Qual è la sua sensazione sull’operato della CFA, in definitiva?
«Ritengo che, sul binario originario della Procura Federale fondato sulle plusvalenze fittizie, la CFA abbia provato a innestare quello invece proprio della Procura di Torino, che al pari della Consob sostiene la tesi delle permute. Il funambolismo che ne è seguito ha portato alla difficilmente sostenibile “pianificazione fraudolenta di attività lecita”, ma la verità è che sulla traccia federale non c’era spazio per decidere altro che il proscioglimento».
E dunque cosa deciderà il Collegio di Garanzia dello Sport?
«Non vedo margini per una conferma, dovrà riformare e senza rinvio. Il rinvio, infatti, è previsto solo quando risultano necessari “ulteriori accertamenti di fatto”, ma ormai siamo al quarto grado di giudizio, o quando “le parti ne fanno concorde richiesta”. Non annullare, inoltre, lascerebbe aperta alla Juventus la strada del Tar: il club bianconero non potrebbe più demolire la penalizzazione, ma chiedere una tutela risarcitoria per cifre davvero importanti».