qui ci sono in ballo le emozioni e vanno gestite con una sensibilità diversa rispetto a qualunque realtà imprenditoriale". E Bellavia replica: "Detto da un giurista non mi sembra una gran cosa. I bilanci non si fanno con le emozioni". Il 19 maggio Oaktree prende il controllo di Grand Tower e Lionerock, diventando così proprietario dell'Inter. "I veri soldi li hanno messi gli americani - dice Bellavia - che pure loro sono delle Cayman. Tutto il controllo avviene da lì, cioè nebbia". Da qui ancora Patrisso: "Miele, della Covisoc, ci ha risposto che sono stati fatti tutti i controlli dovuti nel rispetto delle normative federali e per loro c'è garanzia del regolare svolgimento dei campionati". Nel video poi interviene anche Abodi: "Lo dovremo dimostrare che una commissione terza al sistema possa rispettare l'autonomia delle decisioni e dall'altro garantire una maggior efficenza. Questo vale non soltanto per i controlli del regime economico finanziaro e dei corretti adempimenti per i tesserati, ma anche per la struttura dei club. Trasparenza delle società? Se ne sentiva il bisogno perché c'è una norma interna alla Federazione di cui, probabilmente, non c'è stata un'applicazione sistematica, puntuale e trasparente che permettesse a tutti di poter vedere al suo interno".
Gravina: "Tutte le decisioni della Covisoc, impugnate presso organi terzi e statali come il Tar e il Consiglio di Stato, hanno sempre dato ragione alla Covisoc stessa. Oaktree? Questo è un luogo comune perché molte volte si confonde il debito del club con quella della società, ovvero al soggetto titolare. Inter? Un altro luogo comune. Il problema non è il debito, ma è vivere le condizioni per poter soddisfare questo debito. I grandi club oltre ai controlli che subiscono in Italia, sono sottoposti ai controlli della Uefa per ottenere le licenze e partecipare ai campionati internazionali".
Le pressioni alla Covisoc: "Di continuo"
Report intervista anche un ex membro della Covisoc: "Pressioni? Continue. Ogni volta che prendevi una posizione qualcuno ti diceva 'mo, ma... non hai capito, stai sbagliando'. Alla fine c'era poco da fare, la pressione la sentivi eccome. Perché, a detta loro, non si poteva mettere in difficoltà un sistema che garantisce flussi per tantissime persone. Inter? Io avevo segnalato alla Procura Federale queste situazioni delle sponsorizzazioni dalla Cina. Ma non c'è soltanto l'Inter". Su questo aspetto si espone Gravina: "L'indebitamento genera un alert, ma ci sono dei tempi in cui le società devono dimostrare di aver adempiuto alle norme previste. L'inter, così come altre squadre, l'ha dimostrato". Il video poi torna in studio dove il giornalista Auteri fa un riassunto di quanto si è detto e successo in questi anni con l'Inter e Suning protagonisti: "Certo poi c'è da andare a vedere sotto al tappeto. In base al diritto sportivo una società deve comunicare gli effettivi proprietari al superamento di determinate percentuali per i principi di onorabilità. Ma come fai a dire che sono onorabili se non sai chi sono i proprietari" ammonisce il conduttore. Da qui il video poi fa veder le riprese all'esterno dello stadio, davanti al bar (covo degli ultras dell'Inter) e fa sentire le parole di Ciccarelli (leader del gruppo Viking), soprannominato 'Tre lame': "Ho chiuso con voi perché voi giornalisti avete girato e rigirato le cose. Avete fatto la vostra inchiesta... c'è gente in galera e io non voglio parlare perché poi a furia di parlare di me poi mi inc****o che non c'entro niente. A me non interessa che è report, c'è gente in galera che non c'entra nulla con questa roba".
Nel comunicato della Procura di Milano sono diversi i tifosi dell'Inter indagati per associazione a delinquere con finalità mafiosa... E da qui esce il nome di Bellocco. Kluas Davi (giornalista): "Lui reitera una situazione di famiglia che è consolidata, perché gestiscono un grosso pezzo del narcotraffico nel nord Italia. Più che infiltrarsi nella Curva dell'Inter è stato chiamato". Ad aiutarlo in questa situazione sono gli altri due capi ultras: Ferdico e Beretta. Da qui l'intercettazione telefonica tra Beretta e la compagna: "Io ho capito Antonio (Bellocco ndr) com'è fatto. Di stadio non capisce un c***o e non conosce niente, deve lasciar fare a noi. Lui deve mandare via i suoi paesani". Klaus: "L'ndrangheta fa così. Fa favori e poi si prende tutto". L'intercettazione continua con la telefonata tra Beretta e Bellocco: "Faccio un macello io" dice Bellocco. "No, ma poi lo stadio è bellissimo. Ti divrti una cifra. Facciamo una figata" replica Beretta. "Con te al mio fianco... Due persone, già due... non nominiamo... già due, combiniamo un macello" chiude Bellocco.
Klaus: "All'inizio la 'ndrangheta viene come ospite e poi diventa padrone, a questo punto si crea il cortocitcuito tra Bellocco e Beretta. La 'ndrangheta non è mai uno spettatore passivo". "C'è da stare attenti, ascoltami una cosa - dice Ferdico nel corso di una telefonata con Idà, altro tifoso dell'Inter -. Io sono una persona sincera.. È furbo assai, non mi tradire sennò mi tocca ammazzarti".
Anghinelli, l'arresto di Lucci e le indagini su Emis Killa
Il video torna a far vedere le immagini, riprese dalle telecamere, dell'omicidio di Bellocco a bordo della sua smart, una volta arrivato nel parcheggio della palestra di pugilato 'Testudo'. Klaus: "Beretta rischia? Lui non credo più tanto perché è una persona protetta, ma la sua famiglia sì. Tante volte viene uccisa gente e non si sa perché poi si va a scavare e scoprono che c'è un legame con una faida di 30 anni prima. I suoi famigliari rischieranno fino alla fine dei propri giorni". E da qui le parole propro di Beretta nell'interrogatorio: "La Curva è un bacino d'utenza enorme con almeno 6-7 mila persone. E poi tutti lo sanno: la Curva Nord è di destra ma a loro interessava di accaparrarsi la gente". Il giornalista di Report, poi, va a inttervistare Anghinelli (storico leader del tifo organizzato del Milan), che ad aprile 2019 vittima di un agguato a Milano ma da cui riesce a sopravvivere, e da questo viene arrestato Luca Lucci (colui che tiene in pugno la Curva rossonera): "Bellocco? Lui è entrato là come fanno tutti. Ci dai un dito e poi si prendono la mano".
"Milan? L'aristocrazia della 'ndrangheta"
E la situazione si sposta sulle intercettazioni. Roberta Grassi (responsabile rivendita biglietti degli Ultras del Milan): "Sabato c'era lì ai tornelli - racconta in una telefonata con Sticco - quello steward, quello della storia di Richy, no? Quello che ha preso lo schiaffone. Mentre l'altra volta non c'era contro il Cagliari. E il capo degli steward mi ha detto di non averlo messo per il fatto successo (era stato picchiato per non aver fatto passare gente senza biglietto ndr). Io gli ho detto che avrebbe dovuto metterlo". Da qui entrano in scena anche Emis Killa e Fedez, il primo indagato nei giorni scorsi e costretto a rinunciare al Festival di Sanremo per via di questa situazione. Il secondo per aver chiesto a Lucci la possiblità di far entrare e vendere all'interno dello stadio una bevanda da lui sponsorizzata. Klaus: "Milan? Parliamo dell'aristocrazia della 'ndrangheta. I Papalia, i Piromalli, parliamo di gente di enorme peso".
Il patto di non belligeranza tra Milan e Inter
L'inchiesta prosegue. Lucci: "C'è un patto di non belligeranza - spiega proprio Lucci a Beretta in una delle intercettazioni telefoniche -. Perché siamo tutti ragazzi seri e per bene". E ancora Anghinelli: "Lucci ha continuato a gestire gli affari dello stadio, finché non è stato arrestato. Magari ancora adesso perché là c'è ancora qualcuno. Milan e Inter? Ultimamente erano uguali". A questo punto c'è l'audio di un'intercettazione telefonica tra Ferdico e Norrito: "Marotta non vuole che si faccia casino, noi stiamo contestando la campagna acquisti - dice il capo degli ultrà dell'Inter -. Fagli sapere che se non mi dà le tessere noi andiamo avanti. Sarà bene che entro il 16-17 ci diano una risposta, se riescono.. che sennò io faccio finta di contestare la società, la campagna acquisti ma gli faccio arrivare qualcosa perché o mi danno le tessere o è guerra". Anghinelli: "Certo che c'è un rapporto tra Curva e società. Se tu vuoi un biglietto è già tutto prenotato perché loro hanno le tessere. Certi del direttivo vanno in giro per tutto lo stadio e fare quello che vogliono". E proprio su questo espongono alcuni dati dove, duranta la finale di Champions tra Inter e City i capi ultras Ferdico, Bellocco e Beretta si sono intascati 150mila euro a testa dalla vendita dei biglietti. E proprio Beretta spiega: "Io mi sono portato a casa 150 mila euro. Tutta la società dell'Inter sapeva che c'ero a muovere i fili perché ero il responsabile dichiarato della Curva Nord".
La chiamata di Ferdico a Inzaghi
Report, con la voce fuori campo del giornalista, spiega anche la situazione dei biglietti, come ad esempio per la finale di Coppa Italia in cui Ferdico chiama Inzaghi."Te la faccio breve mister - dice Ferdico -. Ci hanno dato 1000 biglietti. Facendo due conti, noi ne avremmo bisogno di 200 in più ma non per fare bagarinaggio". Da qui la risposta di Inzaghi: "Parlo con Ferri, Zanetti e Marotta poi ti faccio sapere qualcosa. Gli dico che ho parlato con te". Massimiliano Silva (Supporter Liason Officer dell'Inter): "Senti c'è stata questa riunione ed eravamo dentro tutti. Ti faccio una premessa: basta con questi comunicati. Dal momento che tu sai la quota numerica che ora io ti dico non dovete fare nessun tipo di nota" spiega telefonicamente a Ferdico. Una mediazione arrivata anche alla quota degli abbonamenti, dove Cameruccio (Capo sicurezza dello Stadio) si era opposto a rilasciarne 40mila. E su questo è intervenuto Marotta, come ha spiegato Ferdico a Bellocco al telefono: "Alla fine Marotta si è incazzato con Cameruccio perché non ci ha dato le tessere, sembra che in settimana possa sbloccarsi...".
Abodi, la Giustizia Sportiva e Gravina
Su questo argomento sono intervenuti ancora Abodi e Gravina. Il Ministro dello Sport e dei giovani dice a Report: "La Giustizia Sportiva ha delle sue regole interne, si ispira a dei principi di lealtà e correttezza che devono trovare attuazione immediata. Mi auguro che i vertici federali si esprimano su queste norme interne che non prevedono rapporti tra tesserati e questi criminali che vengono definiti tifosi". A questo poi si lega anche il presidente della FIGC, Gravina: "Io credo che le nostre norme sono di garanzia. Su questo c'è un'indagine e capire quali siano realmente i contenuti di queste relazioni. Le norme le vietano e ci sono degli organi competenti a controllare". Durante la trasmissione, poi, si fa un passo indietro per parlare di quanto successo alla Juve pochi anni prima, nel 2017 con la testimonianza di Fabio Germani.
Il paragone con la Juve e le parole di Germani
Il giornalista Klaus espone la sua su quanto è successo alla Juve e su chi centrasse: "La famiglia Pesce e Bellocco cento per cento. È lo stesso gruppo. Il calcio lo hanno nel sangue". E qui parla uno dei membri del direttivo dei Drughi (ultras bianconeri): "Quanto è successo a Milan e Inter è uguale alla Juve? Copia e incolla. Le forze dell'Ordine sono intervenute in tempo e sono riuscite a evitare i morti in strada. Mocciola e Dominello? Avevano un canale direttto con la società. Per la finale di Champions a Cardiff aveva una quantitativo di biglietti che non puoi immaginare. Sono andato io a prenderli per lui, 400 biglietti direttamente in ricevitoria. Sono quelle cose che dici 'non può succedere'". Report poi intervista Germani (presidente della fondazione Italia Bianconera): "Io conoscevo il mondo Juve. Ho incominciato ad avere rapporti diretti con i giocatori. Dirigenti? Il sistema l'hanno creato loro, non Dominello. E racconta di un episodio in cui avrebbe dovuto dare i soldi dei biglietti alla società, ma che per altre situazioni se li era giocati: "Di colpo mi sento suonare il citofono ed era Dominello, tutto preoccupato. E mi dice: 'Ti devo parlare. Mi ha telefonato D'Angelo e Marulla (Ticketing Manager della Juve, uomo di fiducia di Agnelli) gli ha detto che dalla Juve sono preoccupati perché tu stai temporeggiando per i biglietti, non vogliono che esca questa cosa. Mi hanno dato a me il compito di risolvere questo problema'. La soluzione trovata per recupare una parte dei soldi era su un pacchetto di 50 biglietti da rivendere come pacchetti ai vari club della Juventus. Dominello? Ho capito molto più avanti che aveva rapporti molto amichevoli con Agnelli".
"Marotta ha sempre partecipato a questi incontri"
E ancora: "Un pomeriggio avevamo appuntamento in Piazza San Carlo con Dominello. Avevo il telefono spento, lo accendo e mi arrabbio con lui perché non arrivava. Sta zitto e poi mi dice di andare in Piazza Celenne. Suono, mi aprono il portone e vado su al sesto piano. Dentro alla stanza mi trovo: D'Angelo, Agnelli, Dominello e l'amministrazione delegato di questa società. Quindi mi viene da supporre che le cose ufficiali potevi andare in Juventus mentre le altre in questa immobiliare di fiducia per non farti a vedere". Da qui un video con il testo di una mail dove Germani, spinto da Dominello, chiede a Marotta di far fare un provino per la Juve a un ragazzo: Mario Bellocco, figlio di Umberto e con legami di parentela con Antonio. "Il mio pensiero è che Rocco con l'amicizia fraterna con D'Angelo gli ha detto del nome e lui furbamente se n'è tirato fuori dicendo di parlare con me" dice Germani. A chiudere parla il membro del direttivo dei Drughi: "Marotta ha sempre partecipato a questi incontri in alcuni posti di Torino. Gli incontri erano poco prima di pranzo e al giovedì. Si vedeva con Micciola e Dominello, impossibile non sapeva chi fossero". "Il sistema è loro, quando entri della Juventus ci sono tante telecamere e mi hanno sempre insegnato che quando entri a casa loro, sanno vita, morte e miracoli di te" chiude Germani nell'intervista fatta a Report.
"Suning? Parmalat era niente in confronto"
"Si sa che è una società che faceva un po' schifo. Si era scritto che la volevano radiare perché aveva avuto delle regolarità. Tutta roba alla frutta, poi magari sono arrivati gli americani hanno messo i 200 dollari che mancavano" dice Bellavia. Che continua: "I bilanci dell'Inter sono sempre stati un disastro assoluto. Nel 2020 aveva 800 milioni di debiti e 370 milioni di ricavi, impossibile risanarla con le proprie forze ma doveva soltanto mettere dentro soldi qualcuno. E questo è successo perché è sopravvisuta nonostante questa situazione. La società ha sempre avuto un capitale negativo, nel 2023 era 162 milioni di euro sotto. Ora, nel 2024, sui 100 milioni... ed è una società che deve essere liquidata". "Suning faceva agenzie di marketing, società del turismo, di pubblicità, agenzie di viaggi. Hanno messo un sacco di soldi con sponsorizzazioni. Nel 2019 hanno messo 230 milioni di sponsor sui 290 di ricavi" dice Bellavia.
La richiesta di aiuto di Zhang
E da qui, Report, fa sentire in esclusiva l'analista finanziario londinese che per primo ha scoperto la situazione, la cui identità però rimane segreta: "I ricavi veri non erano quelli dichiarati. Vado un po' a memoria. Loro dicevano che c'erano 300 milioni di ricavi, ma quelli veri erano 200...In tutti e tre i bilanci precedenti erano da correggere, questo è il problema grosso. I 100 in più? Si chiamavano sponsorizzazioni ma erano amici di Suning che mandavano soldi all'Inter. Erano società che non svolgevano questo tipo di mestiere. I contratti non avevano senso perché pagavano un anticipo di 20-30 milioni. Nessuno può dirti che quelle erano vere sponsorizzazioni, era chiaro come il sole. Fatta l'indagine poi sono sparite". E ancora: "Io mi ricordo che questi Zhang non potevano viaggiare per impegni, ma in realtà erano sotto chiave. Avevano fatto un casino che la Parmalat era niente in confronto. La Cina gli ha ritirato il passaporto". Da qui emerge sempre più la crisi dell'Inter e di Suning. "Sapevano tutto anche Figc, Covisoc e Uefa . Tutti quanti". Post Covid Zhang chiede aiuto al mercato emettendo obligazioni per 400 milioni di euro, oltre a chiedere un prestito al fondo americano Oaktree di 360 milioni. "Tutti i fondi hanno questo fascicolo in mano e se ne parla un po' ovunque. Questa cosa dei ricavi farlocchi la sapevano tutti quanti". A maggio 2024 Suning non riesce a estinguere il debito con il fondo e l'Inter emette un comunicato. Patrisso: "Il comunicato dice che si stava creando una situazione di rischio per il club che poteva metterne a repentaglio la stabilità".