Incubo Pogba, Juve più lontana: i messaggi WhatsApp e le visite dei compagni

Due mesi fa la notizia della positività. Ora Paul aspetta la stangata, ma non perde i contatti con la squadra

TORINO - Pur senza rivelare i dettagli delle conversazioni, Didier Deschamps ha lasciato intendere in quale sofferenza interiore sia sprofondato Paul Pogba. Oggi sono due mesi esatti dal giorno, anzi dalla serata dell’11 settembre, quando è emersa la sua positività a un controllo antidoping effettuato dopo Udinese-Juventus del 20 agosto, match nel quale il francese era rimasto in panchina. Sessantuno giorni dopo Pogba è sempre più lontano dai bianconeri, tanto che sua moglie Zulay ha smesso di seguire i social ufficiali della Juventus (salvo ripensamenti, che nel mondo frenetico del web sono all’ordine del giorno).

Caso Pogba, le parole di Deschamps

Deschamps ne aveva parlato in settimana, perché in fin dei conti, nell’opinione pubblica francese, il caso Pogba resta un mistero: «Siamo in contatto. Non vi dirò il contenuto dei nostri colloqui. È in attesa di una decisione, una sanzione, che sarà più o meno lunga. Con tutto quello che ha passato prima, è una situazione molto complicata per lui, psicologicamente molto difficile. Non potrà essere selezionato finché sarà sospeso. Per quanto tempo? Tornerà al suo miglior livello? Ha le capacità, la mentalità per farlo. Ma non accadrà da un giorno all’altro, purtroppo per lui». Un uomo in difficoltà, insomma: sono già passati due mesi dal giorno in cui arrivò la notizia della positività al testosterone, confermata dalle controanalisi del 6 ottobre.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Un calvario che si somma a quello già passato tra il 2022 e la prima parte del 2023 a causa dell’infortunio al ginocchio che di fatto ha impedito all’ex United di tornare sui suoi livelli nella sua seconda avventura. Il capolinea è arrivato con la sospensione per doping, in attesa della stangata che, come dice Deschamps, potrà essere più o meno lunga, ma che molto difficilmente potrà essere inferiore ai due anni di squalifica. Ma poi ci sarà il braccio di ferro che potrebbe arrivare fino al Tas di Losanna, con in mezzo vari passaggi: nel frattempo Pogba gravita tra Torino, nella casa in affitto che era stata quella di Cristiano Ronaldo, e Miami, che è il quartier generale della moglie.

La vicinanza dei compagni

La vicinanza dei colleghi non è mai mancata in questi due mesi da incubo: detto dei contatti telefonici con Deschamps, Pogba si sente spesso con diversi compagni su WhatsApp e anche con qualche ex compagno, e ogni tanto qualcuno, in via informale e a titolo personale, lo va a trovare. Con la Juventus, inteso come club, non possono esserci contatti ufficiali: una volta sospeso il pagamento dello stipendio e in attesa di conoscere l’entità della squalifica, la dirigenza è piuttosto occupata nel trovare una soluzione alla grave lacuna tecnica lasciata da Pogba, resa ancora più pesante dalla contemporanea squalifica di Fagioli per l’ormai noto caso legato alle scommesse.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

TORINO - Pur senza rivelare i dettagli delle conversazioni, Didier Deschamps ha lasciato intendere in quale sofferenza interiore sia sprofondato Paul Pogba. Oggi sono due mesi esatti dal giorno, anzi dalla serata dell’11 settembre, quando è emersa la sua positività a un controllo antidoping effettuato dopo Udinese-Juventus del 20 agosto, match nel quale il francese era rimasto in panchina. Sessantuno giorni dopo Pogba è sempre più lontano dai bianconeri, tanto che sua moglie Zulay ha smesso di seguire i social ufficiali della Juventus (salvo ripensamenti, che nel mondo frenetico del web sono all’ordine del giorno).

Caso Pogba, le parole di Deschamps

Deschamps ne aveva parlato in settimana, perché in fin dei conti, nell’opinione pubblica francese, il caso Pogba resta un mistero: «Siamo in contatto. Non vi dirò il contenuto dei nostri colloqui. È in attesa di una decisione, una sanzione, che sarà più o meno lunga. Con tutto quello che ha passato prima, è una situazione molto complicata per lui, psicologicamente molto difficile. Non potrà essere selezionato finché sarà sospeso. Per quanto tempo? Tornerà al suo miglior livello? Ha le capacità, la mentalità per farlo. Ma non accadrà da un giorno all’altro, purtroppo per lui». Un uomo in difficoltà, insomma: sono già passati due mesi dal giorno in cui arrivò la notizia della positività al testosterone, confermata dalle controanalisi del 6 ottobre.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...
1
Incubo Pogba, Juve più lontana: i messaggi WhatsApp e le visite dei compagni
2
La vicinanza dei compagni