Pagina 2 | Szczesny, Perin e Pinsoglio si raccontano: idoli, chiamata Juve e Siviglia

Stesso ruolo, competizione interna ma anche grande feeling. I tre portieri della Juventus sono stati protagonisti dell'ultima live Twitch sul canale bianconero. Wojciech Dzczesny, Mattia Perin e Carlo Pinsoglio si sono raccontati a 360°: dalla chiamata della Juve, alla delicata partita con il Siviglia, fino a raccontare dell'amore per il ruolo e dei propri idoli da ragazzi.

Szczesny: "Il gol di Gatti ci ha dato entusiasmo"

Queste le dichiarazioni del numero 1 bianconero, Szczesny: "Perin è il miglior portiere d'Italia e d'Europa. Il mio idolo di sempre era Schmeichel: guardavo la Premier più che la Serie A. Volevo fare l'attaccante ma non ero bravo, mi hanno consigliato di provare in porta. Quando ho fatto la prima bella parata non volevo più tornare in attacco. Quando sei giovane e capisci che sei più bravo degli altri a fare qualcosa è una bella sensazione. Ti senti forte, ti dà fiducia e autostima, l'ho fatto perché era l'unica cosa che sapevo far bene. Mondiale? Felice per la vittoria dell'Argentina: avevo più amici lì che nella Francia. Quando mi ha chiamato la Juve? Non ricordo bene come andò. Avevo ancora un anno di contratto con l'Arsenal, andai in prestito alla Roma. Quando si parlava delle successive destinazioni e vennero fuori i bianconeri non esitai. Colpito alla prima visita nel museo Juve? No, più che altro quando ero alla Roma e venni all'Allianz: nello spogliatoio c'erano tutti i trofei vinti dal club, rimasi impressionato. Per quanto riguarda il ritorno col Siviglia: abbiamo sensazioni positive, soprattutto per il gol segnato nel recupero da Gatti. Ci ha dato grande energia e tanto entusiasmo per affrontare questa sfida, che è la più importante dell'anno. Proveremo ad ottenere la finale".

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Perin: Siviglia, Juve Next Gen e penalizzazione

Queste invece le parole di Perin, che ha toccato diversi argomenti. Dalla Cremonese al Siviglia, passando per il progetto della Juventus Next Gen: "Con la Cremonese è stata una bella partita, siamo stati bravi a non sottovalutare l'avversario. Grazie al nostro atteggiamento abbiamo semplificato le cose. Cosa è mancato quest'anno? Il Napoli ha meritato lo scudetto, gli facciamo i complimenti. Un'altra penalizzazione peserebbe nella classifica, non nel morale: ci siamo compattati quando ci davano per finiti. Il mio idolo è sempre stato Buffon. La chiamata Juve? Sentivo di poter fare un salto, quando ci fu il loro interesse rimasi colpito. Avevo anche altre opportunità, ma quando chiama la Juventus apri la porta. Sapevo che venivo per cercare di farmi trovare pronto, per mettermi in mostra e essere in competizione con Szczesny: qui nessuno si accontenta, è un mantra degli sportivi. Competere con loro due quotidinamente mi ha migliorato tanto. Il progetto Next Gen aiuta i giocatori a formarsi, fanno un campionato vero, senza il passaggio estremo dalla Primavera ad una prima squadra come la Juve. Se hai talento in un campionato come quello di Serie C ti formi e sei più pronto. Fagioli, ad esempio, ha fatto un bel percorso. Miretti invece è praticamente arrivato direttamente dalla Primavera facendosi trovare pronto. Ma tutti gli altri: Barrenechea, Iling, Barbieri, hanno grandi qualità che dovranno però essere affinate. Una parata alla Juve pesa di più? Non mi sento di dire questo, dipende dai punti di vista. Ho giocato al Genoa: una parata per la salvezza vale come quella di uno scudetto. In bianconero c'è una pressione enorme, ma retrocedere coi rossoblu è un peso che ti porti sulle spalle per tanto tenpo. Siviglia? Tutto lo spogliatoio sa quanto è importante la sfida, si è creato qualcosa di magico. Possiamo entrare nella storia della Juve, da 27 anni manca una coppa europea: per tutti sarebbe una cosa magnifica, e noi ce la diciamo questa cosa nello spogliatoio. Sappiamo che è una partita difficile, loro sono una buona squadra ma con carattere e atteggiamento possiamo toglierci delle soddisfazioni".

Pinsoglio: "Tornare alla Juve un sogno"

Infine, le dichiarazioni di Pinsoglio, cresciuto fin da piccolo con il bianconero addosso ha esaudito il desiderio di tornare alla Juventus: "Fui chiamato a 9 anni per la prima volta: una gioia immensa per un bambino esser contattato dalla Juve. Tanti anni trascorsi qui, ricordo che un anno feci il pre ritiro, poi andai al Latina. La stagione seguente invece presi parte alla tournée bianconera: fu bellissimo. Tornare alla Juve era il mio sogno: so di svolgere un ruolo particolare, ma so farlo al meglio. Idolo di sempre? Sicuramente Buffon. In vista del Siviglia abbiamo una carica pazzesca, non vediamo l'ora che arrivi la partita".

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Perin: Siviglia, Juve Next Gen e penalizzazione

Queste invece le parole di Perin, che ha toccato diversi argomenti. Dalla Cremonese al Siviglia, passando per il progetto della Juventus Next Gen: "Con la Cremonese è stata una bella partita, siamo stati bravi a non sottovalutare l'avversario. Grazie al nostro atteggiamento abbiamo semplificato le cose. Cosa è mancato quest'anno? Il Napoli ha meritato lo scudetto, gli facciamo i complimenti. Un'altra penalizzazione peserebbe nella classifica, non nel morale: ci siamo compattati quando ci davano per finiti. Il mio idolo è sempre stato Buffon. La chiamata Juve? Sentivo di poter fare un salto, quando ci fu il loro interesse rimasi colpito. Avevo anche altre opportunità, ma quando chiama la Juventus apri la porta. Sapevo che venivo per cercare di farmi trovare pronto, per mettermi in mostra e essere in competizione con Szczesny: qui nessuno si accontenta, è un mantra degli sportivi. Competere con loro due quotidinamente mi ha migliorato tanto. Il progetto Next Gen aiuta i giocatori a formarsi, fanno un campionato vero, senza il passaggio estremo dalla Primavera ad una prima squadra come la Juve. Se hai talento in un campionato come quello di Serie C ti formi e sei più pronto. Fagioli, ad esempio, ha fatto un bel percorso. Miretti invece è praticamente arrivato direttamente dalla Primavera facendosi trovare pronto. Ma tutti gli altri: Barrenechea, Iling, Barbieri, hanno grandi qualità che dovranno però essere affinate. Una parata alla Juve pesa di più? Non mi sento di dire questo, dipende dai punti di vista. Ho giocato al Genoa: una parata per la salvezza vale come quella di uno scudetto. In bianconero c'è una pressione enorme, ma retrocedere coi rossoblu è un peso che ti porti sulle spalle per tanto tenpo. Siviglia? Tutto lo spogliatoio sa quanto è importante la sfida, si è creato qualcosa di magico. Possiamo entrare nella storia della Juve, da 27 anni manca una coppa europea: per tutti sarebbe una cosa magnifica, e noi ce la diciamo questa cosa nello spogliatoio. Sappiamo che è una partita difficile, loro sono una buona squadra ma con carattere e atteggiamento possiamo toglierci delle soddisfazioni".

Pinsoglio: "Tornare alla Juve un sogno"

Infine, le dichiarazioni di Pinsoglio, cresciuto fin da piccolo con il bianconero addosso ha esaudito il desiderio di tornare alla Juventus: "Fui chiamato a 9 anni per la prima volta: una gioia immensa per un bambino esser contattato dalla Juve. Tanti anni trascorsi qui, ricordo che un anno feci il pre ritiro, poi andai al Latina. La stagione seguente invece presi parte alla tournée bianconera: fu bellissimo. Tornare alla Juve era il mio sogno: so di svolgere un ruolo particolare, ma so farlo al meglio. Idolo di sempre? Sicuramente Buffon. In vista del Siviglia abbiamo una carica pazzesca, non vediamo l'ora che arrivi la partita".

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