Ma una plusvalenza da scambio “a specchio” che vantaggio dà?
Rispetto a una plusvalenza sana, ovvero da vendita dei diritti sportivi di un giocatore per un corrispettivo in contanti, dà un vantaggio nell’immediato perché si segna a bilancio il totale della differenza fra la cifra stabilita e il prezzo a libro del giocatore ceduto, ma poi nel corso degli anni successivi si sconta l’ammortamento di quello acquisito alla stessa cifra. Insomma, il vantaggio è molto relativo perché finisce per appesantire il bilancio e, quindi, ridurre e non aumentare la possibilità di spesa nel corso delle stagioni successive. Ed è questa la ragione per la quale la Juventus ha smesso di utilizzare quella pratica, spesso criticata nelle intercettazioni dell’inchiesta Prisma (critiche che possono suonare come ammissioni di colpa, ma che la difesa juventina evidenzia come consapevolezza degli effetti contabili negativi).