NAPOLI- Quando nell’estate 2015 il presidente De Laurentiis annunciò l’arrivo in panchina di Maurizio Sarri e di Cristiano Giuntoli come direttore sportivo, in tanti a Napoli si chiesero: “E chi è questo?”. Sembrava una doppia scelta azzardata, oltre all’allenatore 58enne e con un solo anno di A ad Empoli, anche un ds che il meglio della sua carriera lo aveva vissuto a Carpi, portandolo in 5 anni dalla serie D alla A. Invece, anche in questo caso il patron aveva visto giusto, perchè nel triennio a guida del Comandante, la squadra azzurra arrivò una volta terza e per due stagioni al secondo posto. Non senza polemiche, soprattutto nel 2017-2018, per l’arbitraggio di Orsato nel match Inter-Juventus. Giuntoli si era appropriato dell’area tecnica, anche grazie ad una serie di operazioni in uscita che confermarono la felice scelta di De Laurentiis. Inler al Leicester, Edu Vargas all’Hoffenheim, Gargano al Monterrey e Britos al Watford: cessioni che alleggerirono il bilancio del club ed esaltarono l’abilità di Giuntoli nello smaltimento dei profili in esubero.
Giuntoli e il triennio di Sarri
Nel triennio di Sarri fu sveglio anche nel mercato in entrata: Milik dall’Ajax e gli affidò la maglia che fino a pochi mesi prima era stata di Higuain. Una scelta felice e dal costo sostenibile (32 milioni), oltre a quella di Zielinski dall’Udinese, Maksimovic dal Torino e Mario Rui dalla Roma. L’arrivo di Ancelotti nell’estate del 2018, determinò un accantonamento di Giuntoli dalle operazioni di mercato in entrata ed il potere di acquisto finito tutto nelle mani di Carletto. Fabian Ruiz dal Betis per 30 milioni con la clausola, Verdi dal Bologna per 24,5 milioni, Malcuit dal Lille per 12, intanto Giuntoli cedeva Jorginho al Chelsea (richiesto da Sarri) per 57 milioni, Zapata alla Samp per 18,5 ed Hamsik a gennaio all’Yfang per 20 milioni. L’anno successivo fu quello peggiore. Ancelotti chiese a De Laurentiis l’acquisto di Lozano dal Psv per 45 milioni (4,5 di stipendio) e quello di Manolas dalla Roma per 36 milioni (4,2 di stipendio), mentre Giuntoli prendeva Di Lorenzo dall’Empoli per 9,8 milioni ed Elmas dal Fenerbache per 16,2 milioni. A dicembre ci fu lo strappo tra lo spogliatoio ed il presidente, ma anche dei calciatori nei confronti di Ancelotti che De Laurentiis fu costretto ad esonerare per evitare che il Napoli precipitasse in zona retrocessione. Giuntoli consigliò Gattuso al presidente, che gli diede ascolto, e la squadra poco alla volta si risollevò, l’esplosione del Covid la bloccò, ma quando la stagione riprese gli azzurri riuscirono a vincere la Coppa Italia: battuta la Juventus in finale ai calci di rigore.
Juve-Giuntoli, ci siamo: lascia il Napoli. Via libera di De Laurentiis