Le plusvalenze derivanti da operazioni, cosiddette “a specchio”, possono aiutare a fare acquisti?
Tecnicamente no. Ovvero: generano un vantaggio per il bilancio e, quindi, indirettamente la possibilità di eff ettuare acquisti, ma 1. la somma generata nel triennio (60 milioni di euro) è infi nitamente inferiore a quella spesa sul mercato (il 12% di 475 milioni di euro) 2. le operazioni più importanti la Juventus le ha fatte con soldi contanti (vedi gli acquisti di Chiesa o Vlahovic che hanno fruttato alla Fiorentina di Commisso 135 milioni) che ha potuto spendere grazie ai due ravvicinati aumenti di capitale che hanno garantito un’iniezione di 700 milioni di euro nelle casse della società: sono quelli e non le plusvalenze che hanno contribuito alla possibilità di spesa e al pagamento delle rate degli acquisti precedenti.
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Plusvalenze Juve, dov’è il vantaggio? Rappresentano il 3,6% dei ricavi
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Ma allora perché la Juventus cercava disperatamente di realizzare plusvalenze e veniva chiesto a Paratici di produrne?
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Ma una plusvalenza da scambio “a specchio” che vantaggio dà?
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Ma fare plusvalenze con altri club non può condizionare i rapporti e quindi le partite?