Allegri si gioca il futuro Juve: contro il Nantes sfida senza appello

In Europa League serve la vittoria: un’altra eliminazione dopo l’uscita dalla Champions pregiudicherebbe il destino bianconero del tecnico

No, non ci si gioca soltanto l’accesso all’Europa League. Questa sera nella sfida di ritorno dei playoff, in casa del Nantes, ci si gioca molto, molto di più. Massimiliano Allegri, in particolar modo, si gioca parecchio più del previsto. Si gioca il passato, ad esempio: e quello status di corazzata europea che proprio lui, a dispetto di tutto e tutti, aveva (ri)costruito attorno alla Juventus. E si gioca il futuro. Sì, inutile girarci intorno. Allegri si gioca una buona fetta d’una comoda permanenza in bianconero. Perché va bene un contratto blindatissimo (altre due stagioni oltre a questa sono vidimate con firma in calce) e sontuosissimo (nove milioni di euro netti per ciascuna stagione sono garantiti) e va bene anche un bel «chissenefrega» - ammesso e non concesso - rispetto agli eventuali rilievi sul gioco/non gioco della squadra… Epperò, se a un risultatista levi i risultati, beh, allora crolla un po’ tutto il castello al punto che finiscono per passare in secondo piano persino le meritatissime e indiscutibili lodi giunte da più parti circa la serenità che il tecnico riesce a trasmettere al gruppo in un momento così complicato come quello che sta suo malgrado vivendo la Juventus: fatto cioè di rivoluzioni societarie, penalizzazioni, inchieste, incertezze. Uno scossone via l’altro, insomma, che tuttavia Allegri è in parte riuscito ad attutire per il gruppo. Una «serena» eliminazione persino dalla Europa League e addirittura (pur con tutto il rispetto) contro il Nantes, però, servirebbe a poco.

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Allegri sotto esame

Non è un caso che Allegri, nelle ultime settimane, sia stato protagonista d’un insolito - considerando il personaggio - crescendo wagneriano di toni, esternazioni, urla, polemiche, sfoghi. Sa che la posta in palio è altissima, sa che tutti si è sotto esame. Di contro vede che le Euro-cose decisamente non vanno così come lui per primo si aspettava. Ricordiamoci che il tecnico livornese è quello che s’è fatto ridere in faccia, illo tempore (correva l’anno 2014), chiedendo che nel suo primo contratto con la Juventus venisse inserito un bonus in caso di vittoria della Champions League. L’allora presidente Andrea Agnelli, assieme all’allora amministratore delegato Beppe Marotta, si sentì in dovere di chiedere se si trattasse di una battuta. Aveva ancora nelle orecchie, del resto, Agnelli, il fragoroso sbatter di porta di Antonio Conte che aveva lasciato a ritiro già iniziato perché convinto che la Juventus non fosse degna di stare al tavolo delle big europee (la famosa quanto infelice dello squattrinato nel ristorante da 100 euro).  

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Alla Juve per vincere

Invece Allegri spiegò di aver parlato convintamente, e di lì a pochi mesi dimostrò di averlo fatto persino a ragion veduta portando la squadra alla prima di due finali di Champions League. «C’era gente, col Malmoe, che era bianca come questo pallone! Non le strisce nere, bianco così», spiegò più tardi Max ripensando a quello storico debutto del 16 settembre 2014 che di fatto segnò l’inizio d’una nuova epoca d’oro sotto la sua gestione. Ora certe facce sono di nuovo impallidite. Il dentro o fuori con tantissimo da perdere e il minimo sindacale da guadagnare rischia di creare un quantità smodata di pressioni. Allegri lo sa e - strano a crederci - un po’ sembra sentirne anche lui, di pressioni. Negli anni scorsi ha rifiutato due volte il Real Madrid, una il Paris Saint Germain, una l’Arsenal. Poi è tornato a Torino per vincere… nulla, finora. Ora: è chiaro che in una stagione così è inevitabile ritarare le pretese rispetto agli sbandierati propositi di scudetto di inizio stagione, ma una eliminazione dall’Europa League prima ancora di cominciarla sarebbe troppo. Di contro, invece, una prova di forza in casa del Nantes ridarebbero morale e convinzione nei mezzi al gruppo oltre che solidità al tecnico.

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No, non ci si gioca soltanto l’accesso all’Europa League. Questa sera nella sfida di ritorno dei playoff, in casa del Nantes, ci si gioca molto, molto di più. Massimiliano Allegri, in particolar modo, si gioca parecchio più del previsto. Si gioca il passato, ad esempio: e quello status di corazzata europea che proprio lui, a dispetto di tutto e tutti, aveva (ri)costruito attorno alla Juventus. E si gioca il futuro. Sì, inutile girarci intorno. Allegri si gioca una buona fetta d’una comoda permanenza in bianconero. Perché va bene un contratto blindatissimo (altre due stagioni oltre a questa sono vidimate con firma in calce) e sontuosissimo (nove milioni di euro netti per ciascuna stagione sono garantiti) e va bene anche un bel «chissenefrega» - ammesso e non concesso - rispetto agli eventuali rilievi sul gioco/non gioco della squadra… Epperò, se a un risultatista levi i risultati, beh, allora crolla un po’ tutto il castello al punto che finiscono per passare in secondo piano persino le meritatissime e indiscutibili lodi giunte da più parti circa la serenità che il tecnico riesce a trasmettere al gruppo in un momento così complicato come quello che sta suo malgrado vivendo la Juventus: fatto cioè di rivoluzioni societarie, penalizzazioni, inchieste, incertezze. Uno scossone via l’altro, insomma, che tuttavia Allegri è in parte riuscito ad attutire per il gruppo. Una «serena» eliminazione persino dalla Europa League e addirittura (pur con tutto il rispetto) contro il Nantes, però, servirebbe a poco.

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