Juve, tempo perso
L’inglese contro il Genoa è tornato a fare posto a Kostic, rilanciato dopo due partite in panchina dal tecnico che, con Rabiot recuperato dopo quasi tre settimane ma senza i 90 minuti nelle gambe, ha confermato la fiducia a Miretti, in crescita con Napoli e Atalanta. Altalenante ma propositivo quest’ultimo, Kostic invece è stato forse il simbolo (ma con una nutrita concorrenza eh!) delle difficoltà bianconere nel primo tempo: causate da un Genoa messo quasi a specchio, in un 3-4-2-1 che esaltava l’aggressività degli uomini di Gilardino in una serie di duelli a tutto campo, ma soprattutto da un’incredibile imprecisione nei passaggi.
Al 20’ la percentuale di quelli riusciti della Juve era del 77% contro l’83,7% di media stagionale: crollo in parte dovuto anche alla poca reattività di chi doveva riceverli, troppo spesso fermo e facilmente anticipato. Dopo aver corso un brivido al 7’ per un pallone deviato di testa da Bani e Gatti in contemporanea e messo in angolo da Szczesny, la Juve ha dato qualche segno di vita nel finale di tempo, mangiandosi però allo scadere il possibile 1-0 quando a chiusura di un contropiede Vlahovic ha sbagliato l’ultimo passaggio che avrebbe potuto mandare in porta Chiesa.