TORINO - Questa mattina Paul Pogba sarà a Parigi in qualità di testimone nella prima udienza del processo che vede sul banco degli imputati anche suo fratello maggiore, Mathias, accusato insieme con altri amici di infanzia di tentata estorsione ai danni del centrocampista e di associazione a delinquere. È l’ennesima vicenda extracalcistica che vede coinvolto il numero 10 della Juventus e che, con una tempestività quasi surreale, piomba nella settimana più difficile per il campione francese, già tormentato per il caso doping che rischia di chiudere in anticipo la sua carriera e adesso chiamato pure a rivivere mesi di minacce ed estorsioni.
La toccata e fuga nel tribunale parigino non sarà un diversivo per non pensare all’integratore che Pogba avrebbe assunto a Miami su indicazione medica da specialisti legati alla famiglia e che sarebbe alla base della sua positività.
Pogba, le controanalisi e gli scenari
Anzi, aumenterà l’angoscia che il Polpo sta vivendo in questi giorni dopo che lunedì è stato sospeso in via cautelare dal Tribunale Nazionale Antidoping perché trovato positivo al testosterone in un controllo antidoping effettuato dopo Udinese-Juventus dello scorso 20 agosto, partita d’esordio del campionato che il centrocampista aveva vissuto interamente in panchina. Il giocatore ha ovviamente richiesto, più per prassi consolidata che non con la speranza di veder capovolto l’esito, le controanalisi. Se l’esame della provetta B darà l’identico risultato, si avvierà la fase istruttoria della Procura antidoping con tre scenari, archiviazione, patteggiamento o deferimento e processo sportivo davanti al Tribunale nazionale antidoping.