Si scrive Juve, si legge Sudamerica: da Montero a Dybala, la Top 10 dei migliori

Tango, samba e garra: dagli argentini ai brasiliani, chi di loro ha indossato il bianconero ha sempre avuto una personalità fortissima

In principio furono Orsi, Monti e Cesarini, poi fu Sivori e si inchinarono tutti, poi Altafini fugace e determinante, passarono Montero ed Emerson, per arrivare a Vidal, Tevez, Higuain e Dybala. La Juventus sudamericana o è classe infinita, oppure carattere micidiale, spesso tutti e due insieme: tango e garra, fantasia e agonismo.

10) Vidal (Cile)

Giocatore da cartone animato: sapeva sradicare il pallone come un mediano, correre verso la porta avversaria come un’ala e buttarlo dentro come un attaccante di razza. Avesse avuto anche una testa... ma non si può chiedere troppo.

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9) Camoranesi (Argentina)

Ala guerriera, con la faccia da indios e lo sguardo che faceva riflettere attentamente sull’opportunità di duellare con lui. E mentre l’avversario ci pensava, lui era già altrove, spesso sul fondo per crossare in mezzo.

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8) Higuain (Argentina)

Bomber malinconico e goloso. Il fisico spaventava l’avversario, ma i piedi erano in grado di terrorizzarlo perché il Pipita ci sapeva fare tutto: dai pallonetti alle bombe a mano, aveva un repertorio pazzesco.

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7) Emerson (Brasile)

Il Puma aveva polmoni capienti e piedi raffinati, brutale capacità di riconquistare palla e illuminante bravura nel farla poi correre sui binari giusti per le ripartenze dei suoi. Ah, ogni tanto, giusto per gradire, faceva anche gol.

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6) Montero (Uruguay)

Detto il “Pigna” che per un latinoamericano come lui è il pugno, di quelli duri come sassi, spaventosi per gli avversari più refrattari alla marcatura, rassicuranti per i compagni che con Montero in campo, si sentivano sotto scorta. Ma la narrativa noir intorno alla sua cattiveria ha troppo spesso offuscato la sua straordinaria bravura come marcatore, ordinato e attento.

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5) Altafini (Brasile)

La classe e la concretezza, brasiliano di sangue italiano, il meglio lo ha regalato al Milan e alla Seleçao (con la quale ha vinto un Mondiale al fianco di Pelé), ma nella sua fugace apparizione in bianconero fu determinantissimo, segnando gol pesanti. Distillava la classe concentrandola nei minuti finali, quando Vycpálek lo mandava in campo per risolvere i problemi.

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4) Cesarini (Argentina)

Genio del calcio e della vita, amante di entrambe. Champagne e tango fino all’alba, poche ore di sonno e poi dritto all’allenamento, a volte senza togliersi il pigiama, coprendolo, però, con un cappotto cammello la cui classe era paragonabile a quella che il Cè era in grado di mettere in campo: mezzala o attaccante, dipendeva dal giorno, dipendeva dall’estro.

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3) Dybala (Argentina)

Giocatore di velluto e cachemire, disegnatore di gioielli calcistici, inventore di marchingeni sofisticati con cui infilare il pallone alle spalle del portiere avversario. Delicato, anzi delicatissimo, di quelli che ti fanno innamorare e arrabbiare, poi ancora innamorare e poi ancora arrabbiare, in un loop infinito di godimento estetico e imprecazione prosaica. Ma quanto bel calcio...

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2) Tevez (Argentina)

La faccia da cattivo, il cuore da buono, un destro atomico e una voglia di vincere da sradicare le porte con i suoi tiri. Carlitos Tevez è stato due anni alla Juventus e gli sono bastati per entrare nel cuore dei tifosi che, solo vedendolo in campo, si sentivano già più sicuri. Attaccante di classe e sacrificio, leader naturale e animo ribelle.

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1) Sivori (Argentina)

"È più di un fuoriclasse. Per chi ama il calcio è un vizio", l’Avvocato Agnelli era stato folgorato dal genio e si era definitivamente innamorato per il carattere che fiammeggiava cattiveria agonistica a ogni irriverente tunnel. Sivori aveva tutto, anche quella perfidia che lo rendeva ancora più appassionante. Dribbling, tiro, velocità, furbizia in area, visione di gioco fuori area: completo e meraviglioso, è stato un regalo che il calcio fece ai suoi appassionati (e che Umberto Agnelli fece ai tifosi bianconeri).

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In principio furono Orsi, Monti e Cesarini, poi fu Sivori e si inchinarono tutti, poi Altafini fugace e determinante, passarono Montero ed Emerson, per arrivare a Vidal, Tevez, Higuain e Dybala. La Juventus sudamericana o è classe infinita, oppure carattere micidiale, spesso tutti e due insieme: tango e garra, fantasia e agonismo.

10) Vidal (Cile)

Giocatore da cartone animato: sapeva sradicare il pallone come un mediano, correre verso la porta avversaria come un’ala e buttarlo dentro come un attaccante di razza. Avesse avuto anche una testa... ma non si può chiedere troppo.

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