"Yildiz e le telefonate con Del Piero. Con la Juve qualche tensione, ma ora..."

Parla Hector Peris Ros, agente del giovane talento bianconero: "Kenan è una macchina costruita per vincere. Si prepara sin da piccolo, questo è il suo unico obiettivo"

Poco prima che il suo assistito Pedri ritirasse il Golden Boy 2021, Hector Peris Ros in un’intervista esclusiva a Tuttosport rivelava chi avrebbe potuto ambire a quelli successivi: "Abbiamo diversi giocatori che arrivano dal basso, che hanno un potenziale enorme: come Rafa Marín, classe 2002, difensore del Real Madrid Castilla oppure il 16enne turco-tedesco Kenan Yildiz, trequartista del Bayern Under 19". Ai tempi, dunque, Yildiz aveva appena compiuto 16 anni. E non era ancora nemmeno un pensiero per la Juventus. Oggi, invece, il mondo è cambiato.

Hector Peris Ros, a quando risale il suo primo incontro con Yildiz, di cui è procuratore dal 2021?

"La Leaderbrock, che adesso si svilupperà anche in Italia, è un’agenzia specializzata nella ricerca di giovanissimi talenti top nel mondo: penso a Pedri, a Ferran Torres, ma anche a Rafa Marin (in prestito all'Alaves ma di proprietà del Real Madrid), Adin Licina (trequartsita classe 2007 scuola Bayern Monaco), Noah Darvich (talento tedesco, passato in estate dal Friburgo al Barcellona) e Angel Alarcón (ala sinistra della cantera del Barça, in panchina in Champions contro l'Anversa). Ad un certo punto abbiamo scelto la Germania per ingrandirci, con Oliver Noe come direttore: lì abbiamo tre persone sul campo. Quando hanno visto Yildiz, mi hanno chiamato e mi hanno detto: 'Questo giocatore è differente, abbiamo bisogno del tuo aiuto'. Così ho conosciuto lui e la sua famiglia e ho avuto la conferma di tutto".

In che senso?

"Kenan è una macchina costruita per vincere. Si prepara sin da piccolo, questo è il suo unico obiettivo. Mi ha impressionato subito: mi ha ricordato immediatamente Ferrán Torres. Una mentalità, un’umiltà, un lavoratore fuori dal comune. Con tutte queste caratteristiche se ne incontrano pochi".

E in Germania? Perché nessuno si è accorto di lui dopo il Bayern Monaco?

"Sinceramente non lo sappiamo. Questo caso ci ricorda molto quello di Pedri: non lo conosceva nessuno, lo portammo in prova al Real Madrid ma lo rifiutarono. Lì cominciò la sua storia, poi sbocciata al Barcellona. Con Kenan ci sono molte similitudini: persino al Bayern Monaco, nonostante gli ottimi rapporti con Hasan Salihamidži? e Marco Neppe, sono arrivati tardi sul rinnovo. In Germania i club che avevano un profilo internazionale di spessore lo hanno rifiutato tutti. Incomprensibile".

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Poi è arrivata la Juventus.

"Matteo Tognozzi fece un lavoro eccezionale: è grazie a lui se oggi Yildiz è alla Juventus. Lo conosceva perfettamente. Quando ha avuto le informazioni non ha perso tempo, nonostante la Juve in quei giorni stesse chiudendo la cessione di De Ligt al Bayern Monaco. Fu un momento di tensione, ma la Juventus ha vinto col progetto".

Che tipo di progetto?

"Abbiamo iniziato a parlare con la Juventus appena ho conosciuto Yildiz praticamente. In passato siamo stati vicini a chiudere per Ferrán Torres, per cui in quel momento pensavamo che fosse arrivato il momento giusto per collaborare. In cambio, chiedevamo che potesse giocare subito in Next Gen".

Invece la strada di Yildiz è stata più lunga, visto che ha iniziato in Under 19. Perché?

"La Juventus preferì farlo ambientare: il club ha insistito molto, perché era la prima volta che Kenan lasciava casa. Doveva essere solo una tappa iniziale. Poi sono passati i mesi e tutti quanti noi, giocatore compreso, ritenevamo che si stesse esprimendo in un palcoscenico non sufficientemente competitivo. Così ci sono stati dei momenti di tensione, legati anche all’incertezza della partenza per il ritiro con la prima squadra. In quella fase abbiamo esercitato una forte pressione sul club, ma passata la confusione interna dovuta al cambio di società tutto si è risolto. Noi conoscevamo chiaramente il livello di Yildiz".

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Ed eccoci a Frosinone.

"Lui è venuto qui per fare gol così, ma soprattutto per trionfare, per vincere campionati e Champions League: me lo immagino qui fra 10 anni. Se la Juventus vuole un numero 10, Yildiz è il numero 10: questo è il suo ruolo, è un ragazzo che fa innamorare. Lui è una combinazione perfetta fra l’estro del padre turco che per lui è un grande esempio e la disciplina della mamma tedesca: sa perfettamente quello che vuole".

Si è presentato con un’esultanza alla Del Piero.

"Già da tempo loro due sono in contatto direttamente, si sono persino sentiti dopo il gol di Frosinone che Yildiz aveva provato tante volte in allenamento. Kenan conosce il valore di Del Piero alla Juventus e ha ascoltato i suoi consigli: immagina e sogna un cammino così. La verità è che Yildiz era pronto, è pronto e sarà pronto: fisicamente, tecnicamente e mentalmente. Si prepara da quando è piccolo per diventare un top".

Che rapporto ha con Allegri?

"Sappiamo che non è facile in Italia giocare con gente giovane, soprattutto alla Juventus. Ma il mister è molto intelligente, il loro rapporto è ottimo. Allegri conosce il valore del ragazzo, che sente una connessione forte con l'allenatore. Anche con Montella la relazione è molto buona: non si aspettava di partire titolare contro la Germania e sicuramente non immaginava di giocare prima con la nazionale turca da titolare e poi con la Juventus, ma è andata decisamente bene".

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Perché in Germania nessuno si è accorto di Yildiz?

"Davvero non ce lo spieghiamo. Ma davvero nessuno si è accorto di lui. Nella nostra posizione non era facile gestire tutto, anche a livello familiare. La Turchia è stata l'unica opzione possibile perché la Germania non si è mai interessata a Kenan".

Pedri ha vinto il Golden Boy nel 2021. Kenan ha lo stesso spessore in prospettiva?

"Kenan è elettrico: ha gol e fantasia, potenzialmente ha lo spessore di Pedri. Sono convinto che avrà spazio nella Juventus e sono certo, al 100%, che un giocatore con le sue qualità possa vincere in futuro il Golden Boy. Non ho dubbi. Sicuramente è un premio individuale per il quale può lottare, già nel 2024. La Juventus è cosciente di aver un giocatore di livello assoluto. Ho parlato in questi giorni con un grande club, che mi ha espresso la sua difficoltà nel reperire talenti top level che possano diventare futuri leader. Ecco, Kenan lo è già".

Parla di Yildiz come un giocatore rivoluzionario, anche sul piano del marketing.

"Mi piace di più coi capelli lunghi, questo può aiutare, ma decide Allegri (ride, ndr). Penso che anche fisicamente abbia le potenzialità per diventare un simbolo della nuova generazione, ma il nostro primo obiettivo è il campo: il resto verrà di conseguenza".

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Poco prima che il suo assistito Pedri ritirasse il Golden Boy 2021, Hector Peris Ros in un’intervista esclusiva a Tuttosport rivelava chi avrebbe potuto ambire a quelli successivi: "Abbiamo diversi giocatori che arrivano dal basso, che hanno un potenziale enorme: come Rafa Marín, classe 2002, difensore del Real Madrid Castilla oppure il 16enne turco-tedesco Kenan Yildiz, trequartista del Bayern Under 19". Ai tempi, dunque, Yildiz aveva appena compiuto 16 anni. E non era ancora nemmeno un pensiero per la Juventus. Oggi, invece, il mondo è cambiato.

Hector Peris Ros, a quando risale il suo primo incontro con Yildiz, di cui è procuratore dal 2021?

"La Leaderbrock, che adesso si svilupperà anche in Italia, è un’agenzia specializzata nella ricerca di giovanissimi talenti top nel mondo: penso a Pedri, a Ferran Torres, ma anche a Rafa Marin (in prestito all'Alaves ma di proprietà del Real Madrid), Adin Licina (trequartsita classe 2007 scuola Bayern Monaco), Noah Darvich (talento tedesco, passato in estate dal Friburgo al Barcellona) e Angel Alarcón (ala sinistra della cantera del Barça, in panchina in Champions contro l'Anversa). Ad un certo punto abbiamo scelto la Germania per ingrandirci, con Oliver Noe come direttore: lì abbiamo tre persone sul campo. Quando hanno visto Yildiz, mi hanno chiamato e mi hanno detto: 'Questo giocatore è differente, abbiamo bisogno del tuo aiuto'. Così ho conosciuto lui e la sua famiglia e ho avuto la conferma di tutto".

In che senso?

"Kenan è una macchina costruita per vincere. Si prepara sin da piccolo, questo è il suo unico obiettivo. Mi ha impressionato subito: mi ha ricordato immediatamente Ferrán Torres. Una mentalità, un’umiltà, un lavoratore fuori dal comune. Con tutte queste caratteristiche se ne incontrano pochi".

E in Germania? Perché nessuno si è accorto di lui dopo il Bayern Monaco?

"Sinceramente non lo sappiamo. Questo caso ci ricorda molto quello di Pedri: non lo conosceva nessuno, lo portammo in prova al Real Madrid ma lo rifiutarono. Lì cominciò la sua storia, poi sbocciata al Barcellona. Con Kenan ci sono molte similitudini: persino al Bayern Monaco, nonostante gli ottimi rapporti con Hasan Salihamidži? e Marco Neppe, sono arrivati tardi sul rinnovo. In Germania i club che avevano un profilo internazionale di spessore lo hanno rifiutato tutti. Incomprensibile".

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