Crisi Juve, 0-0 col Genoa: Vlahovic si fa espellere, Allegri spacca lo Stadium

Sette punti nelle ultime otto partite, media da retrocessione per i bianconeri. Lo stadio fischia sonoramente all'intervallo, la Curva insulta chi fischia. Il tecnico prova confusamente tutti i cambi ma non basta, il palo ferma Kean. Poi l'episodio del rosso al serbo

Meglio evitare altri ritiri, se questi sono gli effetti: la Juventus contro il Genoa ha inanellato la settima partita senza vittorie nelle ultime otto (la terza di fila dopo la sconfitta di Napoli e il pareggio con l’Atalanta), ha regalato il primo tempo senza giocare e ha chiuso la partita in 10 uomini a causa dell’espulsione per proteste nei minuti di recupero di Vlahovic, prima ammonito e poi cacciato dall’arbitro Giua. Il serbo, che rientrava dopo la squalifica per somma di ammonizioni scontata contro l’Atalanta, ora salterà la sfida in casa della Lazio alla vigilia di Pasqua, dopo la sosta per le Nazionali. Sfida in cui mancherà anche l’infortunato Milik e che diventa fondamentale, con il Bologna quarto che si è portato a -5 e Roma e Atalanta, quinta e sesta, che possono portarsi rispettivamente a -8 e -9 dai bianconeri.

Juve, anche la sfortuna

Bianconeri anche sfortunati, visti i pali colpiti da Iling e Kean nella ripresa, e tornati a non subire gol dopo sette partite, rischiando pochissimo: secondo tempo e attenzione difensiva ritrovata possono essere una scintilla, ma Allegri deve trovare il modo di alimentarla e ritrasformarla in fuoco. Yildiz e Iling potrebbero essere il carburante giusto.

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Juve, tempo perso

L’inglese contro il Genoa è tornato a fare posto a Kostic, rilanciato dopo due partite in panchina dal tecnico che, con Rabiot recuperato dopo quasi tre settimane ma senza i 90 minuti nelle gambe, ha confermato la fiducia a Miretti, in crescita con Napoli e Atalanta. Altalenante ma propositivo quest’ultimo, Kostic invece è stato forse il simbolo (ma con una nutrita concorrenza eh!) delle difficoltà bianconere nel primo tempo: causate da un Genoa messo quasi a specchio, in un 3-4-2-1 che esaltava l’aggressività degli uomini di Gilardino in una serie di duelli a tutto campo, ma soprattutto da un’incredibile imprecisione nei passaggi.

Al 20’ la percentuale di quelli riusciti della Juve era del 77% contro l’83,7% di media stagionale: crollo in parte dovuto anche alla poca reattività di chi doveva riceverli, troppo spesso fermo e facilmente anticipato. Dopo aver corso un brivido al 7’ per un pallone deviato di testa da Bani e Gatti in contemporanea e messo in angolo da Szczesny, la Juve ha dato qualche segno di vita nel finale di tempo, mangiandosi però allo scadere il possibile 1-0 quando a chiusura di un contropiede Vlahovic ha sbagliato l’ultimo passaggio che avrebbe potuto mandare in porta Chiesa.

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Juventus, troppo tardi

L’inizio della ripresa ha confermato i segnali di lento risveglio bianconero, che Allegri ha provato a incoraggiare al 13’ togliendo Kostic, un McKennie molto meno vivace del solito e un Chiesa troppo spesso testardo nel cercare l’azione individuale, e inserendo Iling, Rabiot e Yildiz. I tre innesti hanno aumentato un po’ vivacità e precisione e così, nonostante un Genoa attento, grintoso e compatto, la Juve ha iniziato a rendersi pericolosa: con Iling fermato dal palo dopo un’iniziativa di Yildiz, Vlahovic che il palo lo ha sfiorato di testa su cross di Cambiaso e poi, sempre di testa, ha alzato sopra la traversa, infine con Kean che ha centrato il palo con un destro dal limite dopo un’altra iniziativa di Yildiz.

E non è un caso che le due più grandi occasioni, i due pali, siano nate dai piedi del giocatore più tecnico della rosa bianconera, Yildiz appunto. Se il secondo, quello di Kean, ha dato un brutto colpo alle speranze bianconere di strappare la vittoria, l’espulsione di Vlahovic le ha affossate definitivamente. Ma il problema principale è che la Juve quelle speranze ha iniziato a coltivarle soltanto nella ripresa: ora restano nove partite, nelle quali la squadra bianconera non può più permettersi di sprecare tempo e punti.

 

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Meglio evitare altri ritiri, se questi sono gli effetti: la Juventus contro il Genoa ha inanellato la settima partita senza vittorie nelle ultime otto (la terza di fila dopo la sconfitta di Napoli e il pareggio con l’Atalanta), ha regalato il primo tempo senza giocare e ha chiuso la partita in 10 uomini a causa dell’espulsione per proteste nei minuti di recupero di Vlahovic, prima ammonito e poi cacciato dall’arbitro Giua. Il serbo, che rientrava dopo la squalifica per somma di ammonizioni scontata contro l’Atalanta, ora salterà la sfida in casa della Lazio alla vigilia di Pasqua, dopo la sosta per le Nazionali. Sfida in cui mancherà anche l’infortunato Milik e che diventa fondamentale, con il Bologna quarto che si è portato a -5 e Roma e Atalanta, quinta e sesta, che possono portarsi rispettivamente a -8 e -9 dai bianconeri.

Juve, anche la sfortuna

Bianconeri anche sfortunati, visti i pali colpiti da Iling e Kean nella ripresa, e tornati a non subire gol dopo sette partite, rischiando pochissimo: secondo tempo e attenzione difensiva ritrovata possono essere una scintilla, ma Allegri deve trovare il modo di alimentarla e ritrasformarla in fuoco. Yildiz e Iling potrebbero essere il carburante giusto.

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