“Alcaraz il nuovo Vidal della Juve grazie ad Allegri. E nello spogliatoio…”

L'ex compagno di squadra Gabriel Arias ha parlato del neo acquisto dei bianconeri elogiandone le qualità tecniche e non solo

Da La Plata ad Avellaneda la distanza fisica non è enorme: malcontando una cinquantina di km o poco più. Quando però hai appena 15 anni anche solamente 50 km possono rischiare di schiacciarti: ti obbligano a cambiare vita, amici, a vedere i tuoi genitori, gli affetti più cari, con il contagocce. Carlos Jonas Alcaraz Durán ha lasciato La Plata a 15 anni ed è sbarcato sulla sponda Académica di Avellaneda per mettersi la maglia del Racing Club.

Ha macinato, a partire dalla Octava, tutta la trafila nelle inferiores del club che fu del Principe Diego Alberto Milito e del Toro Lautaro Martínez fino ad esordire, sotto la guida di Sebastián Beccacece contro l’Atlético Tucumán il 26 gennaio 2020. A difendere la porta del Racing, allora come oggi, c’era Gabriel Arias Arroyo. Il trentaseienne portiere patagonico di Nequén, che la Guardia Imperial ha ribattezzato BatmArias, ha condiviso proprio con il centrocampista neo juventino giornate di lavoro al Predio Tita Mattiussi, la casa dell’Akademia.

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Arias: "Alcaraz fondamentale per la Juve"

Proprio Arias ha raccontato, in esclusiva per Tuttosport, il suo Charly Alcaraz, non solo come calciatore ma anche sotto il profilo più squisitamente umano. «Alcaraz è un giocatore molto dinamico - racconta Arias -. Ha una indubbia facilità nell’arrivare dalle parti dell’area avversaria e nel creare problemi alle difese. È sempre nel vivo dell’azione e, di conseguenza, riesce a essere protagonista nelle situazioni da gol. Credo che con il passare dei giorni e con l’aumentare del numero delle sedute di lavoro con Allegri e dei minuti che collezionerà in partita il suo processo di maturazione crescerà esponenzialmente fino a farlo diventare un giocatore fondamentale per la Juventus. Senza dubbio ha tutte le caratteristiche per essere un giocatore in cui il tifoso juventino possa identificarsi e, una volta adattato, sarà un giocatore di grande importanza per la qualità, il gioco e la dedizione che metterà in ogni partita. In spogliatoio non è mai stato un casinista, un personaggio. È umile a livello di carattere, non parla molto: preferisce i fatti. È, però, dotato di una personalità forte che ha adattato al suo tipo di gioco. Questa è stata una delle variabili decisive alla sua esplosione nel Racing e nel fútbol argentino».

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Arias, Alcaraz e Vidal

Molti tifosi bianconeri, stregati dalle prodezze di Alcaraz che fanno bella mostra nei video sui vari social, rivedono nel giovane argentino un Vidal 2.0. Il paragone, anche secondo Arias, è tutto tranne che azzardato: «El Rey Arturo Vidal ha lasciato un segno molto grande nella Juventus: il cileno è stato protagonista di moltissimi trionfi della storia recente del club più vincente d’Italia. Effettivamente, Arturo e Charly hanno uno stile di gioco che è assimilabile. Sarebbe bello se Carlos potesse essere importante quanto lo è stato Vidal, sarebbe meraviglioso se si confermasse crack anche in Serie A. Io non nutro il benché minimo dubbio: Alcaraz ha tutte le carte in regola per riuscirci».

Alcaraz e l'idolo Cristiano Ronaldo

In Argentina s’è fatto un gran parlare, hanno sollevato un poverone, le dichiarazioni del neojuventino che ha timidamente e candidamente ammesso d’avere come idolo non Lionel Andrés Messi Cuccittini, il Goat, bensì Cristiano Ronaldo, ossia quello che è stato il principale competitor della Pulga, non certo uno venerato nel territorio che va da Salta e Jujuy fino all’estremo sud di Ushuaia, la Fin del Mundo. Arias “assolve” l’ex compagno: «È bello che Carlos guardi e si ispiri a un giocatore come CR7: il portoghese è sinonimo di professionalità all’ennesima potenza e di gioco brillante che sarebbero un percorso importante per la carriera di Alcaraz. Comunque - conclude Arias - credo che la Juventus fosse nel destino di Charly: nel Predio Tita Mattiussi si parlava e molto del fatto che fosse un crack anche con il joypad in mano. Vinceva, alla Playstation. Sceglieva la Juventus e vinceva, spessissimo. Potersi ritrovare su Fifa con quei colori addosso dev’essere per lui, una sensazione impagabile».

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Da La Plata ad Avellaneda la distanza fisica non è enorme: malcontando una cinquantina di km o poco più. Quando però hai appena 15 anni anche solamente 50 km possono rischiare di schiacciarti: ti obbligano a cambiare vita, amici, a vedere i tuoi genitori, gli affetti più cari, con il contagocce. Carlos Jonas Alcaraz Durán ha lasciato La Plata a 15 anni ed è sbarcato sulla sponda Académica di Avellaneda per mettersi la maglia del Racing Club.

Ha macinato, a partire dalla Octava, tutta la trafila nelle inferiores del club che fu del Principe Diego Alberto Milito e del Toro Lautaro Martínez fino ad esordire, sotto la guida di Sebastián Beccacece contro l’Atlético Tucumán il 26 gennaio 2020. A difendere la porta del Racing, allora come oggi, c’era Gabriel Arias Arroyo. Il trentaseienne portiere patagonico di Nequén, che la Guardia Imperial ha ribattezzato BatmArias, ha condiviso proprio con il centrocampista neo juventino giornate di lavoro al Predio Tita Mattiussi, la casa dell’Akademia.

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