"Sicuri che sia giustizia?": il coro dei contrari non è solo juventino

Da Mourinho a Graziani, dal granata Gramellini all’interista Cerasa, il messaggio condiviso dopo la penalizzazione alla Juve: sbagliato colpire la squadra a stagione in corso

TORINO - A difendere la Juventus, intesa come squadra che ha conquistato 69 punti sul campo, non ci pensa solo il popolo bianconero. Le voci autorevoli arrivano da ambienti diversi e soprattutto lontane dalla Juventus, per non dire in aperto contrasto. Il primo a schierarsi era stato Josè Mourinho: «Questo per me è uno scherzo, sapere questa cosa con due partite ancora da giocare per noi, per tutti, anche per la Juve... Se mi avessero detto questo prima di Monza, prima di Bologna il nostro approccio sarebbe stato diverso. Sapendo che la Juve prendeva punti e che la nostra migliore situazione sarebbe stata puntare tutto sull’Europa League abbiamo deciso di fare così. Per Max Allegri e per i giocatori mi spiace, perché hanno vinto i punti sul campo. Campionato falsato? Secondo me sì, ma non voglio parlare più di questo. Preferisco dire che mi spiace per i professionisti che lavorano come me e che pagano perché magari dirigenti e società hanno sbagliato».

Opinione simile a quella del giornalista granata Massimo Gramellini, nel suo “caffé” di qualche giorno fa: «La Juve potrà anche averne fatte più di Bertoldo e meritare centomila punti di penalizzazione, ma non è serio togliergliene quindici, poi restituirglieli e poi ritogliergliene dieci, oltretutto un’ora prima di una partita (...) E le conseguenze di questo stillicidio non le pagano solo gli juventini, dei cui malumori si è fatto portavoce Allegri. Le pagano anche i giocatori e i tifosi delle altre squadre, che, vedendo la Juve salire e scendere in classifica come una pallina impazzita, non sanno più su quali obiettivi puntare. Sarebbe bastato un minimo di buonsenso. Sarebbe bastato congelare le sentenze fino al termine del torneo e armonizzare le varie inchieste, così da emettere un verdetto complessivo e chiaro. Invece, a livello sportivo, si ripropone in forma grottesca il vizio che tanti imprenditori stranieri e semplici cittadini imputano alla nostra giustizia ordinaria: l’incertezza e l’illogicità dei meccanismi processuali».

Plusvalenze, Juve penalizzata di dieci punti: la sentenza e le reazioni

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Ciccio Graziani e Claudio Cerasa: giustizia ingiusta

Un campione del passato, di sicuro non juventino come Ciccio Graziani aveva detto in tv: «Tante volte mi domando: perché penalizzare una squadra che sul campo ha ottenuto dei risultati? Io mi metto nei panni dei calciatori che si sono guadagnati la Champions. Andiamo a colpire le società, anche in maniera forte dal punto di vista finanziario. Ma non penalizziamo una squadra che sul campo ha fatto il suo dovere e si è guadagnata quel che si è guadagnata». Idee in linea con quelle di Claudio Cerasa, direttore del Foglio, a Radio 24: «Io sono tifoso interista, è molto faticoso difendere sportivamente la Juventus. Ma, a parte questo, credo che il caso della Juve sia lo specchio di una giustizia ingiusta: ogni forma di giustizia, anche quella più becera sportiva, dovrebbe considerare molto importante il condannare oltre ogni ragionevole dubbio. E quello che è successo alla Juventus, invece, è del tutto opposto. Si è scelto di inseguire l’onda mediatica, la richiesta di una penalizzazione formulata dal giudice più importante che forse c’è in Italia, cioè il tribunale del popolo, e in base a quella esigenza, senza prove provate si è scelto di condannare la Juventus all’interno di un processo che più che costruito sullo stato di diritto è stato costruito sullo stato della farsa».

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TORINO - A difendere la Juventus, intesa come squadra che ha conquistato 69 punti sul campo, non ci pensa solo il popolo bianconero. Le voci autorevoli arrivano da ambienti diversi e soprattutto lontane dalla Juventus, per non dire in aperto contrasto. Il primo a schierarsi era stato Josè Mourinho: «Questo per me è uno scherzo, sapere questa cosa con due partite ancora da giocare per noi, per tutti, anche per la Juve... Se mi avessero detto questo prima di Monza, prima di Bologna il nostro approccio sarebbe stato diverso. Sapendo che la Juve prendeva punti e che la nostra migliore situazione sarebbe stata puntare tutto sull’Europa League abbiamo deciso di fare così. Per Max Allegri e per i giocatori mi spiace, perché hanno vinto i punti sul campo. Campionato falsato? Secondo me sì, ma non voglio parlare più di questo. Preferisco dire che mi spiace per i professionisti che lavorano come me e che pagano perché magari dirigenti e società hanno sbagliato».

Opinione simile a quella del giornalista granata Massimo Gramellini, nel suo “caffé” di qualche giorno fa: «La Juve potrà anche averne fatte più di Bertoldo e meritare centomila punti di penalizzazione, ma non è serio togliergliene quindici, poi restituirglieli e poi ritogliergliene dieci, oltretutto un’ora prima di una partita (...) E le conseguenze di questo stillicidio non le pagano solo gli juventini, dei cui malumori si è fatto portavoce Allegri. Le pagano anche i giocatori e i tifosi delle altre squadre, che, vedendo la Juve salire e scendere in classifica come una pallina impazzita, non sanno più su quali obiettivi puntare. Sarebbe bastato un minimo di buonsenso. Sarebbe bastato congelare le sentenze fino al termine del torneo e armonizzare le varie inchieste, così da emettere un verdetto complessivo e chiaro. Invece, a livello sportivo, si ripropone in forma grottesca il vizio che tanti imprenditori stranieri e semplici cittadini imputano alla nostra giustizia ordinaria: l’incertezza e l’illogicità dei meccanismi processuali».

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