Fagioli, la Juve lo abbraccia: scatta la missione recupero

Il club lavora per costruirgli un contesto di normalità: il centrocampista ieri si è allenato alla Continassa. Avanti con lo stipendio e con il percorso terapeutico

TORINO - Prove di normalità per Nicolò Fagioli. Un concetto persino ripudiato, in genere, da chi ha l’ambizione di diventare il migliore. Un porto sicuro cui far rotta, ora, per trovare rifugio dopo la tempesta degli ultimi giorni. All’indomani di una squalifica che ha preso forma previo patteggiamento con la Procura Federale, il centrocampista della Juventus ieri si è regolarmente presentato alla Continassa. E, altrettanto regolarmente, ha partecipato alla seduta d’allenamento agli ordini di Allegri, tra qualche compagno di squadra e tanti giovani della Next Gen a compensare le defezioni per gli impegni con le Nazionali. Prove di normalità, appunto. Il “cinque” con chi da pochi giorni è venuto a conoscenza della voragine che stava risucchiando il talento piacentino, il “rito della vestizione” nello spogliatoio prima di mettere piede in campo, il battito che accelera ai primi scatti da un cinesino all’altro. E il fisico che viene messo a dura prova, quanto e più di prima, come antidoto ai nefasti pensieri che hanno accompagnato troppe notti insonni del numero 21 bianconero.

Fagioli, prove di normalità: il sostegno della Juve

La Juventus si è stretta intorno al talento forgiato a Vinovo quando è venuta a conoscenza della sua dipendenza da azzardo, nello scorso mese di agosto, e non ha certo invertito la rotta ora che è arrivata la conferma dell’inevitabile pit stop alla sua carriera. Fagioli continuerà ad allenarsi con i compagni e continuerà anche a ricevere lo stipendio, in linea con la filosofia adottata nelle ultime settimane dal club, che si era attivato per assicurare al ragazzo il necessario percorso terapeutico prima ancora che questo diventasse un obbligo imposto dalla Figc nell’alveo delle sanzioni accessorie alla squalifica. Ridotta dagli iniziali dodici mesi a sette proprio in virtù di una commutazione degli ulteriori cinque in “pene alternative”: il piano di recupero dalla dipendenza, appunto, e anche un ciclo di incontri pubblici in cui educare i più giovani attraverso una testimonianza di vita vissuta.

Fagioli, il racconto shock: "Ti spezziamo le gambe, tre milioni di debiti"

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Fagioli testimonial contro le ludopatie

Il primo giorno di Fagioli da squalificato in pectore (il dispositivo, al momento, non ha ancora i crismi dell’ufficialità) è scivolato via così. Inseguendo il rimbalzo di un pallone, come consuetudine fin da piccolo. Ma con un pensiero al percorso terapeutico, già iniziato con il professor Paolo Jarre, direttore del Dipartimento di patologia delle dipendenze dell’Asl Torino 3. E con la prospettiva, a medio termine, di diventare testimonial contro le ludopatie. Quest’ultimo passaggio, infatti, troverà concretezza soltanto una volta scontata l’imminente squalifica fino a maggio inoltrato, affinché Fagioli possa rappresentare agli occhi dei ragazzi cui si rivolgerà un modello positivo: quello incarnato da chi ha ammesso le proprie debolezze e le ha superate, quello di chi è tornato in campo con il sorriso e non è più costretto in tribuna con lo sguardo cupo a causa dei suoi errori.

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Fagioli, il post sui social e l'account sospeso

Errori che il 22enne bianconero ha riconosciuto fino ad autoaccusarsi di fronte alla Procura Federale, errori che ieri ha ribadito in un tentativo – maldestro, a dire il vero... – di tornare a far sentire la propria campana sui social. "Pensavo di partire chiedendo scusa non solo ai tifosi bianconeri, ma a tutti i tifosi del mondo del calcio e dello sport per l’errore ingenuo che ho fatto. Invece no, sono obbligato a partire con lo schifo che scrivono su di me giornali e persone solo per mettermi in cattiva luce con mille falsità. O forse, meglio, solo per conquistare due visualizzazioni in più. Presto parlerò". Un proposito per ora riposto nel cassetto, dal momento che – poche ore dopo lo sfogo impulsivo – il bianconero ha optato per sospendere il proprio account Instagram, per via del cosiddetto “shitstorm” (tempesta? bufera?) di cui è stato vittima da parte dei sostenitori delle più variegate squadre. Decisione presa, per altro, in scia a quella della fidanzata Giulia, che per lo stesso motivo nei giorni passati aveva disattivato la possibilità di lasciare commenti a margine dei propri post. Serenità e normalità, da questo punto di vista, sono ancora lontani: serviranno un bel po’ di ripetute alla Continassa per lasciarsi alle spalle anche questo capitolo. Ma la Juventus, in fondo, i cancelli del Training Center glieli ha lasciati aperti...

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La Juventus si è stretta intorno al talento forgiato a Vinovo quando è venuta a conoscenza della sua dipendenza da azzardo, nello scorso mese di agosto, e non ha certo invertito la rotta ora che è arrivata la conferma dell’inevitabile pit stop alla sua carriera. Fagioli continuerà ad allenarsi con i compagni e continuerà anche a ricevere lo stipendio, in linea con la filosofia adottata nelle ultime settimane dal club, che si era attivato per assicurare al ragazzo il necessario percorso terapeutico prima ancora che questo diventasse un obbligo imposto dalla Figc nell’alveo delle sanzioni accessorie alla squalifica. Ridotta dagli iniziali dodici mesi a sette proprio in virtù di una commutazione degli ulteriori cinque in “pene alternative”: il piano di recupero dalla dipendenza, appunto, e anche un ciclo di incontri pubblici in cui educare i più giovani attraverso una testimonianza di vita vissuta.

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