Dal nuovo ds al nuovo allenatore
Un silenzio fragoroso che può prestarsi a molteplici chiavi di lettura sul futuro professionale del ds, ma che intanto pone lo stesso Adl in una posizione scomoda nel rapporto con i candidati perché è sempre complesso convincere un tecnico, pur a fronte di un progetto sicuramente ambizioso e sognante, senza però il conforto del confronto con un “uomo di calcio”. Che non è stato scelto nonostante le voci su Pietro Accardi (voci, appunto) autore di uno straordinario lavoro alla scrivania dell’Empoli, l’attesa su Ciro Polito che sta lavorando per condurre il Bari in A e le indiscrezioni sulla promozione del capo scouting Maurizio Micheli e del giovane Antonio Sinicropi appena diplomatosi a Coverciano. Ma, appunto, la priorità è l’allenatore e De Laurentiis vede appassire i petali uno a uno: da Thiago Motta a Conceiçao fino a Italiano, con Benitez che resta sullo sfondo in attesa.
La confessione su Allegri
Così come, appunto, lo è Giuntoli che intanto osserva le dinamiche di mercato e fa valutazioni con distacco e serenità. A un amico, per esempio, ha confidato un suo pensiero su Massimiliano Allegri («Non può essere diventato scarso tutto di colpo in un anno...») ma si guarda bene dall’intervenire nelle dinamiche interne della Juventus che, pensa un po’ le stranezze del calcio, un settore tecnico operativo ce l’ha già a differenza del Napoli. Tanto è vero che in queste ultime ore si sono rincorse le indiscrezioni circa lo stop alla partenza di Giovanni Manna, il ds che dovrà gestire la transizione a cominciare dalla prima operazione: il riscatto di Milik a 7 milioni, decisioni che trova tutti d’accordo a largo raggio. Poi, più in là, ci sarà da alleggerire, da tagliare rami secchi e servirà maggiore esperienza. Ma la fretta è più mediatica che operativa.