Allegri, come ha analizzato la sconfitta e i possibili cambi per Juve-Lecce

All'indomani del ko con il Sassuolo e in vista della prossima partita, il tecnico bianconero ha parlato con la squadra ed esaminato gli errori

TORINO - Non risultano urla, strepiti o crocefissioni in sala mensa: il giorno dopo la sconfitta contro il Sassuolo, nonostante alcuni contorni indubbiamente fantozziani nel perimetro delle giocate bianconere, si è srotolato nell’ambito di un confronto costruttivo tra Massimiliano Allegri e il gruppo.

Il tecnico ha parlato con i giocatori, ha esaminato gli errori di cui tutti, peraltro, erano perfettamente consapevoli senza la necessità di utilizzare il cilicio per il ”penitenziagite” pubblico. Perché, al netto degli errori e dei cali mentali, tra i dirigenti tecnici bianconeri c’è la consapevolezza di come si stia affrontando un periodo di transizione e che dunque il gruppo vada supportato e accompagnato verso la maturazione.

Juve, l'analisi di Allegri

Così, oltre ad aver mostrato i video sul passato (recente e dolente) e sul futuro (prossimo, praticamente domani) il tecnico bianconero ha insistito sui concetti di equilibrio di fronte ai giudizi e alle pressioni esterne sia di fronte alle esaltazioni post vittoria sia al cospetto delle critiche post sconfitta. E, soprattutto, ha picchiato duramente sul concetto della concentrazione che non deve mai mancare, pena il rischio di esporre il fianco alla sconfitta contro qualsiasi avversario, come del resto aveva preconizzato alla vigilia della trasferta a Reggio Emilia. I segnali del rischio sempre incombente (della caduta, almeno, se non dell’imbarcata...) del resto non erano disseminati solo nella testa di Massimiliano Allegri, ma si potevano benissimo intravvedere anche se nascosti nell’euforia successiva al trionfo contro la Lazio. Perché già nel corso di quella partita, infatti, la Juventus spianò la strada al gol degli avversari in seguito a un proprio goffo errore in disimpegno (ma poi, qualcuno ricorda come nacque il gol del Bologna e le molte occasioni che costruì l’Udinese, non a caso stigmatizzate da Allegri?

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Juve, Allegri e l'equilibrio

Eccoli, gli altri segnali: non ci si deve, o dovrebbe, mai fermare solo al risultato per analizzare una partita). E qualcuno lo chiese ad Allegri, nel post partita, se la necessità della Juve di giocare sempre al centodieci per cento dal punto di vista agonistico (fisico e mentale) rappresentasse un limite o un’opportunità perché, appunto, la Juve ha questa necessità a fronte di una rosa che si porta ancora appreso equivoci e lacune come è inevitabile che sia nel pieno di una fase di transizione. Anche allora, dopo quella vittoria perfino scintillante, il tecnico ribadì l’esigenza di mantenere equilibrio e la necessità di crescere nella capacità di leggere i momenti della partita.

Gatti e la nuova Juve

Poi, insomma, è chiaro che i primi a riuscirci e a insegnare agli altri come gestire le situazioni devono o, di nuovo, dovrebbero essere i giocatori più esperti. Quelli che sono mancati per primi a Reggio Emilia a cominciare da Szczesny. Poi, certo, gli errori individuali (di misura e di postura, di atteggiamento e concentrazione) hanno riguardato praticamente tutti con la clamorosa topica finale capitata a Gatti. Che, per inciso e con tutto il rispetto possibile alle sue qualità personali e al suo affascinante percorso, rappresenta plasticamente la fase di transizione in cui si trova la Juventus sia dal punto di vista economico e di conseguenza sulle scelte tecniche: difficile ipotizzare che il pur encomiabile (sotto tutti gli aspetti professionali e umani) Gatti potrebbe ambire alla titolarità in una Juventus maggiormente qualitativa. E lo stesso discorso vale per altri.

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Juventus, il punto sulla formazione in vista del Lecce

In ogni caso il difensore dovrebbe essere confermato contro il Lecce perché non si punisce per un errore e, infatti, lo stesso dovrebbe valere per Szczesny. Cambiamenti, però, ce ne saranno in conseguenza dell’impegno ravvicinato che indurrà Allegri a far riposare uno tra Chiesa (solito affaticamento agli adduttori) e Vlahovic (problemi alla schiena) oltre agli interpreti sulle fasce. Ma ciò che più preme al tecnico bianconero, ora, è di accompagnare il gruppo verso la “maturazione e la consapevolezza”.

Che aiuta, ma che non è detto possa bastare: come disse un allenatore importante, che conosce bene le dinamiche bianconere: "Non è che se prendi uno che non è in grado e gli cambi maglia diventa automaticamente da Juve...". Però, con equilibrio e pazienza, potrà crescere. Ricordando sempre, però, che se giochi nella Juventus il tempo è più stretto. E spesso proprio non te ne lasciano.

 

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TORINO - Non risultano urla, strepiti o crocefissioni in sala mensa: il giorno dopo la sconfitta contro il Sassuolo, nonostante alcuni contorni indubbiamente fantozziani nel perimetro delle giocate bianconere, si è srotolato nell’ambito di un confronto costruttivo tra Massimiliano Allegri e il gruppo.

Il tecnico ha parlato con i giocatori, ha esaminato gli errori di cui tutti, peraltro, erano perfettamente consapevoli senza la necessità di utilizzare il cilicio per il ”penitenziagite” pubblico. Perché, al netto degli errori e dei cali mentali, tra i dirigenti tecnici bianconeri c’è la consapevolezza di come si stia affrontando un periodo di transizione e che dunque il gruppo vada supportato e accompagnato verso la maturazione.

Juve, l'analisi di Allegri

Così, oltre ad aver mostrato i video sul passato (recente e dolente) e sul futuro (prossimo, praticamente domani) il tecnico bianconero ha insistito sui concetti di equilibrio di fronte ai giudizi e alle pressioni esterne sia di fronte alle esaltazioni post vittoria sia al cospetto delle critiche post sconfitta. E, soprattutto, ha picchiato duramente sul concetto della concentrazione che non deve mai mancare, pena il rischio di esporre il fianco alla sconfitta contro qualsiasi avversario, come del resto aveva preconizzato alla vigilia della trasferta a Reggio Emilia. I segnali del rischio sempre incombente (della caduta, almeno, se non dell’imbarcata...) del resto non erano disseminati solo nella testa di Massimiliano Allegri, ma si potevano benissimo intravvedere anche se nascosti nell’euforia successiva al trionfo contro la Lazio. Perché già nel corso di quella partita, infatti, la Juventus spianò la strada al gol degli avversari in seguito a un proprio goffo errore in disimpegno (ma poi, qualcuno ricorda come nacque il gol del Bologna e le molte occasioni che costruì l’Udinese, non a caso stigmatizzate da Allegri?

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