Pogba, il calvario giudiziario
Dopo la positività al testosterone del 20 agosto riscontrata nella prima giornata di campionato contro l'Udinese, match vinto dai bianconeri per 3-0 e in cui il transalpino non entrò in campo restando in panchina, è iniziato il calvario del francese con la sospensione ufficiale dell'11 settembre. Il risultato delle controanalisi effettuate nel laboratorio dell'Acqua Acetosa hanno specificato che la sostanza assunta è stato il Dhea, ovvero il deidroepiandrosterone, noto anche come "ormone della giovinezza". Da qui la richiesta di 4 anni di squalifica che, dopo la rinuncia al patteggiamento, è stata confermata dalla Procura Federale. L'ultima possibilità per Pogba è quella del Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna, ma se la squalifica dovesse essere confermata anche da parte del tribunale svizzero, per Pogba il futuro sarebbe ancora più opaco.
Pogba, cosa può fare la Juventus
Un percorso lungo che ha portato cambiamenti anche tra Pogba e il club bianconero. Il francese si è visto ridurre lo stipendio al minimo, ovvero circa duemila euro al mese: altro che i quasi 9 milioni di euro a stagione previsti. Ora con la conferma dell'accusa, la Juventus potrà avvalersi dell’articolo 5 comma 5 dell’accordo collettivo tra Figc, Lega Serie A e Associazione calciatori, che ammette la sospensione della retribuzione nel caso in cui "il calciatore abbia subito provvedimenti disciplinari interdittivi dell’attività sportiva per effetto di pratiche di doping". Sospensione della retribuzione che durerebbe fino al termine della sospensione dall’attività o della squalifica di Pogba. La Juventus, inoltre, potrebbe richiedere la risoluzione del contratto in base all'articolo 11 dello stesso accordo, che dovrebbe poi essere approvata dal Collegio arbitrale.